Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Inconveniente risolto con l’ennesima “riparazione” (Ultimo ti arriverà la fattura da pagare!) e si ritorna in “pista”, o meglio in “schermo”.
Quando ci dividemmo le parti del giornale da gestire, a me toccò la foto del giorno perché, disse il direttore: te ne hai migliaia.
Ora Voi pensate che io possa vivere di rendita?
Nei primi tempi sì, potevo pescare nel mucchio, ma in seguito, e ve ne siete accorti, la foto del giorno doveva essere la foto del giorno, massimo quello prima!
Nel “al colle, al colle” vi era la vista di Legnaio dal mare, esattamente dal nuovo molo del porto di Marina di Pisa, con la stupidella storiella della derivazione dei nomi di qualche nostro paese.
Dato che a me “mi” piace far collegamento fra due, o meglio tre, titoli e soggetti consecutivi, ero andato in altra acqua per altra vista e altra storia: il lago di Massaciuccoli, intimamente legato a Legnaio.
La magnifica giornata di domenica era perfetta per una remettata nel lago alla ricerca del tema della nuova foto. Alla sera la brutta sorpresa della perdita di tutta la scheda foto!
Gogna allora, foto tirata fuori da una vacanza a Sanvincenti, in quel di Pola, Istria, Croazia, nel paese natale di mia madre, nel castello medievale Morosini-Grimani recentemente restaurato, foto fuori da ogni logica.
La tecnica moderna e gli euro hanno “restaurata” anche la scheda di memoria ed oggi ecco la memoria della foto del giorno (domenica).
E la storia?
Fate conto ora di essere appena all’inizio nel ‘900.
Legnaio dava massi adatti alla costruzione del molo del nuovo porto di Viareggio, navicelli stracarichi di pietre andavano e venivano, a vela, dalla Barra al Burlamacca via fosso delle Quindici o Venti, barche cariche di falasco consegnavano materiale per impagliare fiaschi e damigiane, tutti mezzi sostituiti poi, con il passare degli anni, da chiatte trainate da rimorchiatori che usavano la “Linea di navigazione Vecchiano – Viareggio", donne e bambini che facevano il bagno sulle rive sabbiose. Un bel salto nel tempo in un ambiente che è cambiato nel colore dell’acqua e nella frequentazione, ma che, a chi lo ama, da la stessa senzazione di pace e armonia, anche senza essere pucciniani.
Battuta finale (d’obbligo):
- Alza il pollaccone Togno che c’è r maestralino, tra poo ci semo-
- Ma dove si va poi, a Lucca? Ma ci si farà a montà Radiata?-
- ‘un ci pensà, quando s’ariva da Perseo si mette trapeli!-
- Eh! N’avevo proprio voglia di ‘nzuppà r biscotto!-
- O chiorba, no quei peli lì, le fune ar collo dei ciui, come l’arzaia alle barche! Oh, ma ‘un ciai artro ner capo?-
- O allora?-
L’equivoco nasceva anche ai barrocciai che transitavano sulla via pedemontana che, arrivati alla trattoria sotto Legnaio, trovavano scritto “Si mangia, si beve e si mette trapeli”.
Il gestore non capiva perché tutti chiedevano di sua moglie!