Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sin dall’antichità più remota la luna ha sempre affascinato l’uomo che nei suoi cambiamenti ha letto, tra le tante, l’allegoria dell’instabilità della fortuna e dell’umore delle persone. Per molte popolazioni essa è servita a misurare il tempo, ad esempio per gli Indiani d’America come per gli Ebrei, il cui calendario segna l’inizio del mese a ogni novilunio.
Niente di più logico che reputare influenzati dai cambiamenti della luna fatti ricorrenti o comportamenti da tenere.
Oh Fortuna, velut luna status variabilis, semper crescis aut decrescis… (Oh Fortuna, dallo stato variabile come la luna, sempre cresci o decresci…).
Questa similitudine del comportamento della luna con l’andamento della fortuna è sfruttata dal popolo per giocare al lotto: per vincere bisogna giocare i numeri bassi nelle due prime fasi lunari, gli alti nelle ultime due. È consigliabile avere in tasca dei denari al momento in cui si vede la luna nuova: si sarà sicuri che essi aumenteranno con il passare dei vari quarti. E una similitudine trasposta in un proverbio popolare francese recita: Temps, vent, femme et fortune se changent comme la lune (Tempo, vento, donna e fortuna cambiano come la luna).
La gente di campagna le ha sempre riconosciuto influssi sulle coltivazioni e gli allevamenti. Alcune credenze popolari e tradizioni contadine del nostro Paese riportano che chi è nato di lunedì (giorno della luna) sia lunatico; mentre chi è imbronciato si dice abbia la luna.
In inglese lunatic indica una persona pazza, forse perché si credeva che la pazzia fosse provocata dall’aver dormito con la testa esposta ai raggi lunari. Strano questo nome simile al nostro lunatico perché in Inghilterra Luna si dice moon!
Nella vita agricola tradizionale moltissimi comportamenti erano governati dall’alternanza delle fasi del nostro satellite.
Non per niente su molti mercati di paese verso la fine dell’anno erano diffusi i lunari che indicavano, oltre al calendario, le fasi della luna. Molto importanti meteorologicamente erano due lune, quella di marzo e quella di settembre: La luna di marzo ne controlla sette, ovvero il tempo che fa durante la luna di marzo lo farà per sette successive lune, mentre un altro proverbio popolare dice: Alla luna settembrina, sette lune le si inchina. In Abruzzo si crede che basti sfregare con una mano dei porri ed essi scompariranno nel preciso momento della luna nuova.
Chi ha la faccia macchiata da una voglia di vino, caffelatte, o da lentiggini, basta che guardi fisso la luna per un’intera lunazione, facendo il gesto di pulire la voglia con la mano e al sorgere della luna nuova tutte le macchie saranno sparite. In Friuli, per far sparire i calli si dice di raschiarli con un osso nel minuto preciso in cui si fa la luna nuova, e gettar via l’osso senza guardare dove va a cadere: entro dodici-quindici giorni il callo sarà guarito. Anche i capelli vanno tagliati a luna vecchia, se si vuole evitare che ricrescano in fretta.
Si credeva inoltre che la luna fosse abitata. Prima che gli astronauti vi ponessero piede, la gente vedeva nelle macchie lunari l’immagine di Caino con un fascio di spini sulle spalle. Lo ricorda anche Dante al secondo canto del Paradiso: “Ma ditemi, che son li segni bui di questo corpo che laggiuso in terra fan di Cain favoleggiare altrui?”
Altri dicevano di vedervi distintamente Adamo ed Eva che Dio mandò spersi sulla luna e che portavano un mazzo di spini in mano. I meno religiosi vi avvistavano un avaro che vi era andato a nascondere un sacco di denari. Tutte cose molto più romantiche di quello che la scienza con le immagini di una superficie brulla tormentata da crateri ci ha sempre mostrato.
Secondo le credenze tramandate dalla tradizione popolare, in seguito all’esperienza acquisita di generazione in generazione attraverso i secoli, si può notare come la maggior parte dei vecchi contadini tenga in molta considerazione le fasi lunari nelle diverse pratiche agricole: semina, messa a dimora, innesti, potatura, raccolta, vinificazione, taglio della legna, ecc. La semina e il trapianto dei fiori vanno eseguiti a luna crescente, così come la messa a dimora di siepi e arbusti. Con la fase di luna calante si eseguono le potature invernali ed estive delle siepi. Nell’orto, peperone, pomodoro e melanzana seminate a luna calante presentano uno sviluppo più limitato e una produzione più elevata. Tutti i trapianti delle specie che normalmente vengono seminate in semenzaio (peperone, basilico, pomodoro, melanzana, lattuga, cavolo, broccolo, cavolfiore, sedano, porro, cipolla, ecc.) vanno eseguiti a luna nuova o luna crescente. In questa fase le piantine superano rapidamente la cosiddetta crisi di trapianto, presentano un buon attecchimento ed una buona ripresa vegetativa. Sempre nell’orto, per ottenere primizie, si deve seminare a luna crescente. A luna calante si eseguono la potatura invernale e la potatura verde estiva, si tagliano le marze per gli innesti di fine inverno, si vendemmia, si lavora e si concima il terreno sotto il frutteto. In campo, il taglio del fieno dovrebbe essere fatto a luna calante, si essiccherà più lentamente ma si conserverà meglio. La semina con le specie idonee per il sovescio e il sovescio stesso (pratica che riguarda l’interramento di piante verdi, falciate in fase di piena fioritura, intesa a migliorare il contenuto di sostanza organica del terreno) vanno eseguiti entrambi a luna calante. La semina delle essenze foraggere e dei cereali dovrebbe essere eseguita a luna crescente. In cantina, con la pigiatura dell’uva a luna crescente la fermentazione del mosto è più rapida, con luna calante la fermentazione è più lenta e più regolare. Il travaso e l’imbottigliamento vanno sempre fatti a luna calante: se l’imbottigliamento viene effettuato a luna crescente, il vino non è stabile, può riprendere la fermentazione in bottiglia e il vino può rimanere poco chiaro. Chi vuole un prodotto frizzante deve imbottigliare a luna crescente. Negli allevamenti, la macellazione del maiale e la produzione di insaccati, prosciutti, coppe, pancette arrotolate, ecc. è meglio farle a luna calante.
Da stasera, 5 maggio, la luna va in fase calante, quindi regolatevi nella semina di Bonaparte nell'orto e non pensate a Napoleone nella poesia!