Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Verso il mare.
E' domenica di libeccio, ma al mare si va lo stesso.
Magari solo per fare una foto alle bandiere rosse, che a me mancano da un po' e che in giornate di vento forte invece fioriscono sulla spiaggia. Una pura illusione, ma pur sempre una bella immagine.
Panini, libri, macchinona fotografica e giubbottini antivento, che fino a ieri non servivano.
Monto con la mia ragazza sullo scooter Honda 150. Pronti via.
Al semaforo sul ponte del CEP, mi fermo col rosso e mi affianca un TMax 520 Yamaha.
Nei libri sulla malavita romana, il T Max è la moto dei "ragazzacci" della Garbatella.
Anche questo due ruote qui accanto risponde a quelle caratteristiche. Nero e con un motore nervoso. E' guidato da un ragazzone accigliato, palestrato e glabro. Indossa una canottiera nera e un casco variopinto. E’ pieno di tatuaggi. Sembra un personaggio già letto in qualche libro.
Il giovinastro fuma e guarda a dritto nel vuoto. Faccio in tempo a leggere la scritta sul polpaccione. "Chiara", in caratteri gotici. Sarà il nome della fidanzata, penso. Mi sono sempre chiesto come fanno questi tatuati quando si lasciano dalle loro dame... si strappano la pelle? Meglio per lui sarebbe che il nome stampato fosse quello della mamma, allora sarebbe eterno.
Mentre lo guardo, gira la testa. Si accorge che gli punto il polpaccio, dà un occhiata allo scooter, strizza la bocca, quasi a dire:-"O che mezzo c'hai!"
Scatta il verde. Accenno una ripresa modesta e subito G mi richiama all'ordine:- Valentino, calmati!" Nei primi 500 metri il mostro nero me ne dà 300.
Arrivo alla rotonda di San Piero. Traffico fermo. Supero di nuovo le auto in fila e quando non si passa più, mi trovo di nuovo fermo affiancato al Tmax.
Questa volta riesco a leggere sul bicipite, grosso come un prosciutto, il nome Marco. Sarà il suo nome. Ma se Chiara fosse la mamma e non la dama, il nome tatuato sul muscolone potrebbe essere di un fidanzato. Vai a capire, quante combinazioni possono esserci
Mi riguarda, come dire-" Ci risei?"
Non dico niente, ma faccio un’ alzatina di spalle. Mi dispiace quasi averti ripreso, penso; mica è colpa mia se c'è la fila.
Fuma di nuovo. Ha avuto anche il tempo di accendere un'altra sigaretta.
La fila si muove; riparte a razzo e mi semina in un battibaleno.
Nel tratto della curva delle tre buche, guido piano. Comincio a sentire il libeccio che mi viene incontro e l'odore del mare. Mi fermo anche a fare una foto.
Poi arrivato quasi alla rotonda, all'apparire dei retoni sulla destra a bocca d'Arno, rivedo il motorone nero, ma questa volta fermo da una parte.
Il pilota armeggia a qualcosa. Stai a vedere che la belva ha ceduto.
Non ci posso credere. Lo affianco piano, ha un tatuaggio a saetta anche sul collo.
Lo guardo e gli chiedo con garbo- “Serve aiuto?"
Lui, alza la testa è fa un 'espressione quasi a dire-" Che cazzo vuoi"
Poi invece sorride forzato e dice-: No grazie, so di cosa si tratta, ogni tanto questo scooter di merda lo fa .- Di merda, ha detto proprio così.
Saluto e vado al mare sorridendo, col mio Scooter bianco, che non offenderei mai.
Confessione.
Sopra ho scritto quello che mi sarebbe garbato fosse accaduto. In realtà il finale vero e la verità, che è sempre rivoluzionaria, stanno nella parte sotto.
Eccola
Poi, arrivato quasi alla rotonda, all'apparire dei retoni sulla destra a bocca d'Arno, rivedo il TMax nero fermo da una parte, con il ragazzone seduto sopra, che non ha smesso mai di fumare; aspetta sicuramente qualcuno: la dama, un fidanzato palestrato come lui, la mamma... Passo piano, mi guarda storto e pare mi dica:-"Arrivi ora? Gaoooooo deh!!!, o un lo cambi quel motorinetto” .
Questa volta cerco di non dargli soddisfazione girando il mio sguardo da un'altra parte,. Ciao bello!
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Siamo arrivati, il sole ci batte in faccia insieme al vento. Una poesia.
Il mio scooter leale, ci ha portati sani e salvi fin dentro il libeccio, a fare foto alle bandiere rosse, che sul mare tese nel vento sono bellissime.
E in culo quei motoroni smodati. Stai a vedere che il palestrato non sa nemmeno nuotare bene e siccome il mare è mosso non si tuffa per prudenza … E questo sotto, sotto è quello che spero, mentre dalla spiaggia spicco la rincorsa e mi butto nelle onde a capofitto.