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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
"Uno strano imbroglio" 8°

23/8/2015 - 17:20


Riassunto delle puntate precedenti

In Bocca due pescatori abusivi trovano nella propria rete il cadavere di un uomo di colore. I carabinieri, avvisati in forma anonima, fanno rimuovere il cadavere e fanno i primi rilievi del caso da cui non emergono dati sospetti. Il cadavere sembra solo un annegato trasportato dalla corrente  ma l'autopsia rivela che l'uomo non è morto annegato come si pensava ma a causa di traumi multipli fra cui la frattura del cranio con lesione cerebrale. Delle indagini sul caso viene incaricato il maresciallo Silvestri, reintegrato per l'occasione in quanto sospeso da tempo dall'Arma per un oscuro motivo disciplinare. Il maresciallo è rientrato da poco in paese accompagnato da una giovane ragazza, di nome Chiara, conosciuta in occasione di una dolorosa vicenda accaduta in una città del Nord dove il Silvestri si arrabattava, per sopravvivere, con piccoli lavori di sorveglianza e sicurezza dato il suo temporaneo allontanamento dal servizio. Il maresciallo comincia le difficili indagini iniziando facendo qualche domanda in giro e poi si reca in caserma dove trova una vecchia conoscenza, il travestito Solange, al corrente di tutte le vicende notturne che accadono sulla Traversagna.  Solange, pur essendo il riferimento  di tutte le ragazze che frequentavano quella strada non sa dare indicazioni sul morto in Bocca. A Silvano non resta che provare a rintracciare i pescatori per sapere qualcosa di più sul ritrovamento del cadavere. Si reca allora dal suo amico Nanni, un appassionato pescatore di Bocca, recente pensionato, e poi al ristorante sul ponte, a cui i pescatori portavano spesso il pescato. Sempre  per cercare di rintracciarli, anche se in forma riservata, per avere un minimo di traccia su cui lavorare in assenza, al momento,  di qualunque indizio utile alle indagini. I pescatori , informati, fanno saper, sempre in forma sempre anonima, di  non avere trovato niente addosso al cadavere. Ma un altro nero viene trovato morto sulla via del mare, investito da un camion, e Silvano si pone la domanda  di una possibile  relazione fra le due morti, al momento unite solo dal colore della pelle e dalla zona del ritrovamento dei cadaveri. Ma ecco finalmente un primo indizio, un biglietto anonimo posto sotto la porta con uno strano disegno. 

 

Un indizio importantissimo -pensò subito Silvano- perché se non svelava ancora il mistero delle due morti, diceva però che dietro al nero trovato nel fiume e all’altro investito sulla strada del mare c’era qualcosa di ben diverso da una combinazione o un banale incidente. E diceva anche che le due morti potevano in qualche modo essere collegate, perché allora……..Perché allora quindi qualcuno sapeva.

Sapeva dell’indagine sul nero, sapeva di Silvano ed era intervenuto, sia pure in maniera anonima fornendo un indizio, sia pure molto vago, che indicava senza ombra di dubbio  che dietro c’era qualcosa di losco su cui indagare. Era un invito a Silvano a proseguire le indagini e ora non si trattava più di scoprire l’identità del nero per avvertire i parenti della disgrazia. Con questo biglietto il morto si trasformava in vittima e tutto acquistava improvvisamente un’altra dimensione, l’impegno investigativo di Silvano perdeva il valore di mera formalità per acquisire quello di un’indagine vera e propria.

C’era da domandarsi anche il perché della lettera anonima e anche la natura del vantaggio che ne avrebbe ricavato lo scrivente, ma erano domande che avrebbero trovato in seguito la loro risposta, prima bisognava capire il significato del disegno.

Chiara dormiva ancora e del biglietto le avrebbe raccontato in seguito mentre la prima cosa da fare era avvertire il maresciallo Maggioni. Si recò subito in caserma.

Il maresciallo era occupato e Silvano nel frattempo fece un paio di copie della lettera domandandosi ancora una volta se aveva fatto male ad aprire la busta senza alcuna precauzione ma pensò, cercando una scusa per la sua disattenzione, che forse quella delle pinze e delle bustine era una cosa americana che a loro non competeva e che erano benissimo in grado di risolvere i casi in maniera tradizionale.

