Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Osho Rajneesh nasce l'11 dicembre del 1931 in India, in un piccolo villaggio del Distretto di Raisen, Kuchwada, nel Madhya Pradesh, da una famiglia giainista. Cresciuto con i nonni fino all'età di sette anni, sin da bambino si dimostra uno spirito libero, restio a rispettare convenzioni e regole. La morte del nonno e di una cugina, Shashi, lo inducono a isolarsi e a ricercare la felicità in sé stesso: ancora piccolo sviluppa la capacità di costruire racconti improvvisati, soprattutto polizieschi.
A dodici anni scrive una rivista a mano, "Prayas" (che vuol dire "sforzo"), mentre i suoi compagni di scuola lo riconoscono sempre di più come leader. Crescendo, diventa ateo e marxista. Nel marzo del 1953, a ventuno anni, vive l'esperienza dell'Illuminazione, della caduta di tutti i veli: da quel momento invita tutte le persone a condividere quell'esperienza, dedicando la propria esistenza allo sviluppo di tale consapevolezza.
Dopo avere completato presso il D.N. Jail College il suo baccellierato in Arti e Filosofia nel 1955, inizia a viaggiare per tutta l'India, tenendo convegni che richiamano migliaia di persone. Iscrittosi all'università di Sagara, ottiene un Master of Arts con il massimo dei voti in filosofia. A quel punto Osho Rajneesh viene assunto come insegnante presso il Raipur Sanskrit College; poco dopo, però, deve lasciare l'incarico, su richiesta del vicepreside, in quanto il suo operato viene ritenuto dannoso per la moralità e l'educazione dei suoi allievi. A partire dal 1958, dunque, Osho insegna filosofia all'Università di Jabalpur.
Diventato un eccellente conferenziere, vede il proprio gruppo di fedeli ampliarsi sempre di più: all'inizio degli anni Sessanta conduce ogni giorno almeno tre campi di meditazione, e nel 1962 sorge il Jivan Jagruti Kendra, centro di meditazione fondato sui suoi insegnamenti. Nel 1966 Rajneesh deve lasciare l'università dopo alcune conferenze controverse; continua, però, a tenere convegni in tutta l'India, scandalizzando tra l'altro per le sue affermazioni a sostegno della libertà sessuale.
Nel 1969, con l'aiuto di una fondazione creata da un gruppo di suoi discepoli, inizia a proporre tecniche di meditazione finalizzate a ottenere una migliore consapevolezza di sé. L'anno successivo si sviluppa una sanga, vale a dire una comunità spirituale di ricercatori che scelgono di cambiare nome (a indicare una nuova nascita), utilizzano abiti rossi e indossano il mala, una collana di 108 grani con un medaglione che raffigura il volto di Osho Rajneesh.
All'inizio degli anni Settanta, Rajneesh smette di viaggiare e si trasferisce dapprima a Bombay e poi a Pune: è qui che nel 1974 fonda il suo centro di comunità spirituale - ashram -, che con il passare del tempo accoglie un numero sempre maggiore di visitatori, provenienti soprattutto dall'Occidente. Per sette anni tiene ogni mattina un discorso rispondendo ai quesiti di ricercatori e discepoli sui temi più svariati: politica, amore, religione, psicologia, sesso, famiglia, educazione, eccetera.
In questo periodo, la stampa di tutto il mondo comincia ad accorgersi di Osho Rajneesh, capace di attirare persone da tutti gli angoli del globo. Mentre la sua fama esplode, il 1° maggio del 1981 l'indiano entra in silenzio, sostenendo che quella rappresenta la fase suprema del suo lavoro: nel frattempo nel mondo sorgono più di quaranta comunità autosufficienti, oltre duecento centri di meditazione e numerose attività commerciali (ma anche ristoranti e hotel). Le attività della Rajneesh Foundation International vengono centralizzate in uno dei più grandi ranch degli Stati Uniti, situato nell'Oregon. È qui che Osho si trasferisce, complici alcuni motivi di salute, nel giugno del 1981.
La comunità diventa, in poco tempo, una cittadina che accoglie qualche migliaio di residenti fissi e decine di migliaia di persone che vi si recano durante le celebrazioni di luglio: vengono costruiti ponti, strade, case, negozi, ma anche un piccolo aeroporto; il sistema di trasporti pubblici vede la presenza di più di cento autobus. Non solo: un progetto di un milione e mezzo di dollari permette la realizzazione di una diga che dà origine a un lago, dedicato a Krishnamurti, usato per il controllo delle piene e l'irrigazione.
Nel luglio del 1982 viene organizzato un festival di una settimana che richiama 20mila persone da tutto il mondo: l'evento si ripeterà fino al 1985. Nel frattempo dagli appunti di Osho, che pure prosegue il proprio silenzio, nascono tre libri: "Bagliori di un'infanzia dorata", "Appunti di un folle" e "Libri che ho amato". Nel 1984, tuttavia, la situazione precipita: si scopre che alcuni esponenti del movimento, inclusa la segretaria di Rajneesh, hanno organizzato diversi attacchi biologici per impedire a una parte della popolazione di andare a votare alle elezioni locali (contaminando le insalate con salmonella).
Osho Rajneesh è costretto, così, a lasciare il ranch: il 30 ottobre del 1985 viene arrestato nel North Carolina. Viene però riconosciuto colpevole solo di avere violato la legge sull'immigrazione: condannato a dieci anni di carcere (sospesi con la condizionale), passa solo dodici giorni in prigione, prima di essere espulso dagli Stati Uniti. Osho, quindi, denuncia la sua segretaria all'Fbi, ma la donna fugge all'estero con oltre quaranta milioni di dollari.
Tornato in India all'inizio del 1985, il mistico indiano intraprende poco dopo un giro del mondo: dopo aver fatto tappa a Katmandu, giunge a Creta, ma qui viene espulso dal governo greco su richiesta del sinodo dei vescovi della chiesa ortodossa. Rifiutato anche in Irlanda, in Canada, in Gran Bretagna e in Svizzera, riesce a ottenere il visto di ingresso per l'Italia, grazie al sostegno di intellettuali come Federico Fellini e Giorgio Gaber: Osho, però, non approda mai nel Belpaese. Alla fine di luglio del 1986, dunque, si stabilisce a Bombay, dove riprende a parlare; l'anno seguente torna a Pune, dove trova un clima più ostile rispetto al passato: continua - comunque - a parlare in pubblico.
Nel 1989 deve affrontare il dolore per il suicidio di Vivek, sua compagna di sempre: da quel momento, le sue condizioni di salute peggiorano progressivamente, complice un avvelenamento da tallio dovuto al periodo in carcere negli Stati Uniti. Osho Rajneesh muore il 19 gennaio del 1990 a Pune: il suo corpo viene cremato, mentre la gestione della comune di Pune viene affidata a un gruppo di una ventina di persone da lui stesso scelte poco prima di morire.