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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Cronache di un prof. tifoso
San Marino-Pisa 1-0
di Arbauz

18/3/2015 - 22:34

Sflacelo
 
Arrivo sfatto a casa alle 19,55 dopo essere rimasto a scuola ininterrottamente ed esattamente 12 ore e 25 minuti. Dopo aver mangiato un po’ di pesce (buono!) mi schiocco alla TV per il big match. No, non si tratta di Juventus-Dortmund, di cui nulla mi importa, ma di San Marino-Pisa. E sì che nella mia scuola son quasi tutti tifosi scatenati della Juventus (a parte qualche irriducibile milanista e un paio di isolati interisti, spesso derisi e villipesi), dalla maggior parte del personale ATA (insomma i custodi) a non pochi insegnanti, al responsabile di plesso fino alla dirigente, sulla porta del cui studio spicca una gigantografia della squadra torinese.


Ma che Juve e Borussia! Qui bisogna andare fino in fondo, avere molta molta pazienza, voglia di farsi male e sorbirsi il Pisa fino all’ultimo, come i giapponesi a Okinawa. Ebbene la partita comincia e il Pisa comincia laddove aveva finito, cioè nel nulla. Si attende una scossetta per il cambio di allenatore, ma mi sa che questa squadra, con qualunque allenatore, che sia Braglia, Guardiola, Pillon o perfino Giampi Ventura (magari con lui chissà…), giocherebbe così, cioè senza un lampo o una luce. In 45 minuti di noia tremenda i nostri costruiscono solo un paio di mezze occasioni, entrambe mi pare su spunti di Floriano sulla sinistra. Tiri nulla (ma quando è stata l’ultima volta che un portiere avversario ha fatto una parata su un tiro dei nostri?). Cross non se ne vedono, anche perché Arma è in panca e quindi di testa non la potrebbe prendere nessuno. Insomma, il San Marino, che è ultimo staccatissimo dalla penultima, ci contiene tranquillamente, senza correre grandi rischi.


Inizia il secondo tempo e la solfa è sempre quella. Mi verrebbe voglia di mettermi a vedere un film su Arte, il mitico canale culturale franco-tedesco che forse a Pisa guardo solo io, ma resisto cocciutamente. La nostra difesa e il nostro centrocampo effettuano un’infinita serie di inutili e prevedibili passaggi. Al 15° entra Arma, e ci si aspetta che cambi qualcosa. Ma non cambia un accidente. C’è un’altra mezz’ora di triste sofferenza. Mi verrebbe voglia di mettermi a urlare “Sveglia!”, ma sono da solo con uno dei miei quattro gatti, che mi guarda perplesso dalla cima dell’armadio su cui si è issato. C’è almeno un colpo di testa di Arma, però centralissimo. Poi ricomincia il nulla, i passaggi alti, quasi sempre imprendibili per le nostre punte. Mi verrebbe voglia di spengere e andare a letto per rileggere per l’ennesima volta il finale di “Suite française” il bellissimo romanzo di Irene Nemirovsky; in questi giorni c’è al cinema il film tratto dal libro, ma io non ci vado, perché ho paura che il regista abbia tradito il libro, al quale sono troppo affezionato per vedermelo rovinare da qualcuno. E invece resto, e così si arriva al ventisettesimo e quarantadue secondi.  Il gatto (è una gatta, bianca e nera) scende dall’armadio e sale sul tavolo, continuando a guardarmi con gli occhi sbarrati. Andrea Orsini continua a parlare del modulo dei nostri, ma esiste davvero un modulo in questa squadra? Si arriva al ventinovesimo minuto e cinquantatre secondi. Entra anche Napoli, ma non succede niente, inesorabilmente. Niente. Scocca il trentottesimo minuto e diciannove secondi. La gatta continua a guardarmi dal tavolo. Addirittura il San Marino si mangia un goal in contropiede. E subito dopo, per finire in bellezza, al quarantesimo e ventisei secondi il San Marino segna. Più che una frittata, mi sembra quasi una logica e fatale conseguenza di quel che si era visto. Mi domando se abbiamo giocato peggio oggi o domenica con L’Aquila. E’ difficile dirlo.

