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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Sei di Migliarino se...
di Madamadorè

26/4/2015 - 14:30


 
C’è un’idea strana che aleggia su Migliarino, una sorta di profezia, a Migliarino non c’è niente e non succede niente, e se qualcosa si muove è ad arte sempre dei soliti, che si comportano da “soliti” e la fanno da padroni.


Proviamo a fare un inventario.


C’è un circolo Arci molto attivo su molti fronti, dal tempo libero al sociale. Qualche esempio? Insieme alla Pubblica Assistenza e alle dame di san Vincenzo si occupa del cibo recuperato dalle mense scolastiche del comune, lo sporziona e lo distribuisce alle famiglie, fa la raccolta del banco alimentare, ogni giovedì c’è il progetto età d’oro con  tombola, gite, mostre, film…per gli  anziani


C’è la società cooperativa Teatro del Popolo con i suoi locali e con le tante attività, alcune ospitate altre gestite, come la Ludoteca  e il nido, con tante possibilità ancora nel cassetto


C’è la polisportiva Migliarino calcio importante società a livello provinciale e regionale.


C’è il Migliarino  Volley fondata nel 1984, un’associazione sportiva che ha espanso la propria attività in modo eccellente, infatti l’attività agonistica la vede in B2 nazionale. Ma mi piace ricordare l’attività che svolge con oltre 70 bimbi e bimbe. Un’eccellenza, espressione del territorio che da questo dovrebbe ricevere più attenzione.


Ci sono Le Dame di San Vincenzo, del Volontariato Vincenziano- AIC Italia, che opera nel territorio dal 1953 a favore dei poveri e ammalati con visite domiciliari, distribuzioni generi alimentari e vestiario, accompagnamento  disabili, servizi in parrocchia.


C’è la Pubblica Assistenza, la sezione  di Migliarino, costituita nel primo dopoguerra, è presente sul territorio  sin dal lontano 1947. Ha rappresentato e rappresenta tuttora, un punto di riferimento importante per tutti coloro che hanno inteso promuovere e sviluppare la “cultura del volontariato e della solidarietà”. Svolge anche servizi di protezione civile e di antincendio


C’è l’ASBUC con i suoi terreni, con i suoi progetti come quello della Pasta civica e quello del polo sociosanitario. A proposito, venerdì sera c’era una riunione sul bilancio nella nuova costruzione, e di gente se ne è vista pochina, neanche un po’ di curiosità di entrare dentro il nuovo edificio è riuscita a smuovere le persone o sarà stata scarsa la pubblicità? Mah, non si sa…si sa solo che i cittadini presenti erano pochi.


C’è il Maggio Migliarinese che tra poco riparte con un calendario ricco di iniziative. Un gruppo di persone che da poco più di 10 anni cerca di rammendare un senso di comunità, di appartenenza al territorio passando dalla musica, al cabaret, alle biciclettate nel parco, al picnic sulla via dei Pini, uno dei momenti più belli per vivere una comunità, per sentirne il profumo.


Spero di non aver dimenticato nulla.


8 realtà associative, non sono poca cosa, anzi sono un patrimonio di pensiero, attenzione, sensibilità, presenza, resistenza, disponibilità, vicinanza e possibilità. Tutto questo vuol dire avere persone che fanno cose, che si mettono a disposizione degli altri.
Qui però si comincia a intravedere l’altra faccia della medaglia, come mai un patrimonio così prezioso è poco visibile,  viene poco apprezzato, riconosciuto, partecipato e corrisposto dalla cittadinanza, come mai questo patrimonio non riesce a produrre un circolo virtuoso che moltiplica risorse e possibilità?


Qui ci casca l’asino.


Andando in giro e chiacchierando si sente dire che ci sono sempre le stesse persone a presidiare gran parte dei posti sopra elencati…ARCI, ASBUC, Teatro del Popolo…si sente dire che questi posti son diventati come di “proprietà”, che non si può muovere foglia senza che questi lo vogliano, perciò si snobba, si disertano le riunioni o le assemblee, non si risponde ai richiami, e soprattutto si critica.


E qui casca un’altra volta l’asino.


La verità non è sempre una sola, bisognerebbe praticare l’arte di mettersi dall’altra parte e vedere un po’ come stanno le cose.
Criticare è uno sport fantastico e diffusissimo, si fa con disinvoltura e facilità, con poco dispendio di energie e con nessuna assunzione di responsabilità.


Tutto buono e tutto bello quello che viene fatto? Ci vogliamo dividere in buoni e cattivi?
Assolutamente no.


Le persone, alcune delle persone impegnate nelle varie associazioni risultano essere sempre le stesse, risultando come il “prezzemolo”, son di qua e di là facendo e occupandosi.


