Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Cosa hanno in comune questi famosi personaggi politici? E con loro altri 35.000 e rotti sconosciuti, ma sempre appartenenti alla categoria dei politici e sindacalisti?
Ci si immagina subito che godano di un privilegio economico, sembra scontato, e allora diciamo subito a quanto ammonta la cifra: 12 miliardi e rotti di euro l’anno!
Una bella cifra, non c’è che dire.
Ma cosa hanno fatto di così importante per meritare tutto questo bendidio?
Non tantissimo, semplicemente una dichiarazione firmata e convalidata dal proprio partito o sindacato di essere in una posizione amministrativa da sanare, senza rischio di nessun controllo (alcune inchieste, nate da qualcuno scrupoloso, furono subito insabbiate) e quindi fortemente soggetta ad abusi e illegalità.
E’ la conseguenza della poco conosciuta (dal popolo, naturalmente) legge Mosca emanata nel 1974.
Nelle intenzioni del legislatore la legge era nata sicuramente per buoni motivi, per colmare cioè il vuoto legislativo di qualche centinaio di persone in epoca post bellica ma diventata invece, col consenso di tutti e nel più assoluto silenzio, un privilegio incredibile e incomprensibile per politici e sindacalisti.
Incomprensibile soprattutto per il cittadino che, magari sentendosi di sinistra, non capisce come i propri rappresentanti al Parlamento non abbiano mai ritenuto loro dovere affrontare questo argomento e porre fine ad un simile abuso.
E nemmeno ne abbiano mai fatto parola pur sapendo quanto pesante e incoerente fosse pagare questa prebenda a migliaia di persone che non ne hanno mai avuto diritto. Se i beneficiari del diritto erano stati calcolati in un centinaio come si è potuto permettere che i beneficiari finali possano ammontare a oltre 35.000?
Solo il Movimento 5Stelle ne ha chiesto l’abrogazione e solo per questo ne siamo venuti a conoscenza.
Dico del cittadino di sinistra perché questa è la parte politica che ha sempre dichiarato una sua “diversità” dalle altre facendosi vanto di valori come l’onestà, la correttezza, la trasparenza e la supremazia degli interessi generali su quelli personali. Vicende come questa non possono che generare un sentimento di qualunquismo che non fa bene alla sinistra e nemmeno al paese.
Perché ci facciamo delle domande a cui non riusciamo a dare risposta. Come mai i Bersani, i D’Alema e tanti altri prima di loro sulla scena politica non si sono battuti per porre fine a questi assurdi privilegi? Come hanno votato, anche le sinistre, quando in Parlamento si sono dovute approvare quelle leggi che sommando privilegi su privilegi per la casta hanno portato il paese in queste condizioni?
Ora è difficile cambiare, difficilissimo mettere ordine in una società sempre più diseguale in cui i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri più poveri. Dove le difficoltà economiche condizionano lo stato sociale, incrementano la conflittualità, indicano falsi obbiettivi, riducono le possibilità di sviluppo di una società ingessata dietro leggi costituzionali, straordinariamente giuste, ma che non avevano previsto tali e tanti abusi fino a diventare un freno invece che uno stimolo alla democrazia.
Ma leggiamo l’articolo:
“La legge nacque (nel 1974) con buoni propositi, quelli che lastricano la via dell’inferno: sanare la situazione di un centinaio di persone che nei decenni successivi al dopoguerra avevano prestato la loro opera nei sindacati o nei partiti senza che a loro nome fossero stati versati i contributi all’Inps. La pratica andava per le spicce: bastava la semplice dichiarazione del rappresentante del partito o del sindacato e all’interessato veniva versata la pensione oltre naturalmente gli arretrati a partire dal 1948. Via via prorogata (l’ultima proroga risale al 1980), della legge Mosca hanno finito per avvantaggiarsene qualcosa come 40mila persone. Con un costo per lo Stato e dunque per i contribuenti calcolato, per difetto, in 12 miliardi di euro. Inutile dire che molti, pur senza averne i titoli, approfittarono della legge Mosca per ottenere una pensione a costo zero. Ma salvo qualche raro caso isolato, le inchieste finirono per insabbiarsi al motto «chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce ’o passato» eccetera.
A questo ladrocinio si somma la legge Treu, votata nel 1996 avendo per sponsor il governo Prodi - in base alla quale qualche migliaio di fortunati mortali possono accedere a una doppia pensione. Si tratta dei sindacalisti «distaccati» e dei lavoratori in aspettativa (aspettative che possono protrarsi per svariati decenni) per impegni sindacali. Fino al ’96 a costoro l’Inps (cioè noi contribuenti) versava i contributi calcolati sulla base dello stipendio che percepivano dall’azienda di provenienza. Da quella data hanno diritto a un secondo versamento, questa volta a carico del sindacato. “
A voler fare un discorso chiaramente qualunquistico ci si dovrebbe domandare come mai quei governi e quei politici di sinistra che noi semplici cittadini-votanti credevamo persone rispettose dei diritti della povera gente e castigatori dei potenti non abbiano posto riparo a questa palese ingiustizia ed hanno continuato ad incassare “privilegi” personali
Ecco che per chi un tempo credeva veramente in una sinistra dalla parte del popolo, della giustizia sociale, della uguaglianza fra tutti i cittadini, questi fatti minano la fiducia e fanno pensare che quella divisione fra destra e sinistra, fra partiti dei lavoratori e del capitale, nel tempi si sia così assottigliata da far perdere ogni distinzione.
Privilegi, doppie pensioni, vitalizi si sono accumulati nel tempo senza che nessuno si sia opposto, senza che nessuno abbia votato contro in Parlamento quelle norme che aumentavano privilegi, stipendi, dispense, benefici.
Chi dovrebbe abolire o almeno regolamentare una legge così mal fatta? Il Parlamento, cioè gli stessi che ne traggono beneficio. Ecco le difficoltà della politica, l’ostacolo al cambiamento, le pastoie che imbrigliano e rallentano. I ragazzi del M5S e i nuovi eletti del Partito Democratico sono l’unica novità, non hanno ancora questi privilegi e possono deliberare con tranquillità. Tutti gli altri hanno scheletri negli armadi. Se non hanno fatto, non si sono opposti con la dovuta vigoria e poi hanno accettato. Sono complici se non gli autori del misfatto. Hanno taciuto e incassato. Forse sono davvero tutti uguali!