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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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KEICHU
di Trilussa

19/4/2015 - 19:29


La foto è recente, scattata un giorno di festa in un paesino della provincia di Grosseto.  Un particolare affatto secondario, potevamo essere in un qualunque piccolo paese di ogni parte d’Italia.


Proviamo a indovinare quale sarà il regalo richiesto dal ragazzino al centro della foto al suo prossimo compleanno! I genitori, specie se capaci di fare il loro mestiere probabilmente, considerando l’età del ragazzo nella foto, cercheranno di rimandare di un anno o due l’inevitabile e scontato acquisto ma non potranno che capitolare. Per l’insistenza del ragazzo, amato, e per la difficoltà di riuscire a rispondere in maniera esauriente alla continua e scontata osservazione “ma ce l’hanno tutti!”


Potrebbero rispondere usando la logica di qualche sano principio e fornendo le giuste motivazioni ma per questo serve una fermezza ed una convinzione che molti genitori non posseggono. Cederanno, anche perché non farlo li farebbe sentire diversi, forse anche un po’ crudeli nei confronti del figlio e perché il sacrificio del loro ragazzo non modificherebbe il costume e l’andazzo generale. Forse anche per qualche dubbio che la loro fermezza e il loro diniego possa in qualche modo tradursi in una sensazione di esclusione da parte del figlio. Un senso di esclusione, come si vede dalla foto,  accettabile sia pur con disappunto per ragioni di età (ma c’è la certezza della crescita e del diritto finalmente acquisito), molto meno accettabile come scelta dei genitori.


I ragazzi hanno anche un pallone da calcio (che si intravede sotto i piedi al centro della foto), e questo fa intendere che comunque forse conservino ancora un po’ di quella sana attività motoria all’aperto che per la generazione precedente (o forse, meglio, per quella precedente ancora) era l’unico divertimento nei momenti liberi dalla scuola.


I “ginocchi” sbucciati, crostosi o sanguinanti a seconda del momento erano le stigmate di un periodo in cui per telefonare bisognava andare al telefono pubblico, entrare in cabina, farsi passare la linea e poi pagare gli scatti usati per la conversazione.


Tralasciando il rischio biologico del cellulare (che pare confermato ci sia, specie per un uso intenso), spesso anche l’accesso ad internet avviene in questi ragazzi ad un’età troppo ingenua per poter affrontare questa esperienza con la giusta maturità e consapevolezza. Ma il rischio maggiore di questa precocità  è una dipendenza vera e propria. Leggiamo:


“si possono riscontrare delle vere e proprie dipendenze da cellulare, fenomeno noto anche come “telefonino-dipendenza”, “cellularomania”, “cellulare-addiction” o “keichu” come è stato definito in Cina. Questa malattia, oltre alla quantità di tempo che le persone dedicano all’uso del cellulare, si manifesta anche quando le persone presentano alcuni dei seguenti atteggiamenti o disturbi: vertigini, stato confusionale, emicrania, massima affettività verso il cellulare, visione del telefono come principale mezzo per comunicare con le persone, ansia (o stati di panico) quando lo strumento telefonico non ha batteria (o si rompe), incapacità di avere dei momenti di assenza di comunicazione virtuale con qualcuno, giustificazione dell’uso esagerato dello strumento, mantenere il telefono acceso anche di notte, etc. Questa sindrome si è andata a sviluppare di pari passo alle tecnologie che si andavano a perfezionare sempre di più, concedendo ai fruitori di tali strumenti usi e soluzioni sempre più favorevoli per la vita di tutti i giorni”


La cosa preoccupante è che la maggior percentuale di dipendenti da questi strumenti di comunicazione sono proprio gli adolescenti che in questa fase della loro vita stabiliscono le modalità dei contatti sociali, la gestione delle relazioni interpersonali. Il rischio è che le reazioni affettive ed emozionali, sviluppatesi con il cellulare, diventino virtuali e interferiscano poi con una reale relazione sociale con gli altri.


“Obiettivo fondamentale è che i giovani imparino a dosare l’uso di questi strumenti, bilanciando la loro utilità con gli altri utilizzi meno consoni, è importante inoltre avere una vita piena di relazioni vere, in modo da avere poco tempo da dedicare ai social network, alle comunicazioni telefoniche, chat, etc., è sostanziale concedersi, di tanto in tanto, una pausa dall’uso di tali strumenti. Infine la cosa vitale è comprendere che nessuno strumento di comunicazione, neanche il più avanzato, riuscirà mai a competere con il piacere di guardare negli occhi una persona.”


Un avvertimento non tanto per i ragazzi, che hanno il naturale desiderio di crescere e scoprire, ma soprattutto per le loro famiglie per fare in modo che la crescita dei propri figli possa avvenire con quella giusta gradualità e attenzione capace di formare cittadini e uomini consapevoli e non precoci malati di keichu.