 

E ora che si fa? Licenziamo Pillon e prendiamo Pagliari? Menichini? Cuoghi? Il fratello di Pagliari? Il fratello di Cuoghi? Lo zio di Indiani? O magari Braglia? Il nipote di Toma? Giordano? Sì, Giordano, in una squadra come questa non potrebbe far danni. Ora il problema è: avendo la tessera del tifoso, mi devo sorbire le prossime partite casalinghe fino alla fine? Devo vedermi Pisa-Prato, Pisa-Tuttocuoio e qualcos’altro? Se ne riparla l’anno prossimo? Mi riabbono? Oppure? Passerò i pomeriggi della la domenica a fare tranquille passeggiate sulla spiaggia a Tirrenia o a Nicosia, per la sagra delle camelie? A fare qualche girata sul monte Serra? A Livorno a vedere i polpi all’acquario? A San Rossore, a vedere qualche cinghiale? Chissà, magari me ne resterò a casa a correggere qualche compito. Non lo so, ora come ora non mi viene in mente niente. Vado a dare i croccantini alla gatta. Buona notte.

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14/9/2015 - 19:44

AUTORE:
ale

arbauz ritorna!!!! ti aspettiamo!

24/3/2015 - 19:00

AUTORE:
artilafo

Alcuni anni fa, convinto dalla mia fidanzata di allora, praticavo settimanalmente il window shopping, un’attività che consiste nel guardare le vetrine dei negozi per immaginare o valutare l'acquisto di un bene senza poi risolversi a comprarlo effettivamente.
L’attività si protrasse evidentemente troppo a lungo e arrivai al punto di non poter più passare davanti ad un negozio senza provare l’impulso della fuga.
Dovendo comunque procedere ad alcuni acquisti, e in particolare a quello di un paio di scarpe, ed avendo allora una certa qual disponibilità economica, mi risolsi ad assumere un personal shopper.
Il personal shopper è un consulente per gli acquisti, un professionista, che può accompagnare i clienti per negozi, oppure, come nel mio caso, acquistare gli oggetti per conto loro. I clienti sono normalmente persone abbienti, in carriera o che gravitano intorno al mondo della moda e dello spettacolo e generalmente con poco tempo a disposizione, ma che necessitano nondimeno di capi di abbigliamento, oggetti di arredamento, regali per le ricorrenze, ecc.
Tra le varie lettere di presentazione che ricevetti per ricoprire quel posto una in particolare mi colpì:
“Hiroshi Nanami oggi è un personal shopper, una wedding planner, un blogger. La strada per arrivare fino qui non è stata tutta in discesa, come tutti ha fatto le sue gavette, ma con tenacia e dedizione è riuscito a raggiungere i suoi obbiettivi e continuerà a farlo. Nato nel novembre 1972 si dimostra fin da piccolo dedito agli altri, conciliando con la scuola il volontariato e l’animazione per i bambini.
Inizia la carriera di calciatore nello Jubilo Iwata, squadra in cui ha esordito nel 1995. Nello stesso anno ha debuttato in Nazionale, con la quale ha conquistato per la prima volta nella storia la qualificazione ai Mondiali di Francia 98, partecipando anche alla fase finale della rassegna; Hiroshi Nanami è considerato dai critici asiatici del pallone come il miglior centrocampista del Paese del Sol Levante. Nel 1999 arriva in Italia: giunge finalmente a Venezia in prestito per un anno con diritto di riscatto.
Ma il calcio non è tutto, e capisce che la forza delle sue azioni, quella grinta che gli fa raggiungere ogni obbiettivo desiderato, dipende dalla testa e non dal corpo: inizia quindi a seguire formatori nazionali e internazionali, partecipando ai corsi e leggendo i loro libri (in quegli anni ha seguito coach del calibro di Anthony Robbins, Roy Martina, Roberto Re, Robert Kiyosaki, Livio Sgarbi, Miranda Sorgente, ecc …)
Dopo altre magnifiche esperienze si concentra su quel sogno nel cassetto messo un po’ da parte: fare moda. Decide così di fare del suo hobby un lavoro, diventando personal shopper. Ma per quanto una persona possa essere “portata” per un lavoro è sempre necessario avere alle spalle delle solide basi su cui creare una valida attività. Per questo, nel tempo libero dagli allenamenti, frequenta un corso in alta formazione professionale per Personal Shopper e uno per Consulente d’Immagine.
Con Hiroshi Nanami come personal shopper risparmierete sicuramente tempo e denaro perché gli acquisti che farete saranno studiati e commisurati al vostro corpo, al vostro stile e alla vostra professione. Per qualsiasi informazione o per un primo appuntamento gratuito contattatemi ecc. ecc. … Firmato: Hiroshi Nanami”.
Mi colpì il dinamismo di quel giovane e la sua determinazione. Il fatto poi che fosse un calciatore, seppur di scarso livello, mi convinse ad assumerlo.
Il primo incarico per Hiroshi Nanami fu l’acquisto di un paio di scarpe polacchine color sabbia o, in subordine, marrone scuro.
Ma i problemi cominciarono subito poiché il Nanami si sentiva poco valorizzato: avendo infatti solo un modello e due colori come alternativa possibile sentiva profondamente sminuita la propria creatività. Dopo una lunga e faticosa trattativa si convinse comunque ad accettare l’incarico.
Esce di casa mia a testa bassa bofonchiando qualcosa in giapponese e alcune ore più tardi si presenta con un paio di scarponcelli color mimetica militare, addirittura non stringati, cosa per me inaccettabile.
Ma non era soltanto il suo rendimento lavorativo a preoccuparmi: ben sapendo, dalle cronache sportive, che il vero Nanami era mancino misi alla prova quel tizio con un abile strattagèmma e scopersi che in realtà costui era destrimano.
Il mio personal shopper era dunque un impostore! Alla fine, se pur a malincuore, lo smascherai e, messo alle strette, fuggì senza frasi più vedere, lasciandomi quegli scarponcelli mimetici non stringati che non ho mai avuto il coraggio di indossare.