Mi vengono due domande.
 Perché lo fanno?
E se smettessero di farlo?


Dietro ad ogni associazione, ad ogni attività svolta c’è lavoro da sbrigare, tempo da dedicare, rogne anche burocratiche da risolvere, un patrimonio reale e simbolico da mantenere per il futuro.
C’è spesso stanchezza e frustrazione, solitudine del fare e del decidere, scarso ritorno di partecipazione e coinvolgimento proprio dei migliarinesi di Migliarino. Ci sono anche errori, rigidità e muri che però sono spesso figli della mancanza di partecipazione, di discussione nella diversità di visioni, di condivisione del lavoro, delle responsabilità e dell’impegno ad esserci e a starci con le mani, la testa e il cuore.
C’è lo sforzo di tenere tra parentesi  l’IO, oggi sempre più grande e dominante, per costruire un NOI, per lavorare per un obiettivo comune. Chi prende parte a queste associazioni col solo pensiero di guadagnare qualcosa per sé e solo per sé, va poco lontano, dura poco.
Dimenticavo,  c’è anche divertimento e risate, amicizie che nascono, litigate che finiscono con nuove prospettive da disegnare.
 
Se son sempre gli stessi a pensare e a costruire, finiranno per prosciugare il loro entusiasmo ad esplorare e a scoprire nuove opportunità, nuove strade da percorrere.


C’è in ballo un futuro da costruire per questo territorio che può aprire scenari interessanti e importanti per noi, ma soprattutto per i giovani. Nuove prospettive concrete e realizzabili potrebbero scaturire dalla gestione del Polo sociosanitario di prossima apertura, se a qualcuno interessa pensarci e dargli gambe.

Così come aspettano nuovi pensieri anche ARCI e Teatro del Popolo che da poche settimane si è trasformato in cooperativa sociale.

 

Che vuol dire? Può voler dire tanto o poco, dipende da noi, dalla nostra creatività.

 

Ma nostra di chi? Dei soliti noti? Faccio notare che hanno un’età…servono giovani che vogliano provare a dare un senso a qualcosa  che potrebbe trasformarsi anche in lavoro. Vi ricordate il sindaco di Melpignano che fu ospite del Maggio Migliarinese lo scorso anno? Se dite di no, si torna a capo alla canzone …insomma lui parlò di cooperativa di comunità che nel suo comune gestisce una serie di attività e di servizi sul territorio.


La Madamadorè di stamani è una Madamadorè, forse irriverente, ma sicuramente accorata che rivolge un appello a tutti i migliarinesi e alle migliarinesi di  non aspettare di essere invitati o chiamati, ma di provare ad entrare. Tutto quello che ho descritto è NOSTRO, è il vero bene comune che dobbiamo coltivare, rappresenta il con-vivere e dà gambe al senso civico e di cittadinanza che è proprio di una comunità.

 

A questo via … scatenate l’inferno!!!

 
 

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2/5/2015 - 19:07

AUTORE:
Laura

Prima di tutto io sono Laura e non LAURA. ma non scrivo per questo. Vorrei sapere perché non e' passato il mio scherzoso commento a b.b. che diceva "ma un ti cheti mai" quando invece e' stato accettato quello scherzoso ma pungente di Ultimo.. Perchè sono donna? O perché ora esiste la regola che più di due commenti non si possono fare? Ma si sta scherzando? Ma da che pulpito viene la predica?

1/5/2015 - 22:17

AUTORE:
Daniela, presidente circolo arci Migliarino

Le giovani betulle come Laura sono accolte benevolmente nel nostro circolo ,perché come dice la Madame ,ce n'è un estremo bisogno.I"soliti noti" hanno necessità di affidare la loro preziosa esperienza a nuove generazioni. Magari qualcuno è restio perché il "ruolo " ti prende e ti credi insostituibile. Magari qualche giovane betulla è contagiata dal mal di Migliarino comandano i soliti . Non c' è che un modo per risolvere la questione : partecipare.Io , che non sono un grande pino , assicuro alle giovani betulle la protezione necessaria per vivere accanto ai grandi alberi senza il bisogno di buttarli giù, per paura di essere sovrastati. E ricordatevi che si tratta di prezioso volontariato . Vi aspetto.

1/5/2015 - 20:00

AUTORE:
Ultimo.

........... prima dindà npensione facevi finta di lavora ....... poi sei stato messo a riposo ( tanto un facevi 'na sema ) e vorresti daadintende che vanghi l'orto, che vai affa l'arselle ......... ma un ci crede nessuno. Ormai tutti sappiamo che nella vita un hai mai fatto 'na sema. .......... Ultimo.

1/5/2015 - 13:32

AUTORE:
migliarinese

Ma anche la Voce del Serchio non ha sede a Migliarino? E' stata dimenticata? Eppure è una delle realtà più importanti del nostro territorio.

