Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sflacelo
Arrivo sfatto a casa alle 19,55 dopo essere rimasto a scuola ininterrottamente ed esattamente 12 ore e 25 minuti. Dopo aver mangiato un po’ di pesce (buono!) mi schiocco alla TV per il big match. No, non si tratta di Juventus-Dortmund, di cui nulla mi importa, ma di San Marino-Pisa. E sì che nella mia scuola son quasi tutti tifosi scatenati della Juventus (a parte qualche irriducibile milanista e un paio di isolati interisti, spesso derisi e villipesi), dalla maggior parte del personale ATA (insomma i custodi) a non pochi insegnanti, al responsabile di plesso fino alla dirigente, sulla porta del cui studio spicca una gigantografia della squadra torinese.
Ma che Juve e Borussia! Qui bisogna andare fino in fondo, avere molta molta pazienza, voglia di farsi male e sorbirsi il Pisa fino all’ultimo, come i giapponesi a Okinawa. Ebbene la partita comincia e il Pisa comincia laddove aveva finito, cioè nel nulla. Si attende una scossetta per il cambio di allenatore, ma mi sa che questa squadra, con qualunque allenatore, che sia Braglia, Guardiola, Pillon o perfino Giampi Ventura (magari con lui chissà…), giocherebbe così, cioè senza un lampo o una luce. In 45 minuti di noia tremenda i nostri costruiscono solo un paio di mezze occasioni, entrambe mi pare su spunti di Floriano sulla sinistra. Tiri nulla (ma quando è stata l’ultima volta che un portiere avversario ha fatto una parata su un tiro dei nostri?). Cross non se ne vedono, anche perché Arma è in panca e quindi di testa non la potrebbe prendere nessuno. Insomma, il San Marino, che è ultimo staccatissimo dalla penultima, ci contiene tranquillamente, senza correre grandi rischi.
Inizia il secondo tempo e la solfa è sempre quella. Mi verrebbe voglia di mettermi a vedere un film su Arte, il mitico canale culturale franco-tedesco che forse a Pisa guardo solo io, ma resisto cocciutamente. La nostra difesa e il nostro centrocampo effettuano un’infinita serie di inutili e prevedibili passaggi. Al 15° entra Arma, e ci si aspetta che cambi qualcosa. Ma non cambia un accidente. C’è un’altra mezz’ora di triste sofferenza. Mi verrebbe voglia di mettermi a urlare “Sveglia!”, ma sono da solo con uno dei miei quattro gatti, che mi guarda perplesso dalla cima dell’armadio su cui si è issato. C’è almeno un colpo di testa di Arma, però centralissimo. Poi ricomincia il nulla, i passaggi alti, quasi sempre imprendibili per le nostre punte. Mi verrebbe voglia di spengere e andare a letto per rileggere per l’ennesima volta il finale di “Suite française” il bellissimo romanzo di Irene Nemirovsky; in questi giorni c’è al cinema il film tratto dal libro, ma io non ci vado, perché ho paura che il regista abbia tradito il libro, al quale sono troppo affezionato per vedermelo rovinare da qualcuno. E invece resto, e così si arriva al ventisettesimo e quarantadue secondi. Il gatto (è una gatta, bianca e nera) scende dall’armadio e sale sul tavolo, continuando a guardarmi con gli occhi sbarrati. Andrea Orsini continua a parlare del modulo dei nostri, ma esiste davvero un modulo in questa squadra? Si arriva al ventinovesimo minuto e cinquantatre secondi. Entra anche Napoli, ma non succede niente, inesorabilmente. Niente. Scocca il trentottesimo minuto e diciannove secondi. La gatta continua a guardarmi dal tavolo. Addirittura il San Marino si mangia un goal in contropiede. E subito dopo, per finire in bellezza, al quarantesimo e ventisei secondi il San Marino segna. Più che una frittata, mi sembra quasi una logica e fatale conseguenza di quel che si era visto. Mi domando se abbiamo giocato peggio oggi o domenica con L’Aquila. E’ difficile dirlo.
E ora che si fa? Licenziamo Pillon e prendiamo Pagliari? Menichini? Cuoghi? Il fratello di Pagliari? Il fratello di Cuoghi? Lo zio di Indiani? O magari Braglia? Il nipote di Toma? Giordano? Sì, Giordano, in una squadra come questa non potrebbe far danni. Ora il problema è: avendo la tessera del tifoso, mi devo sorbire le prossime partite casalinghe fino alla fine? Devo vedermi Pisa-Prato, Pisa-Tuttocuoio e qualcos’altro? Se ne riparla l’anno prossimo? Mi riabbono? Oppure? Passerò i pomeriggi della la domenica a fare tranquille passeggiate sulla spiaggia a Tirrenia o a Nicosia, per la sagra delle camelie? A fare qualche girata sul monte Serra? A Livorno a vedere i polpi all’acquario? A San Rossore, a vedere qualche cinghiale? Chissà, magari me ne resterò a casa a correggere qualche compito. Non lo so, ora come ora non mi viene in mente niente. Vado a dare i croccantini alla gatta. Buona notte.