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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Fabiano Martinelli
L’impegno del PD per le politiche della memoria

31/8/2015 - 12:46


            L’impegno del PD per le politiche della memoria
 
Anche quest’estate sono numerose le commemorazioni che, un po’ ovunque in Italia, ricordano i tragici eventi che hanno colpito i nostri territori nell'estate 1943 e l’estate 1944. Oggi, ad esempio, ricorre l'anniversario del bombardamento della città di Pisa nel 1943.
Sebbene siano passati oltre 70 anni, il ricordo di quelle violenze brucia ancora sulle nostre pelli ed è ben impresso nelle nostre menti in quanto ha coinvolto le nostre famiglie e le nostre comunità.
Tra l’inizio del mese di giugno e la fine del mese di agosto dello stesso 1944, anche il territorio della provincia di Pisa è stato teatro di numerosi stragi civili: in tutti i comuni della provincia vi sono stati episodi di violenza ed è stato versato il sangue innocente di circa complessivi 800 civili di tutte le età e di ambedue i sessi. Le commemorazioni di quest’anno dovranno fare a meno della presenza fisica dell’amico Giorgio Vecchiani, ma il suo ricordo sarà presente e continuerà ad affiancarci nel nostro impegno quotidiano contro i soprusi e le ingiustizie.
Il sangue di tutte le vittime che commemoriamo in questi giorni è stato versato per consentire a noi di vivere in libertà, in democrazia, in pace… lo stesso Giorgio ci ricordava continuamente che il presente ha radici profonde nel nostro passato e il futuro, se vuole essere rigoglioso e vigoroso, ha bisogno di essere costruito a partire da ciò che è accaduto ieri. La nostra Costituzione è il frutto di questo sangue, come ha ben detto Calamandrei nel suo celebre discorso del 1955: dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, lì è nata la nostra costituzione.
La libertà e la democrazia costituiscono i valori costitutivi del Partito Democratico e il ricordo dei tragici fatti che hanno segnato la nascita della Repubblica Italiana è uno dei cardini delle politiche culturali del nostro partito. Anche a livello di segreteria provinciale, è nostra intenzione tenere alta la guardia sui valori nati dalla Resistenza: la libertà, la pace, l’uguaglianza e la democrazia vanno coltivate ogni giorno, hanno bisogno di attenzioni continue e non si possono mai dare per scontate o per acquisite in via definitiva. La strada da percorrere per centrare pienamente l’obiettivo dell’uguaglianza è ancora lunga, c’è molto da fare ma, siamo certi che l’impegno del Partito Democratico su questo fronte non verrà mai meno perché “Camerata Kesserling… se vorrai tornare/ai nostri posti ci ritroverai/morti e vivi collo stesso impegno/popolo serrato intorno al monumento/che si chiama/ora e sempre/RESISTENZA”.
 
dott. Fabiano Martinelli
Responsabile Cultura
Segreteria Provinciale PD

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10/9/2015 - 8:50

AUTORE:
Lettore

Come immaginavo preferisce non rispondere pubblicamente ad un invito di un lettore su di un argomento che brucia ai comunisti.
Se non gradisce critiche e non intende colloquiare con semplici cittadini, eviti di fare comunicati.
Sinceramente devo dire che mi ha molto deluso.
Cordialmente

9/9/2015 - 11:31

AUTORE:
Fabiano Martinelli

Gentile Lettore,
certo che ho letto Pansa, ed ho una mia opinione in merito.
Se vuole, possiamo discuterne de visu, può chiedere un appuntamento con me nella sede del PD provinciale telefonando al numero della portineria.
Come vede, non mi sottraggo al confronto, anzi, il contraddittorio mi entusiasma.
Cordiali saluti

5/9/2015 - 16:00

AUTORE:
Leonardo bertelli Migliarino

Caro " lettore" leggiti pure Pansa o chi vuoi e fallo in piena libertà, tu che oggi c'è l'hai grazie a chi allora combatté anche per le future generazioni. Sicuramente ci fu chi commise crimini tra i partigiani, ma mettiti un po' nei panni di chi allora si vide uccidere dai fascisti un figlio, una moglie, magari incinta, o semplicemente un amico. Dimmi, lettore dopo 60 anni, che cosa avresti fatto se dopo il 25 aprile del "45 ti fossi trovato davanti, libero,chi ti avesse privato dei tuoi affetti più cari ?Avresti porto l'altra guancia ? Allora sei un santo......
P.s. visto che chiedi al Sig. Martinelli di risponderti, non ti sembra il minimo firmarti ?