21/3/2015 - 18:32

AUTORE:
Arbauz

Eh no. Non me la sento di fare la cronaca di un'altra partita sciagurata. E cambia poco che forse il rigore per loro non c'era e che nel secondo tempo almeno un po' d'orgoglio s'è visto. In fondo, anche se fosse finita 1 a 1, cosa avremmo concluso? Basta, per questo campionato si chiude qui e se ne riparla l'anno prossimo. C'è poco da fare. E' triste, ma è così.

20/3/2015 - 23:11

AUTORE:
Cervetto

Ma via su, non esageriamo. Diciamo pure che siamo stati maledettamente iellati. Se Arma avesse giocato fin dall'inizio. Se su uno dei quattro o cinque calci d'angolo che abbiamo calciato avesse inzuccato la sfera e avesse centrato la porta. Se il portiere del San Marino fosse scivolato su uno scottex portatogli fra i piedi dal vento del Titano. Se la palla si fosse adagiata in fondo alla saccoccia per l'1-0. Se poi, infine, quel tal calciatore sanmarinese avesse sì calciato al quarantesimo e venti secondi quel pallone sul palo ma la sfera beffarda fosse rimbalzata fuor dal campo. Insomma, o Arbauz, avremmo vinto. Vinto, capisci? E allora, di che ti lamenti? Mancò la fortuna non il valore e poco mancò piuttòsto che il vecchio Cervetto stanco sì, ma emozionato per la gagliarda prova e la commovente dedizione al Vessillo dimostrata, si buttasse una zimarra sul pigiama per andare con cento e cento altri entusiasti ad aspettare nel buio della notte profonda il ritorno dei suoi eroi.
PS1: Dopo la partite il vecchio Cervetto accusa messaggio di un suo ex studente, P.G., già promettente portiere, attuale sfegatato supporter nerazzurro: "Mazzolare, briscolare, spianare gropponi, bastonare, applicare calci in culo, avviare alla pala, fare cappottate, rintronare dagli stiàffi, ditinellòcchi, rovesciare, rigare e manomettere in vario modo spyders, assediare negli spogliatoi, ecc." Fin dalla giovinezza, P.G. fu ragazzo generoso d'animo ma esuberante e manesco. Chiedo venia al Censore ma il bruto si espresse più o meno proprio così, tal qual. Lo giuro.
PS2: Siparietto. Anno di grazia 1974 o 1975. Il Pisa tanto per cambiare ne busca in casa. Un'orda barbarica vociante e minacciosa stringe d'assedio gli spogliatoi della vecchia Arena. Nascosto alla vista delle turbe tonitruanti il buon portiere Leardi occhieggia tremebondo e ingobbito da dietro un furgoncino lo svolgersi degli eventi. Nella destra stringe un involto bigio. Agogna di raggiungere la Fiat 126 azzurro smeraldo parcheggiata poco lontano. Dietro a lui, sotto le case di Via Rosmini però, l'allor giovane Cervetto e i suoi sodali l'hanno da tempo sgamato e non se lo lasciano scappare. Improvviso parte un grido: "E' 'nutile 'e tu giòi a nascondino, caro grappino, é ti s'è visto... Vai, vai! Piomba, Leardi, col sacchetto della spesa!"
Altri tempi, altre tempre, altri fusti.
Ave, o divino Arbauz.

18/3/2015 - 23:09

AUTORE:
Rossocrociato

Con il mitico Pillon che l'omino ha strappato al Real a suon di milioni la squadra ha subito trovato il suo equilibrio: prima perdeva solo in casa, ora anche fuori.