Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Splendore. L'incanto che Tali, la madre di Gad Lerner ha vissuto e "mai più ritrovato" in un Libano multietnico e rigoglioso, lo sguardo abbacinato rivolto allo stradone polveroso che porta al mare di Garibaldo, il Bosforo luccicante di Ozpetek. Le Azzorre nostalgiche di Romana Petri piuttosto che di Salvo che nuota nel mare di Licata, come per lavare lo schifo del mondo e riacquistare energia positiva.
Splendore, il libro di Margaret Mazzantini racchiude il "tempo emozionale" di molti altri libri, vissuto dai loro lettori come istante di eternità, quello per cui esisti al di là del tuo tempo.
Splendore è una storia che attraversa gli anni 70 fino ad oggi. La storia di due ragazzi e poi uomini intrecciata alla cultura del periodo, alle ideologie, al senso forte di futuro che allora c'era. Si tratta anche di una storia di amore tradito, di perdizione senza redenzione.
Nessuno si salverà. Negli anni 70 si credeva che il mondo potesse cambiare, che ci fosse in atto un processo irreversibile di cambiamento. Che ci potesse essere uno "Splendore" da vivere. I protagonisti del romanzo, Guido e Costantino pensano di sovvertire le regole vivendole, cavalcandole. Pensano che il mondo sia stretto in un pugno, chiuso tra privilegiati cultori di vite "normalmente" alternative e trasgressive.
Perché in fondo per loro è questo lo "Splendore", vivere superbamente al di sopra degli altri. Costantino è anche l'altra faccia della situazione, quella offuscata, di cui non si rende conto Guido, forte della sua "intellettualità". La rabbia del sopruso si mescola al rancore di sentirsi di razza "inferiore", in un tempo che voleva tutti uguali e preparava le diseguaglianze più terribili. Costantino è miseria, violenza, pianto e vendetta. Quel nodo in gola dell' umiliazione che non si scioglie mai. Sarà sconfitto e l'innocenza dello "Splendore", oltre la morte sarà solo di Guido. Pulviscolo dorato su un tempo lontano.
Margaret Mazzantini non è per me una "grande" scrittrice, anche se molto letta. Le manca un "alto respiro letterario" ma ti sorprende e ti avvinghia a tratti, con emozioni coinvolgenti e inaspettate, quasi fisiche. Forse perché appartiene al mio tempo emozionale.
Forse perché in ciò che scrive si intravede quello che "certe volte" siamo. Semplicemente nudi davanti alle nostre debolezze.