5/9/2015 - 13:53

AUTORE:
Lettore

Vede sig. Altro Lettore, “forse” , lei non ha letto con quella obiettività che mi ero permesso di chiedere al dott. Martinelli circa lo scritto di Pansa.
Preso, “forse”, dal suo viscerale antifascismo non si è accorto che chiedo semplicemente una valutazione storico-politica al responsabile della Cultura del PD provinciale.
Non dico che quella che scrive Pansa è la verità assoluta, mi limito a leggere nomi e cognomi di criminali che da una parte e dall'altra hanno commesso oscenità.
La differenza sostanziale tra lei e me è che io condanno sia le uccisioni dei fascisti che quelle dei partigiani rossi; lei ha il coraggio e che coraggio di affermare che i partigiani rossi hanno commesso qualche errore, giustificando ed accettando, con questa affermazione, il loro operato; può darsi che, allora, lei non abbia nemmeno condannato le azioni delle BR, qualche piccolo errore, “forse”, lo hanno fatto.
Siamo su due piani molto differenti e sono estremamente contento di esserlo.
Le offro un altro spunto : nel libro, Pansa scrive”...subito dopo la fine della guerra civile il PCI aveva imposto il proprio punto di vista sul nostro conflitto interno.
Lo riassumo così : la Resistenza era sopratutto comunista, gli altri partiti o le altre posizioni politiche avevano recitato un ruolo molto secondario o pressochè inesistente.
Da questo principio conclamato di continuo e sempre ribadito negli anni successivi sarebbe derivata una serie di conseguenze politiche e culturali. La più importante che ancora oggi si fa sentire nell'atteggiamento degli eredi del Partitone rosso era di un rigore inflessibile, chi attacca il Pci attacca la Resistenza chi sostiene che i comunisti volevano imporre una dittatura popolare di impronta sovietica è soltanto un fascista mascherato, chi afferma che pure le Garibaldi avevano i loro scheletri nell'armadio è un falsario”.

4/9/2015 - 15:00

AUTORE:
un altro lettore

"Cerchi di essere obiettivo" Con questa frase, a cui richiama il Dott. Martinelli, caro mio Sig. Lettore chiude la sua riflessione invitandolo a rispondere. Bene, non voglio certo sostituirmi (non ne ho nemmeno la capacità) a ciò che avrà da dire il Dott. Martinelli ma sicuramente, esser obiettivo non è quello che fa da anni il sig. pansa che riscrive la storia, la sua, deconstetualizzondala completamente dalla fase "storica" in cui è avvenuta. Facile vedere le cose con gli occhi di oggi, troppo facile. Non vi è dubbio che anche i partigiani rossi abbiamo commesso errori, chi è che non li fa? Ma estrapolare fatti avvenuti a conseguenza di un barbaro regime fascista e razzista come allora e volerli rileggere in periodo post bellico con la presunzione (e gli interessi) di pansa non le sembra un po troppo borghese? anzi fascista?

3/9/2015 - 14:40

AUTORE:
Lettore

Eg. Dott.,
in questi giorni sto leggendo il libro “Bella Ciao” di G.Paolo Pansa, un giornalista scrittore che è stato marchiato a fuoco come traditore revisionista da tutta la sinistra, da quando scrisse il suo primo libro “Il sangue dei vinti”, personaggio che mi risulta, ma non ne sono certo, costretto a viaggiare ancora sotto scorta per le minacce ricevute.
Conoscendo la sua profonda cultura gradirei avere un giudizio su questo libro, che mi auguro abbia letto, in cui i comunisti quelli veri, di allora , vengono chiamati in causa, e vengono raccontate le uccisioni da parte dei partigiani, specificando nome e cognome di coloro i quali hanno attuato i vari atti criminali, e dei molti civili inermi caduti sotto i colpi del Cln .
Nel capitolo 11 “Partigiani bianchi” - Pansa – racconta la storia di un leader partigiano diverso dagli altri : Enrico Martini, nome di battaglia “Mauri” , convinto anticomunista , ben noto ai vertici del Pci nell'Italia del nord, il quale ha fatto, in un intervista, dopo molti anni dalla fine del conflitto, questa fotografia dei partigiani rossi di quel periodo: “Ma al fondo di tutto non potevo sopportare la boria dei comunisti. Mostravano un'arroganza speciale, proprio di chi si sente superiore a chiunque perché si riconosce un figlio dell'Unione Sovietica” ( pag. 136).
Alla luce di questo giudizio gradirei avere un suo personale commento, da militante e dirigente del PD.
Nessuna polemica, ma credo che un uomo di cultura come lei non possa rifiutare questo invito, visto che da parte della sinistra non vi è mai stata una vera autocritica sui crimini commessi dai partigiani rossi, esaltando, senza se senza ma, tutto quello che hanno fatto.
Se per ragioni ideologiche si fosse astenuto dal leggere questo libro e gli altri di G.Paolo Pansa credo che preferisca mettere la testa sotto la sabbia che affrontare una verità scomoda; rispetto ed ammirazione per chi ha combattuto per amor di patria da entrambe le parti, condanna senza attenuanti per tutti coloro che hanno commesso omicidi inutili per vendette, nella maggior parte dei casi, personali.
Attendo fiducioso un suo commento, con un invito spassionato : cerchi di essere obiettivo.