Per trovarsi una giustificazione e alleggerire il suo senso colpa Silvano pensò sorridendo alla differenza di organizzazione ed efficienza che esisteva fra la nostra e la polizia d'oltreoceano. Pensò che se in America avessero trovato sul luogo di un delitto un semplice pelo pubico gli investigatori americani avrebbero avuto sicuramente un database con i disegni, le foto e il DNA dei peli pubici di tutti i maggiori criminali in circolazione sul territorio americano, e non solo. Allegato anche un semplice kit istantaneo per differenziare, in modo rapido e sicuro, un pelo pubico cristiano da uno musulmano. Tanto per orientare subito le indagini nel caso di ipotesi di terrorismo islamico!

Qui da noi non siamo nemmeno riusciti ad avere le impronte digitali di tutti i viventi e sostanti in Italia, figuriamoci cosa ci si poteva ricavare dalla busta. Non era nemmeno sigillata per cui non si poteva rilevare nemmeno il DNA dalla saliva.

Ma a che cazzo sarebbe servito poi? Pensò alla fine proprio nel momento in cui la porta dell’ufficio del maresciallo si apriva e ne usciva l’ometto……quello delle barche, che come il solito ignorò tutti i presenti e stavolta sbatté anche la porta.

“Maggioni ma è un tuo parente quello, che ti viene sempre a trovare?”

“Che rompimento continuo di scatole! Vieni Silvestri, vieni avanti. Gli hanno rubato la barca, ma una barchetta da quattro soldi ma lui non si da pace. Vuole sapere se sono arrivate segnalazioni di ritrovamenti di barche lungo la costa, sospetta poi che ci sia di mezzo un suo vicino geloso e vorrebbe che facessimo una perquisizione nei suoi locali, vuol sapere perché la notte non facciamo la ronda lungo il fiume per cogliere sul fatto i ladri che potrebbero avere anche la sua barca. Mi sta portando allo sfinimento, va  a finire che vi faccio fare  una colletta qui in caserma per fargli comprargliene un’altra …….per vedere se mi da tregua, mi sfinisce…va a finire che lo arresto davvero”

“Maresciallo c’è una novità…. una grossa novità nelle indagini del nero, ecco qui” porgendo la busta al maresciallo che la aprì, estrasse il foglietto, lo spiegò, lo guardò, lo rigirò ……

 “Silvestri ma cos’è, un rompicapo del Luvisotti? Il disegnino di mia nipote all’asilo, rapita e di cui mi chiedono il riscatto? Uno schizzo dello psichiatra per vedere lo stato della mia salute mentale secondo cosa vedo nel disegno? Insomma cosa cavolo è?”

“La prova lampante che il nero su cui indago è una vittima e non un semplice deceduto per cause naturali. La prova provata che dietro alla morte del nero c’è un’ipotesi di reato e cui, forse, si lega anche l’altro nero trovato morto sulla via del mare perché questa busta……. col disegno, è stata messa stanotte sotto la porta del mio appartamento da qualcuno. L’ho trovata stamattina e ce l’ha messa qualcuno che qualcosa sa e che qualcosa ci vuole anche  dire.

Difficile al momento sapere cosa ma il disegno prima o poi parlerà e quando avrà parlato sapremo molto, molto di più di questo caso e soprattutto conosceremo la direzione da prendere per le indagini. Ora ferme, completamente.”

“Una riga, due righe che s’incrociano, una riga seghettata e un tondo. Se il disegno voleva parlare poteva anche essere più chiaro! Magari l’autore poteva anche scrivere qualcosa o appiccicare qualche lettera ritagliata dal giornale come nelle lettere anonime, quelle classiche, che si vedono negli sceneggiati. Ma non sa proprio nulla di lettere anonime questo anonimo?”

Anche Luvisotti aveva seguito la conversazione ed ora si trovavano tutti e tre in silenzio, ritti a guardare il disegno sulla scrivania. Lo girarono per vedere dietro ma non c’era nulla, lo capovolsero per vedere se faceva venire qualche idea, lo guardarono controluce per notare tracce che non c’erano. Rimanevano quei segni strani e incomprensibili che comunque volevano dire qualcosa, volevano parlare solo che prima avrebbero dovuto scoprire la lingua con cui il disegno avrebbe parlato.

“Una lettera, forse? Una  H incompleta? E questo tondo che somiglia a un anello?”  

