Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Le circostanze della vita. Ho finito di leggere uno dei libri più belli e strani della mia vita nello stesso posto in cui si svolge il finale: un ospedale. D‘altronde è un libro profetico, folgorante, dalle verità che hanno lo stesso effetto della pioggia fredda sulla pelle. Una sorpresa, un risveglio muscolare. In questo caso delle emozioni cerebrali. L‘autore è un bel ragazzone di 41 anni che prima di scrivere questa “La tentazione di essere felice“ faceva l‘avvocato. E non gli piaceva tanto. Neanche a me, quasi sempre, piacciono gli avvocati. Si difende, in genere, per soldi e si “deve“ credere alla versione di chi ti paga. ”Tutti hanno diritto ad essere difesi“. Non per me e non certo a pagamento. Chi sa se Lorenzo Marone, l‘autore di questo libro la pensava in definitiva come me. Comunque questa sua storia è strepitosa. Per la sua freschezza, genuinità. Per le sue perle di saggezza di vita. E non deve essere stato facile, visto che il protagonista, a differenza dell’autore, è un vecchietto motivato al perseguimento della “vita“. In ogni suo aspetto. Dal cibo al sesso, alle emozioni forti e difficili. Fino ad arrivare alle proprie debolezze. Alla faccia della vecchiaia e di chi la stereotipizza. Si affrontano, con apparente facilità, temi difficili come la violenza femminile e l‘omosessualità. Del figlio. Di cui Cesare, così si chiama il protagonista di 77 anni, dice “Se lui, per emanciparsi e vivere alla luce del sole la sua omosessualità, aspetta che io muoia , se lo può pure scordare“. Lui, a morire per i suoi gusti sessuali non ci pensa proprio. A conferma, se ce ne fosse bisogno, che si “vive“ anche ad 80 anni. Spesso, come si afferma nel libro, ci sono “vite lineari ed altre tortuose“ e quello che veramente si desidera può essere scoperto anche da “vecchi“. E il bello della vecchiaia è che il tempo è così prezioso che si può avere la pretesa di non sciuparlo. Si può, oserei dire si deve, perseguire la propria “felicità“. Al di là degli altri e delle loro opinioni. Si è finalmente liberi di portare a compimento la propria “Tentazione di essere felice“. Sul punto di rottura o di ricongiungimento con la vita Cesare, chiude gli occhi e assapora il suo “Mi piace“: La tenda che d’estate si sposta per far passare il vento, i cani che per ascoltare inclinano la testa, la mano di una donna dietro la nuca, una vecchia libreria in disordine, l‘istante prima del primo bacio. Mi piace chi sa amarsi. E per ultimo “Mi piace chi combatte ogni giorno per essere felice“.
Mi piace questo libro e l‘idea che si può “difendere“ la propria vita.
Anche domani.
(Io e Cesare abbiamo in comune una cosa che lui dice “Sono così antipatico che quando sarò in punto di morte basterà uno sguardo a farmi detestare“, ma anche l’insopprimibile desiderio di “vita“)