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20/4/2015 - 15:42

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

Alla Baldinacca, al Cotonmoro; maanche nel podere di Pruniccio, tre colpi di martello ripetuti per due volte nella gombera attaccata al fio canto 'asa con un fil di ferro da filate, era "segno" che il "desinare" era pronto.

Poi vennero le tv nei bar e dopo i telefoni fissi in posti pubblici ed a metà anni /70 anche Giampiero del Masoni, mio vicino, aveva il telefono in casa; quindi per una necessità era più che sufficiente avere quell'opportunità.

Cabine telefoniche-viaggio di nozze e terremoto a Gemona del Friuli nel /76.
Trovandoci a Venezia io e Sandra si sentì un bello scossone e quindi mettendoci in coda per qualche ora per dare notizie a casa (tramite l'amico Giampiero) non ci riuscimmo perché le linee erano intasate ed il giorno dopo da Bologna, in casa dello zio di Sandra detti notizia a Giordano mio fratello che eravamo sani e salvi.

Vado in Jugoslavia da solo in macchina: disse don Lido. Ho il cellulare in tasca ma lo tengo spento e per una necessità lo accenderò; perché debbo rispondere mentre guido ad uno che mi dice: se siei a casa ti porto du' cesti d'insalata e du' arselle a me m'èn troppe.

L'altro giorno ero a chiacchierà con l'amico don Lido e tirò fuori di tasca il cellulare per sentire a viva voce l'orario e..si parlò di evoluzione/necessità di quello strumento.
Nel 2009 il giorno di Natale il nostro Serchio verso le otto e mezzo di mattina ruppe l'argine fra Nodica e Migliarino ed io migliarinese lo seppi un quarto all'undici ed il prof. Raffaello Nardi, capo dell'Autorità di Bacino del Serchio disse: se potevo dare l'allarme del pericolo incombente la sera prima; l'argine si rompeva comunque ma tanti beni e cose si sarebbero salvati; anche avvisando del fatto compiuto immediatamente tutti.
Da li partì il mio impegno pressante per convincere le varie autorità della necessità di avere un avviso tramite i nostri cellulari con un messaggio come poi è avvenuto registrandoci tramite la Protezione Civile Comunale.
Lo dissi e lo scrissi nel gennaio 2010 ed in tanti colsero l'occasione per dirmi il contrario di tutto di quell'opportunità che ora abbiamo con poca spesa per il Comune.
Bisognava secondo "loro" fare il giro con l'altoparlante, suonare tre squilli di tromba (?) oppure far suonare le campane ed il buon don Lido mi disse: secondo te se il tu' figliolo alle sei meno un quarto, sente sonà le 'ampane che fa? eppoi, come le dovrei sonà? a morto o a doppio come per le feste?

Concludendo: se gli stumenti nuovi si usano "ammodino" male non fanno....
...e anche i pioppini, pur non essendo funghi "velenosi" ma, come diceva mì pà: se uno ne mangia uno staio da venti chili tutti n'una vorta: moie!

piesse, anni fa presi il primo pc e non lo collegai ad internet; semplicemente perché non sapevo della sua esistenza.

20/4/2015 - 9:39

AUTORE:
M. C.

Il rischio è quello di dimenticare che questi sono strumenti, mezzi per facilitare la comunicazione, il sapere, la vita delle persone...invece stanno invadendo con prepotenza le nostre vite e stanno cambiando il nostro modo di relazionarci. il rischio è di perdere il contatto ...pur essendo connessi.
Il rischio è che amplifichino la stupidità...e ieri ne abbiamo avuto l'ennesima prova con i commenti disumani che sono seguiti alla tragedia delle 700 persone morte in mare.

19/4/2015 - 21:04

AUTORE:
Elementare&

Prima, star fisso sui libri di carta era un vanto.
Sai...! il mi bimbo è proprio bravo, sta fisso su libbri a studià, da grande doventerà quarcuno.

La giovane Presidente della Camera dei Deputati Irene Pivetti (sorella della più celebre Veronica) voleva schermare l'intero Palazzo dove si riuniscono i 650 Deputati; dico l'intero, compreso la "Buvette" perché altrimenti negli scranni non ci stava nessuno e a distanza di poco tempo si ha un Presidente del Consiglio dei Ministri diventato tale perché si è "fumato" tutti i concorrenti con la sua innata velocità dello "spippolare".
...arrivo! disse con un truitter all'intero mondo mediatico che era li che aspettava con migliaia di flask da scattare di la dalla "vetrata" mentre Napolitano Giorgio gli conferiva l'incarico di fare un Governo con chi ci stava.
..poi ci sarebbe altro ma, si è fatto tardi e...