Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Storia di Carla
Il tribunale di Crotone ha assolto con formula piena Carolina Girasole, ex sindaca si Isola Capo Rizzuto, finita ai domiciliari, assieme al marito Francesco Pugliese con contestazioni gravi: corruzione elettorale, turbativa d’asta e abuso d’uffici, aggravati dalla modalità mafiosa.
Secondo l’accusa, nel 2008 alle elezioni comunali il marito avrebbe fatto un accordo per “ottenere voti” con i figli del boss Arena,mafioso locale.
La Girasole successivamente, avrebbe favorito la famiglia del boss,assicurandogli un appalto di finocchi, coltivati sulle terre confiscate.
Questo accadeva fra il 2008 e il 2010. I terreni erano stati assegnati dall’agenzia del demanio al Comune che a sua volta li aveva assegnati all’associazione Libera Terra di Crotone.
Le accuse si rifanno al periodo che passa fra la confisca e l’assegnazione. Una fase di limbo che lascia di solito il bene “in attesa”.
La Sindaca aveva ritenuto importante non far perdere l’opportunità di raccogliere i finocchi anziché mandarli al macero come altri avevano proposto.
Il Coordinamento provinciale pisano della legalità ha conosciuto Carolina (Carla per gli amici) proprio in quegli anni. Nel 2010 infatti era partito da Pisa un altro progetto di sostegno alle cooperative che prendono in carico i beni confiscati. Quell’anno la scelta era caduta a Isola Capo Rizzuto, su indicazione di Libera nazionale.
Carla risponde subito al telefono.
Appena ricevuta la notizia dell’assoluzione la chiamo. Non era molto che l’avevo sentita, ma questa volta la voce è squillante. –Gabbbriele!- Con la b pronunciata forte, tipica dei calabresi.
E’ felice - E’ la fine di un incubo- mi dice.
- Quella notte fra il 2 e 3 dicembre del 2013, mi è cascato il mondo addosso. Io e mio marito siamo stati più di 150 giorni agli arresti domiciliari senza mai essere sentiti. Ma ho sempre avuto fiducia. Del resto se avessero letto le carte bene, non saremmo nemmeno arrivati al processo- aggiunge.
-Ma noi abbiamo scelto la strada del basso profilo, affidandoci ad un avvocato che ha creduto fermamente nella nostra estraneità ai fatti contestati.-
Con don Armando Zappolini, allora prendemmo subito posizione a favore della sua estraneità. Sentivamo che quelle accuse formulate attraverso intercettazioni di mafiosi, non potevano reggere. Abbiamo sempre creduto a quello che Armando chiamava “trappolone” per vendetta.
Alla notizia dell’assoluzione don Armando ha emesso il seguente comunicato. Durissimo.
“Finalmente si è resa giustizia ad una donna coraggiosa che ha messo la sua faccia contro la mafia. A noi che abbiamo sempre creduto nella sua onestà, non ha dato fastidio la cattiveria vendicativa dei mafiosi, ma il silenzio di chi doveva difenderla e non l’ha fatto. Di chi avrebbe dovuto starle vicino, perché la conosceva bene. Ci ha dato fastidio chi nelle associazioni e negli Enti locali dell’antimafia, l’hanno lasciata sola. Abbiano almeno ora tutti questi, il coraggio di un vergognoso silenzio.”
Carla mi conferma che la cosa che l’ha più intristita e che gli ha fatto male è stata la presa di distanza di un certo mondo antimafia, che fino allora l’aveva sostenuta. Dice che è stata sconvolta dal cambiamento repentino di atteggiamento. Un vuoto assordante.
Toni Mira, giornalista antimafia, impegnato su tutte le trincee d’Italia (l’Avvenire, il suo giornale ha dedicato la prima pagina all’assoluzione) in un suo editoriale afferma che - certa politica ha avuto buon gioco nello sbandierare le sindache della Locride, tutte nel mirino delle cosche, sfruttandole nella campagna elettorale e scaricandole poi senza preavviso. E’ successo a Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace , poi ministro, dimessasi da tutti gli incarichi da un giorno all’altro. A Elisabetta Tripodi sindaca di Rosarno, sfiduciata dalla sua stessa maggioranza di centro-sinistra. E appunto alla Girasole, anch’essa sfiduciata dalla sua maggioranza alla quale in seguito poi è andata anche peggio. E una certa antimafia, continua Mira,ha dato da subito l’idea di non volersi sporcare le mani.- Anche lui come Zappolini afferma con forza che chi ha taciuto allora, lo faccia anche oggi.
Accanto a Carla sono rimasti però in tanti. Quelli che non hanno bisogno delle pagine dei giornali per dare vicinanza e solidarietà.
Quando arrivammo la prima volta a Capo Rizzuto trovammo subito un ambiente ostile, dove abbiamo subito anche delle intimidazioni chiare. Si capiva che non accettavano la presenza di quelli che sostenevano un progetto che andava contro gli interessi dei forti poteri locali. Subimmo anche un durissimo attacco su un blog del comune aperto alla cittadinanza, che ci riempiva di minacce.
E lo capimmo bene quando un convegno organizzato dal Comune con nostri interventi, fu disertato da tutta la popolazione locale.
Ma in mezzo a queste serie di difficoltà abbiamo conosciuto una donna coraggiosa e determinata, alla quale negli anni sono stati devastati beni personali, come la casa al mare e l’auto, più volte incendiata. Che aveva dovuto abbandonare il suo lavoro in una società, per non comprometterne il futuro. Con un marito forte che l’ha sempre sostenuta, anche lui scagionato, e messo in difficoltà nel suo lavoro di imprenditore.
Carla è venuta diverse volte anche a Pisa. Ha incontrato studenti e istituzioni. Ha raccontatola sua storia con semplicità e trasporto.
Noi abbiamo conosciuto e sostenuto senza tentennamenti, anche nei momenti difficili, una donna che ha creduto nella giustizia senza fare proclami, alla quale oggi è stato restituito l’onore.
Chiudo la telefonata con una battuta- Ora dobbiamo rivederci per stare insieme. Forse è meglio avvisare Armando che forse non sa la grande notizia, visto che è sempre in giro.
Lei risponde – Fallo fare a me, non vedo l’ora di sentirlo.-
Ti aspettiamo a Pisa.
Ciao Carla, sii felice.