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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia
Perché ora Syriza può diventare a vocazione maggioritaria

21/8/2015 - 22:58

 21 agosto 2015

Perché ora Syriza può diventare a vocazione maggioritaria

La linea pragmatica di Tsipras potrebbe portargli consensi al centro. Varoufakis resta nel partito, una scelta che indebolisce gli scissionisti

Da Syriza vanno via i duri e puri – è nata Unità popolare – ma non il controverso alfiere della lotta contro l’austerity alla tedesca, l’ex ministro dell’economia Yanis Varoufakis e neppure la presidente del parlamento Zoe Konstantopoulou, altra portabandiera della linea intransigente. Nel momento della verità, le elezioni, hanno scelto di restare con Alexis Tsipras.
La scissione, con questo fatto, perde molto della sua forza evocativa. Vedremo se anche sul piano dei voti.
La scelta del ministro “ribelle”, sostituito nella fase cruciale della trattativa con Bruxelles andata a buon fin anche grazie all’uscita di scena dell’eccentrico ministro, è una spia importante delle buone possibilità di vittoria dell’attuale primo ministro. Varoufakis, che tutto sembra tranne che uno sprovveduto, probabilmente intuisce che il futuro politico della Grecia è tutto nelle mani della “nuova Syriza” e che pertanto vale la pena restarci, ritagliandosi il ruolo di capo dell’ala sinistra del partito che verosimilmente guiderà ancora il paese ellenico.
La scena politica greca, all’inizio di una campagna elettorale storica, appare infatti largamente dominata da Tsipras. Lui lo sa bene, e con le elezioni punta in sostanza ad avere pieni poteri e un consenso chiaro per marginalizzare le estreme, i duri e puri scissionisti di sinistra e la pattuglia di Alba dorata che secondo molti osservatori potrebbe stavolta subire una battuta d’arresto. Le formazioni centriste e riformiste – To Potami, Pasok – dinanzi alla correzione in senso riformista di Tsipras dovrebbero avere meno spazio. La destra storica non appare in grado di esprimere una leadership e una politica alternativa a quelle della “nuova Syriza”.
Già, una “nuova Syriza”: sia perché depurata da più estremisti sia soprattutto perché dominata da uno Tsipras che, partito da una piattaforma aggressiva e poco compatibile con i vincoli di un’economia con le ruote sgonfie e inevitabilmente dipendente dai rapporti con l’Europa, è giunto in un solo anno a una politica più realista e pragmatica. Non è pensabile che affronterà le urne, Alexis, col piglio rivoluzionario anti-Europa tenuto fino all’inutile referendum di luglio ma che chiederà i voti per fare le riforme e risanare così il suo Paese. Altrimenti non si capisce perché ha preteso le elezioni se non per misurare il consenso su questa nuova linea.
Ed è proprio grazie a questo realismo che la “nuova Syriza”  può presentarsi come il partito che unisce la Grecia senza rinnegare – anzi – l’impostazione progressista, radicalmente progressista. Le urne diranno se ad Atene sarà nato un partito che tendenzialmente esce dai vecchi confini diventando quello che da noi si è chiamato a vocazione maggioritaria. Le premesse sembrano esserci.

Fonte: @mariolavia
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