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È possibile dipingere il silenzio?
Gavia ci prova con le immagini dei mondi che lo evocano.

In un tempo fatto di parole, porre l’attenzione sul silenzio è riflettere su quello che forse più manca oggi: l'ascolto, il saper ascoltare. 
Questa nuova mostra di Gavia vuole essere come l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Di Umberto Mosso
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Di Roberto Zangheri
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Intervista a Maria Elena Boschi
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di Mario Lavia
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di Massimiliano Ghimenti
Sindaco di Calci"
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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E settembre vien danzando
vien danzando alla tua porta:
sai tu dirmi che ci porta?
Tante uve, bianche e nere
fichi e mele con le pere
e di zizzole .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Piopp...ini e oni

10/6/2015 - 10:51





Questo meraviglioso fungo, primo fra tutti in bontà e crescita, è capace di unire un popolo che da secoli ne fa uso e consumo e ne esalta le doti, o di rompere un'amicizia per la lotta della raccolta su una solitaria e sempre più rara ciocca.
Dalla primavera all'autunno, con la breve interruzione dei mesi più caldi, c'è la febbrile ricerca delle piante alle cui radici nascono i saporiti funghi.
C'è un presunto senso di superiorità  difficilmente malcelata quando, nelle discussioni nei bar o la sera davanti a casa, qualcuno racconta di file di pioppi nella pianura padana o in quella romagnola, che traboccano di pioppini e nessuno li coglie (quei grebani proprio 'un capiscin nulla!).
La soddisfazione dell'appartenenza al genere superiore che mangia e apprezza quei funghi si tramuta subito in un'invidia per quei posti. Ci sarebbe da partire tutte le mattine se non fossero così lontani o quasi quasi si organizzerebbero delle spedizioni muniti di cestini, sacchetti o  motoseghe, tanto a quei torsoli le ciocche è  capace che danno anche noia.
Sono così buoni i pioppini e cosi rari i posti dove questo fungo nasce spontaneamente, che il caso non fa parte della ricerca come per i morecci, le gallette e gli altri frutti del bosco, sia questo di pianura che di montagna.
Per i pioppini bisogna andare a colpo sicuro e non gironzolando come in pineta dove se vedi Segatura o un torredellaghese a destra tu vai a sinistra, tanto qualcosa nasce anche lì. Le ciocche invece sono in fila lungo un fosso od una strada e se vedi Giovanni avanti a te, rigira pure, tanto sarebbe inutile andargli dietro come pure andare a cercare pioppini lungo i platani del Viale dei Pini o i cipressi di Via Traversagna  (se non fossero nati ai pioppi non si sarebbero chiamati pioppini!).
Oddio, Giovanni, il primo, ha raccolto quelli più grossi, per giudizio, lasciando quelli di due centimetri di capocchia per il giorno dopo; il Faralli, il secondo, ha raccolto quelli più grossi, per giudizio, lasciando quelli di un centimetro e mezzo per il giorno dopo; il Franceschi, il terzo, ha raccolto quelli più grossi, ci mancherebbe altro, lasciando quelli più piccini di un centimetro al giorno dopo, tanto quella ciocca non la sa nessuno e il quarto ha fatto lo stesso ragionamento fino all'ottavo, un vecchianese, che smoccola perché non ha trovato niente e dice che domani però, "secondo", non sarebbe certo arrivato!
Passa una macchina targata LU, si ferma per guardare l'albero intorno al quale aveva visto girare tanta gente, e dice:
"Com`en dolci e ppisani, girin girin e lascin qui tutti questi fungi, se siin boni si fa la prova a casa col gatto"
Passa una macchina targata FI, si ferma per guardare cosa facevano i lucchesi e dice:
"La son proprio sciocchini li chi stan per quaggiù. La c'è un campo di mimosa e non la colgono!"
Passa una macchina targata MS, si ferma, entra nel campo delle rape (!) e dice:
"Tanto ge n'è tante, si possin ango prende, una più una meno, e quella giocca lì mi farebbe  gomodo per il fògo!"
Passa un migliarinese pelato con il motorino e dice:
"Fate, fate, ma attenti   a dov'andate, s‘un basta 'r fucile, domani ci metto 'na bomba!"
Un attrezzo da cucina, fatto di legno, per schiacciare nel colino  un passato di verdura cotta, o i pesci stracotti per una minestrina che non fosse tanto acuta, dalla forma a fungo dove il gambo sta per il manico e la chiorba per la parte da premere, si chiama pioppino, segno che il nome della "pholiota  aegerita" era ben caro ai nostri nonni, tanto da volerlo sempre per la casa.
 
 

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10/6/2015 - 16:23

AUTORE:
massimiliano

"per 'un sbaglassi troppo" bisogna cercare i funghi anche sui gelsi e anche dalla pianta di fico...
ma le "chiocche" dovutamente bagnate durante i mesi caldi (e posizionate ad ok in ombra) danno funghi in quantità....ricordo ancora l'odore..delle pratavecchie.

saluti

10/6/2015 - 13:19

AUTORE:
Bruno della Baldinacca, pioppinaio di seonda mano

..il sambuco vecchio alle volte si riempe (riempie) di pioppini.
Disse Giulia quando si era a fa castagne al Legnaio: o babbo, guardalì quanti funghi ci sono su quella pianta li.
I due cestini erano pieni di castagne ormai e si aperse l'ombrello rovesciato e si fece pieno rando, ma, babbo, i pioppini di sambuco non saranno mia (mica) velenosi?
Te...! portali a me disse il mì Giovanni, poi ti faccio sapè il confronto con i pioppini di fio (fico) e di quelli che fanno i loppi ed il platano li in corte.
Era una cosa immensa, come disse Fredo del Lelli quando vide un gelso che invece di fare i gersaroli (sementini di gelso) era stracarico di pioppini in tirella e gli parve strano, non perché c'erano du sportine piene zibille di pioppini, ma perché quel gelso lì "lo sapeva" anche Antenore.