30/4/2015 - 17:00

AUTORE:
b b

La VdS non è fb; quindi più di due risposte normalmente non si danno.
...però vedo che è curiosa del mio curicula, ne metto un piccolo saggio ulteriore già pubblicato sulla VdS con altri 22 autori autoctoni; ne facemmo una piccola raccolta per puro divertimento e testimonianza dal titolo: Verso la Foce del Serchio - C'è un posto che uno sente suo-

http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=17036&page=0&t_a=di-bruno-baglini-nativo-di-migliarinoo-ndove-ve-sta-meglio-che-qui-dicono

30/4/2015 - 10:24

AUTORE:
LAURA

i grandi e grossi pini spesso sono pericolanti, torti dal vento ...le sue radici spaccano strade e terreni e spesso sono malati...... perchè aspettare il suo decorso naturale???

meglio un taglio netto, meno pericolo e meno infestazione

non importa aspettare il futuro dei pinoli, basta piantare un altro albero, e di alberi già consolidati ci sarebbero, ma sarebbe troppo facile vero.....

piesse: sembrerebbe che tu avessi lavorato una vita... a me/noi sembra una vita che sei in pensione

29/4/2015 - 14:44

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

Dice che chi si accontenta gode e nel suo piccolo sarà anche felice, come lo fui io nel /56 quando ero a cavà le fosse nel campo vicino al Viale Isabella.
La Silvana, moglie di Scipione Baglini, tornava quell'anno li dalla sua unica mezza giornata al mare e Edo, il su figliolo, mi spiegava cosa erano "i cavalloni" visti al mare e l'anno dopo ebbi occasione anch'io di vedere il mare per una giornata intera.
Certo non mi annoiai come quelle poche volte mi succede ora che vado al mare da febbraio a febbraio.

C'era anche il lavoro per tutti; anche mpopò troppo.
Consegnai a Dinetto del Valentini un foglietto con su scritti il n° delle ore lavorate che risultavano ore n°72.a settimana
Quindi dopo aver munto la vacca, bollito il latte, facevo la prima colazione in piedi a casa (ore 06 meno un quarto) poi preparavo la sportina con desinà e cena e quella era una delle tante settimane che noi contadini della Bandita Salviati in inverno, il podere era "in sonno" (ma le 18 bestie della stalla mangiavano tre volte al giorno come gli umani ed anche nei festivi).
Ergo, due festività al mese si aggiungevano alle 72 ore lavorate agli spinaci.
In estate, se pioveva un pochino ci si riposava ma non troppo diceva la Placida 'nsenò ci pigliate il vizio, poi a ripartì è dura.
Certo, si dormiva bene e fitto-fitto ed alle volte al Cinema Aurora mi son vergognato a dormire mpò nel secondo tempo, ma, colpi di sonno per la via di casa era "difficilerrimo" avere perché in inverno con la mota dei carri depositata sul Viale Isabella ed il "tostato" (forti brinate) che ghiacciavano tutto, le più volte quel chilometro e ottocento metri si faceva a piedi.
Era un bel vivere? se si togliamo tutte le macchine e l'elettronica a nostro servizio e ritorniamo a fare il bagno il sabato sera nella stalla con la stessa acqua di pozzo che...ormai era scaldata al fuoco e a tutti conveniva lavarsi con la stessa acqua stagnante della tinozza (se tutti e tredici componenti della famiglia scaldavano la propria acqua...buon per'e'mi'fii).

nb, faccio il pane in casa (quando ne ho voglia) regalo un fottio di cesti di frutta e verdura con gran soddisfazione del dare e ricevere (ora) ho preso letteralmente delle frustate per aver fregato una brancata di ciliegie al Moro del Tabucchi. Da noi alla Baldinacca passava un melaio veneto in novembre di tutti gli anni e con quella cassa di mele si arrivava al novembre dell'anno dopo e...come aneddoto posso dire/raccontare alla cara nonna questo.

Il 16 giugno del /59 ebbi il "permesso" tramite il mì zì Primetto dal Moro del Tabucchi, di cogliere una sportina di ciliegie e andò così che il ciliegio era altissimo ed io di strafugo prima ne mangiai due sportine di ciliegie marchiane e poi via-via ne mettevo una brancatina in bocca ed una nella sportina e...atrappoino ci moio e Ivo Stefani, il babbo dell'attuale medico condotto, mi aveva dato per spacciato e...dopo una settimana riprincipiai a caa e..eccomi qua a divertirmi nel raccontare una storia bella.

Grazie per lo stimolo a ricordare ma sono inguaribile; non dispero "dindà" io & sempre in meglio e chi si arricchisce ogni giorno che passa di più vuol dire che non butta via "gnente" del buono e del bello trascorso ! oh attaccaci mpopò un toppino!

