Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Come pareggiare (rischiando di perderla) una partita che meritavamo di vincere
Reduce da un pranzo familiare standard (lasagne alle verdure, polpo e insalata, presenza dell’amico FB, che mi ha promesso di portarmi sulla sua barca appena acquistata a fare il viaggio in mare Piombino-Livorno, in occasione del quale secondo lui potremo vedere anche il pesce flauto, appena arrivato dal Mar Rosso, dove un tempo se ne stava tranquillo), eccomi su 50 Canale (perché francamente lo preferisco al canale della Lega Pro, e per forza).
E’ una partitaccia, molto difficile. Il Gubbio è una squadraccia tignosa e cattivella, il pubblico è ridotto ma tosto la sua parte, e poi c’è un campaccio, reso più difficile dal fatto che c’è anche tempaccio; anche i raccattapalle sono tremendi, ricordo che l’anno scorso, per perdere tempo, buttarono due volte due o tre palloni in campo. Tra l’altro non vinciamo da queste parti dalla bazzecola di 67 anni. Insomma è un po’ la partita della verità, bisogna essere braglieschi e gagliardi, altrimenti lasciamo perdere i sogni di gloria.
Per essere appunto più bragliesco, Braglia schiera (cambiando formazione per la trecentoventisettesima volta) una squadra più centrocampistica e poco offensiva (del resto, anche volendo, Arma non c’è e quindi si farà quel che si può). Stiamo a vedere. Si comincia e il match sembra subito equilibrato. Non abbiamo esterni, ma di centrocampisti ce n'abbiamo un biribissìo. Arrighini ha subito una buona occasione, ma tira malaccio e non si segna. Peccato. E subito dopo ecco un’altra occasione di Arrighini, ma nulla! Miseriaccia! Il tempaccio è sempre più accio e piove a dirotto. Al 20°, sempre con Arrighini, un altro buon tiro. Non siamo malaccio, via. Per un po’ non succede granché, poi ci fischiano un rigore a favore, ma Arrighini lo sbaglia (ed è il terzo di seguito che sbagliamo, uffa). Peccato davvero, maledizione. Comunico con un messaggino l’erroraccio del nostro all’ingegner Fusarpoli (che mi aveva pregato di mandargli notizie sul match), il quale si trova al momento a vagare in un bosco nei pressi di Peccioli. E così il tempo finisce zero a zero, ma se c’è una squadra che ci ha provato siamo stati noi. E questo –come si suol dire- mi autorizza –nonostante il rigore e le altre occasioni sbagliate- a sperare. Francamente –e mi sbilancio assai- ho fiducia: secondo me siamo stati superiori e questa partita bisogna vincerla.
Intervallo con i classici rimpianti per le occasioni buttate. Mi attendo la solita intervista col presidente Battini con la camicia scura, che di solito dice le solite cose, ma si vede la faccia di Andrea Orsini che ovviamente dice che “bisogna buttarla dentro in tutte le maniere”.
Si riattacca speranzosi. E c’è subito un numero di Arrighini che ci prova, ma il portiere l’acchiappa. Poi un tiraccio di Iori, insomma produciamo un sacco di roba, e francamente a questo punto mi viene in mente che potremmo anche perdere, perché il calcio è fatto così. E infatti c’è subito un segnale premonitore con un contropiede pericolosissimo del Gubbio (fin qui unico loro tiro in porta). E’ il 13° e penso che a questo punto non vinciamo più. E infatti al 16° buttiamo al vento un’altra occasione. No, non si vince più. E infatti al 22°, su un errore della nostra difesa, segnano loro. Pazzesco! Una partita che dovevamo stravincere, va a finire che la perdiamo. Non ho davvero parole. E’ vero che bisogna buttarla dentro, però ci dev’essere anche una componente di sfiga, perché non può andare sempre così male. Poi negli ultimi venti minuti loro sono ovviamente chiusissimi. Però entra Beretta e subito dopo segna! E così pareggiamo e chissà, forse a Gubbio vinceremo tra 67 anni. Ed è veramente il colmo, dopo una partita del genere, che andava vinta punto e basta. A questo punto recuperare per l’ennesima volta quattro o cinque punti di ritardo (e siamo quinti, mi pare) diventa sempre più difficile. Mi sa che per l'ennesima volta non è l’anno buono: troppe cose che non vanno o non sono andate bene. Spiace (molto) ma è così (sì, ma noi ci si spera lo stesso, che ci costa?).