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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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di Bezzi Fernando - 2025-04-17bezzifer
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Il Gruppo di San Rossore
Sul suolo troppe dimenticanze

7/8/2015 - 12:44

Sul suolo troppe dimenticanze


E’ un coro pressochè unanime che lo sblocco di 1,3 miliardi per salvare il territorio contro il dissesto idrogeologico metterà finalmente in moto interventi attesi da anni. E’ il commento di De Girolamo su Il Tirreno. L’Unità ha pubblicato molti interventi e documenti al riguardo e ai costi che i tanti ritardi hanno avuto per  il paese nessuna regione esclusa. Ricordo che in Toscana quando abbiamo avuto i soliti disastri dalla Lunigiana alle vicende del Serchio anche Rossi intervenne più volte per dire che ora si sarebbe vietato qualsiasi licenza per interventi sugli argini. Osservai allora che questo divieto c’era già danni nella legge 183. Quella che dal 1989 stabiliva piani di bacino e contratti di fiume e che fu ed è ancora considerata una legge molto avanzata volta a prevenire disastri e pianificare il territorio non sul piano comunale ma dei bacini. Poi l’Europa ha deciso che il posto dei bacini avrebbero dovuto assumerlo i Distretti che però dopo diversi anni da noi ancora non sono stati istituti. Colpisce ora che nel motivare i nuovi interventi non si trovi alcun accenno alla legge 183, ai piani di bacino e poi di distretto. Un geologo ha scritto che come paese povero non abbiamo considerato questi problemi tali da dovere essere affrontati quasi fossero ineluttabili. Ma la legge è dell’89 ed è frutto della indagine della Commissione De Marchi che aveva avviato i suoi lavoro nel 1966. Insomma alle alluvioni e al suolo si era pensato specie dopo l’alluvione di Firenze. Perché nessun cenno sulle cause di questo ‘fallimento’ certo non imputabile alla solita burocrazia che tutto blocca e sabota. Ho sentito gli  appelli anche di Delrio ai comuni. Ma questi interventi ora che sono state messe in pensione anche le province riguarderanno davvero solo i comuni?
Renzo Moschini

 
 

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