Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ricordo di Otello Signorini
di Anna Calloni
Otello se n'è andato in modo dimesso, in solitudine, lui che amava la compagnia e che era sempre disponibile a dare testimonianza della sua vita, del suo impegno e della sua coerenza. Quando ho saputo della sua morte ho provato un grande dolore, sia perché ho sempre avuto nei suoi confronti affetto e simpatia, sia perché è morto solo in una casa di riposo. Avrei potuto cercarlo, andare a fargli un po' di compagnia, invece non ho più pensato a lui, a quella bella figura che tanti anni fa venne nella mia classe a parlare della sua esperienza di partigiano.
Avevamo invitato i nonni a raccontare le loro storie: Otello non era un nonno, era uno zio di una mamma che ci aveva fatto il regalo di portarlo a raccontare la sua esperienza di partigiano. Grande narratore, attirava l'attenzione dei ragazzi parlando della sua scelta e raccontando le sue imprese rischiose.
Otello diventò, poi, uno straordinario "testimone del tempo" nel progetto "Memoria": sempre disposto ad andare nelle classi e ad accompagnare i ragazzi alla Romagna. Due anni fa, durante un ciclo di incontri sulla Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza organizzato dall'Associazione Scuola Mondo, è venuto a San Giuliano alla scuola di italiano per migranti e ha saputo interagire con i nostri studenti, nonostante le lingue e la storie diverse.
Ce lo ricorderemo così, nella nostra stanza, mentre cerca di raccontare la sua storia e di trasmettere i suoi ideali ai nostri ragazzi provenienti da tutto il mondo.