Il Maggioni rigirava il foglietto tra le mani “E anche le impronte….. a questo punto sono andate. Ma come facevi Silvano a sapere che era una lettera che riguardava il tuo caso………certo comunque che qualcosa questo disegno vuole pure dire”

Certamente il foglietto non parlava in modo chiaro ma rimaneva la chiave di volta di tutto il castello, il grimaldello che avrebbe scassinato la cassaforte, l’indizio che mancava e che avrebbe indirizzato le indagini nella giusta direzione.

 Silvano mise l’originale nella cartellina, che ripose nel cassetto, e all’ora di pranzo si portò a casa la fotocopia. Appena giunto a casa la posizionò sulla mensolina del camino, a portata di sguardo, e girando per casa per altre faccende ogni tanto gli dava un’occhiata, così, di sfuggita, senza insistenza, sperando che una volta o l’altra l’immagine formasse dentro di lui una piccola idea, una piccola luce, qualunque cosa che potesse generare un’ipotesi sul suo significato.

Anche Chiara fu coinvolta in quest’ opera di interpretazione. Anche lei guardò il biglietto, lo soppesò, lo capovolse, andò alla finestra e lo guardò controluce.

“La cosa a cui è più vicina è un H” disse dopo averlo guardato a lungo “Un hotel……un ospedale….un Mc Donald dove fanno gli hamburger…….”

“Non credo -disse Silvano – più lo guardo e più mi fa pensare ad un disegno, un disegno approssimativo e fatto male ma che vuol dire qualcosa. Forse un disegno che indica una località, un posto. La difficoltà è far corrispondere un disegno così approssimativo a un luogo reale. E perché due, tre righe quasi diritte ed una seghettata? Una difficoltà nel disegnare o una precisa volontà di farla diversa?”

“Penso più alla volontà di farla diversa, fare una riga diritta dall’alto in basso non crea nessuna difficoltà tecnica”

“E’ vero Chiara, ma noi non conosciamo le capacità dello scrivente….. noi pensiamo ad una persona normale con una normale capacità di scrittura. In questo caso non possiamo saperlo, ma domandiamoci comunque il perché di questa differenza……. ammettendo, in partenza, la precisa volontà di volerla fare differente".

“Perché? Perché alcune righe diritte ed una invece no? Un serpente? Una corrente elettrica? Una strada dissestata? Oppure un disegno di qualcosa, un oggetto seghettato………”

Il foglio sulla mensolina li guardava ma parlava una lingua ancora sconosciuta.

Passò una settimana e non successe più niente. Silvano un po’ ci sperava, bramava una nuova mossa dell’informatore. Invece nessun messaggio, nessuna telefonata, nessun segnale che potesse essere in qualche modo collegato alla strana lettera. L'informatore, chiamiamolo così, pareva avere terminato il suo compito. Il foglio continuava a rimanere in bella vista sulla mensola del camino, muto come il primo giorno.Silvano quando ci passava davanti si soffermava, lo squadrava, rifletteva, scuoteva il capo, qualche volta imprecava, e poi riprendeva le sue occupazioni per poi tornare di nuovo al camino e rifare tutto da capo.

Lo stesso faceva in caserma e ogni giorno che passava si accorgeva di diventare sempre più nervoso, irritabile. Senza la decifrazione del messaggio tutto era fermo e il tempo passava.

Pensò di andare anche a parlare con Nanni per sentire se a lui veniva qualche idea sullo strano disegno. Nanni era a casa a ridipingere il salotto. Possedeva una bella casa, arredata con gusto.  Ora che era in pensione aveva il tempo per fare da solo tutti quei lavoretti di casa che di solito sono di competenza di artigiani che spesso lavoravano in fretta, si fanno pagare salato e se chiedi la ricevuta prima ti guardano male e se poi se la vuoi in prezzo aumenta in maniera scoraggiante.  

Aprì la moglie Laura, una moretta dai capelli corti sbarazzini e ancora piacente pur essendo entrata, anche se da poco, nei cinquanta. Salutò Silvano con calore e lo invitò a entrare dicendo che avrebbe avvertito Nanni della sua presenza. Era un’accanita giocatrice di settimino e basava la sua tattica principalmente, come la canzonavano gli amici facendola arrabbiare, sulla presenza nelle carte di jolly e pianelle. Nanni diceva che sulla schiena aveva come un pungiglione con cui colpiva a morte il malcapitato quando questi meno se lo aspettava. Laura e Nanni erano, infatti, giocatori abituali e spesso invitavano Silvano ed altri amici a casa loro per delle partite che si protraevano spesso fino a tarda notte ed erano infarcite di discussioni e contestazioni anche aspre, ma che non lasciavano nessuna conseguenza e che rendevano ancora più vivaci le riunioni.