29/4/2015 - 13:16

AUTORE:
Nonna migliarinese

Il mio piccolo sfogo era di nostalgia per i bei tempi andati e a dire la verità me lo aspettavo che mi rispondesse uno che risponde sempre a tutto e a tutti ma non credevo che fosse tanto attaccato alla modernità tanto da non avere un pò di nostalgia dei tempi della cartolina che erano belli e sicuramente meno duri di questi anche se il lavoro era più duro e se c'erano meno possibilità di avere la macchina per andare a giro. Ci si accontentava di quello che si aveva ed eravamo più felici di oggi anche se non si poteva andare tutti i giorni al mare o in città o in discoteca o a fare l'apericena. Una domenica a Bocca di Serchio era una festa che ci ripagava di tutte le fatiche della settimana e il lunedi si tornava al nostro duro lavoro felici e contenti che almeno il lavoro c'èra e con i nostri risparmi ci ha dato la possibilità di avere una casa e di allevare i nostri figli senza troppi problemi.... Etc etc.........
Bè mi tempi che non tornano più.

29/4/2015 - 9:08

AUTORE:
Laura

Spero che alcuni grossi si facciano da parte!!!!

28/4/2015 - 14:00

AUTORE:
Bruno della Baldinacca.

Prima degli anni /90 a Migliarino non c'era neppure una piazza e quindi non c'erano neppure negli anni /60.
Piazza della Libertà era occupata dalle auto sfasciate, Piazza Mazzini dai camion in sosta.
Piazza della Chiesa occupata dagli zingari attendati da un anno all'altro e naturalmente tutte quelle belle piazze nuove nei comparti non c'erano per forza maggiore.
Nel piazzale del cimitero era uso e costume portarci le barbabietole da caricare ed altro ancora.
Certo! da quando c'erano due vetture a motore a quattro ruote a noleggio, ed una a servizio della famiglia Salviati che...in quel caso era l'unica famiglia migliarinese ad avere l'auto di proprietà...ma se l'autista era andato a Pisa con uno/due della nobile famiglia, gli altri dovevano attendere il loro ritorno: eh si! ora c'è mpopò più traffico; prima per andare al lavoro si apriva la porta serata a nottola della stalla ed i campi dei 64 poderi della Bandita Salviati era tutti 'ntorno casa, quindi...

Ora ci lamentiamo ma...brun-brun e via; aria condizionata di serie, servosterzo per forza, perchè anche la 500 FCA è diventata large e pesante e..."sailamenta" direbbe il Chiucconi Ansano.
Al meglio non c'è mai fine, ma 'ndietro non ci torna nessuno "dinsezartro" diceva Fredo del Lelli.


piesse: per quanto riguarda il lungo "trattato" delle Madamadorè, bisognerà attendere la caduta naturale dei grandi e grossi pini per vedere il frutto dei pinoli sostituire i grandi alberi, il resto è sottobosco e la natura lo sa da se come fare.
buon cammino

28/4/2015 - 12:56

AUTORE:
Nonna migliarinese

A vedere questa cartolina di Migliarino che penso sia degli anni 60 mi prende una nostalgia che mi stringe il cuore e mi viene da piangere. Come erano belli e semplici i nostri paesi di allora! E come li abbiamo ridotti oggi!

28/4/2015 - 9:46

AUTORE:
Partecipante

Il mio amico ha passato di molto i sessanta e si approssima (troppo velocemente, dice lui) ai settanta. Dopo molti anni di un lavoro impegnativo finalmente è andato in pensione e così può dedicare più tempo alle sue passioni e a quell’attività sociale che non ha mai veramente trascurato del tutto ma limitato al suo poco tempo libero. Ha fatto molti sacrifici per conciliare il suo lavoro con le attività sociali ma ha sempre ritenuto che fosse suo dovere partecipare. Da questa partecipazione ha comunque avuto molto, non denaro ma rapporti, amicizie, conoscenze, talvolta riconoscenza (la cosa forse più preziosa).
Mi ha confidato che per tutto questo tempo due domande lo hanno sempre tormentato quando organizzava qualche spettacolo o qualche evento culturale in paese: dove sono i migliarinesi e dove sono i giovani. Mi ha confessato che qualche volta queste domande senza risposta tolgono entusiasmo ma mai, ha detto mai, la speranza che qualcosa cambi o la consapevolezza che bisogna andare avanti, che bisogna continuare a costruire, offrire opportunità di cultura e conoscenza, forme di aggregazione e partecipazione. Alla base dell’impegno c’è la certezza di fare la cosa giusta e la speranza che poi, prima o poi, ci sia qualcun altro a continuare sulla stessa strada.