Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Leggiamo in questi giorni sui giornali la polemica provocata da Umberto Eco sulla qualità dei social network e su coloro che li frequentano. Eco dice che la possibilità del facile accesso a questi mezzi di comunicazione di massa lascia aperto il campo a schiere di imbecilli che scrivono imbecillità e falsità senza nessun controllo e che, essendo il portale aperto a tutti senza distinzione, i loro interventi acquistano lo stesso valore e la stessa autorevolezza di altri seri e meditati, correlati da spiegazioni e valutazioni basate su informazione e cultura.
Chiunque cioè in questi contesti aperti e pubblici può sparare le proprie cazzate senza nessun controllo e queste, pubblicate e rese accessibili a tutti, acquistano lo stesso valore, la stessa autorevolezza di altri di ben altro spessore culturale.
Piccoli interventi, poche righe, simili alle cazzate sentite spesso declamate a gran voce nei bar ma dove erano subito riconosciute come tali (cazzate cioè) e avevano ben poco credito e altrettanta poca autorevolezza. Inserite su un social network diventavano invece vere e proprie critiche, autorevoli opinioni personali anche se lanciate a caso e senza dover dare nessuna spiegazione, senza la necessità di offrire (nel breve spazio di un paio di righe) nessun ragionamento che giustifichi tali affermazioni e che offra lo spunto di una riflessione, se non di un confronto, sulle idee.
Eco denuncia l'invasione degli imbecilli quindi nel dibattito pubblico e la possibilità data loro di avere grande visibilità.
Gli imbecilli possiamo ritenere siano sempre esistiti, ma mai come in questo momento, secondo Eco, hanno avuto la possibilità di diventare protagonisti.
Chi polemizza con Eco sostiene che la società è varia ed è giusto, democratico e perfino utile sentire anche il parere di costoro. Fanno parte della società ed è loro diritto esprimere la propria opinione in merito ai fatti anche se questa può sembrare stupida a qualcuno. Come ritiene che sia dovere di ognuno ascoltare anche questa parte meno colta e più superficiale della società, utile a comprendere il senso comune, lo stato d'animo di quelle che un tempo venivano definite masse, le opinioni e i sentimenti di coloro che fanno parte integrante della nostra società e che non hanno mai avuto, come oggi con questi mezzi, grandi possibilità di esprimere la loro opinione, sia pure concisa, rozza e non di rado aggressiva.
Sta poi saggio discriminare fra la stupidità e la saggezza, fra la frottola e la verità, fra il facile slogan e la risposta meditata, fra lo sfogo e l'opinione, fra la semplice battuta e il pensiero profondo.
Certo è che in questi spazi si trova veramente di tutto, dalla propaganda politica con forti contenuti di parte e molte falsità, alla dirompente vena razzista consapevole e molto spesso inconsapevole, alla frequente cattiveria di molti post che spesso condannano senza spiegare, offendono senza ragionamento, confutano senza argomentazioni.
Due righe di critica e/o di condanna, punto e a capo col nuovo post.
Come prima con i giornali e poi con la televisione bisognerà imparare a discriminare, distinguere una discussione seria da una buffonata, limitarci a scegliere quello di buono che c'è sotto forma di informazione o di opinione, leggendo anche quello postato da questi partecipanti meno titolati a titolo di informazione, ma sapere poi andare avanti e scegliere di partecipare magari dibattendo argomenti più seri e importanti.
Questa critica di Eco segue, e forse è la conseguenza, di un'altro suo intervento pubblico in cui metteva in guardia dalla preoccupante perdita della memoria storica da parte dei nostri giovani. Guardando alcune trasmissioni televisive (in questo caso ne citava una molto nota e seguita condotta da Carlo Conti) era rimasto impressionato dalla mancanza di cultura e di conoscenza della vicende del proprio paese da parte dei concorrenti, di solito ragazzi giovani, come se questi vivessero in un modo diverso, un mondo tutto loro, dove alla mancanza di lavoro e prospettive si affiancasse, pericolosamente, la mancanza di quel minimo di cultura che da ragazzi fa diventare uomini e cittadini consapevoli. Vistosamente consapevoli di come si chiamano di nome le veline o di altre informazioni del gossip più spinto cadevano (ridendo) sulla loro ignoranza di fronte a domande banali e scontate per arrivare (mi ricordo di averlo riportato già per l'assoluta gravità) a non saper rispondere alla domanda su chi fosse un tale di nome Adolf Hitler.
Avrei volentieri visto, in quel momento, la faccia del padre della ragazza che rideva della propria ignoranza, ma forse potevo anche rimanere deluso!
Credo che questa mancanza di cultura sia il peggior nemico di questo paese, lasciato in questo modo in balia di pochi che riescono ad approfittarne di questa condizione di diffusa ignoranza per imporre i loro giochi, non sempre con lo scopo di migliorare la società o di porre rimedio a questa deriva qualunquistica, misogina, decadente, superficiale, egoistica ed egocentrica verso cui stiamo andando.
Bene quindi queste prese di posizione che fanno parlare di un problema grave è diffuso affinché si possa porre rimedio con urgenza prima che questi imbecilli, che ora si limitano a scrivere le loro cazzate ed esprimerne la loro rabbia sui social network non si trovino poi nella posizione di poter decidere del nostro futuro.