Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Mina cantava su questa falsariga una delle sue più scherzose canzoni, ma in Natura succede seriamente così!
Fiori rari e farfalle multicolori non producono lo stesso effetto della domanda: “ma che cos’è” e allora andiamo subito al finale: “cacca”!
Già, perché questa gentile spuma bianca che da il simpatico nome di Sputacchina al Philaenus spumarius, non è altro che la cacchina delle larve nate in primavera e che si portano sulle piante erbacee dove si nutrono di linfa aspirata mediante un rostro. Nel liquido viscoso che rilascia come scarto dall'intestino, l'insetto immette aria con le aperture bronchiali, producendo le bollicine che formano il singolare riparo.
Simpatico insetto? Forse perché da grande (cinque millimetri!) salta come e molto di più di una cavalletta o grillo, non punge, non stride, non entra in casa ma… scrisse nella monumentale “Enciclopedia Animali” Giuseppe Scortecci nel 1965:
“Va inoltre segnalato che gli adulti possono essere occasionali vettori della Xylella fastidiosa, agente eziologico di una batteriosi, nota come Malattia di Pierce, che colpisce in particolare la vite”.
Oggi, in aprile, secondo la Coldiretti:
“… uno degli effetti della lotta alla diffusione del batterio xylella, fastidioso responsabile del disseccamento degli ulivi, poiché la schiusa delle uova dell’insetto vettore della malattia, la sputacchina, inizierà proprio nei giorni che precedono la Pasqua, e ciò renderà molto pericoloso scambiarsi i tradizionali rametti d’ulivo, simbolo della pace nel mondo”.
“Anche nel suo piccolo la natura non fa che stupirci!” scrisse il sopracitato scienziato,
“Anche le formiche s’incazzano!” scrissero Gino e Michele,
“Anche noi, sebbene grandi, siamo nella merda che sputa chi succhia!”