Laura condusse Silvano dal marito che stava dipingendo. Nanni, che era laureato e che aveva per tanti anni fatto il dirigente, in quella veste sembrava  avere assunto proprio l’aspetto dell’artigiano, con una gabbanella celestina da operaio, giustamente chiazzata del bianco con cui dipingeva e con in testa una bustina fatta col giornale.

 “Oh, Silvano, sei venuto a darmi una mano?”

“Noo Nanni….. lo sai….non sono bravo come te…non vorrei rovinarti il lavoro! A proposito…. ma quant’è la tua tariffa oraria …tante volte anch’io avessi bisogno d’una rinfrescatina……”

“Vieni…così mi riposo un po’…..come ti sembra? Mi sembra venga un buon lavoro….anzi di siuro perché anche la mi moglie un ha trovato niente da ridire……ha guardato…..ha riguardato……ma poi non ha aperto boccca….. un segno inequivocabile…….vieni andiamo in cucina e ci facciamo un caffè.”

Dopo aver preparato il caffè, che Nanni faceva con la vecchia Bialetti e che era sempre ottimo (perché, diceva lui, c’aveva il segreto!), si misero a sedere in cucina.

“ Come ti ho già detto per i pescatori quando sono andato mercoledì mattina che aveva fatto un po’ di mare…...ma un si pesca più nulla…..solo due pescetti che ho regalato a quello accanto così almeno ci faceva una frittura …...c’era qualcuno che forse qualche volta va anche di notte. Ho chiesto se secondo lui c’era qualcosa di strano riguardo al nero morto, ma lui ha detto che non c’era nulla. Anche altri pescatori che poi si sono avvicinati hanno detto lo stesso. Credo che sia stata solo una combinazione”

“Penso anch’io che questa dei pescatori sia oramai una pista fredda…come si dice. Guarda un po’ questo però.… guarda un po’ se ti dice qualcosa?”

Silvano mostrò il foglio che fu esaminato con la stessa attenzione, ma dette anche lo stesso risultato, scontato. Fu chiamata anche Laura e tranne l’ipotesi, a dire il vero fondata, che il disegno fosse solo una presa in giro di qualcuno che sapeva delle indagini di Silvano e che voleva, per qualche motivo, farsi beffe di lui, non emerse nessuna idea nuova sul suo significato.Il tempo passava e tranne il nervosismo crescente di Silvano niente sembrava mutare riguardo all’indagine.  

 

La rivelazione giunse un giorno, per caso, per merito di Chiara che stava guardando in Internet per una prossima vacanza estiva al mare (con Marco?). Il sito mostrava il residence, le camere, elencava i servizi ed anche la posizione del complesso residenziale rispetto al mare. La pagina, stilizzata, mostrava il disegno delle strutture rispetto alla marina, disegnata proprio con una linea ondulata, seghettata.

La scintilla scoccò contemporaneamente in entrambi e Silvano si precipitò al camino tornando con la copia della lettera.

"Ecco -disse- ora si che parli la nostra lingua, stupido disegno!! Se questo è il mare -indicando la linea seghettata- questa è la via della Marina, in fondo c’è la curva a 90 gradi, poi il rettilineo che va fino alla rotonda del parcheggio. E questa in basso è la rotondina all’inizio della strada. Torna tutto!! Manca la rotonda grande del mare ma non fa differenza….. tutto torna…. e alla grande!"

“E’ vero, Silvano, potrebbe essere, anzi è proprio così. E allora…… questa linea staccata sopra la curva?”

“Quello Chiara è l’indizio, quello è il motivo del disegno…. la riga sopra è quello che ci voleva dire chi ha scritto il biglietto!”

Per la prima volta finalmente un indizio, un qualcosa di concreto su cui lavorare, se non altro un luogo preciso da cui partire. Silvano sentì dentro di se quello strano brivido che arrivava sempre quando le indagini sembravano prendere la giusta direzione, quando si sentiva sulla strada giusta, difficile e ancora oscura ma sicuramente giusta.
(continua)

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