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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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di Matteo Renzi segretario PD
“Se volete un premier che alzi le tasse, cambiate premier”

4/11/2015 - 8:41

    Renzi: “Se volete un premier che alzi le tasse, cambiate premier”

All’assemblea dei parlamentari Pd, il premier difende la Legge di stabilità: “Su sanità, sociale e cultura investiamo più di prima”

“Rispetto per chi ci lascia, ma non è in corso nessun smottamento” nel Pd. E poi: “O noi siamo in condizione di riconoscerci parte di una comunità oppure i continui no e i richiami a ciò che non va caratterizzano chi parla male” alla stregua delle forze dell’opposizione, sottolinea il segretario. “Non è possibile che si fa solo l’elenco delle cose non vanno”.
Matteo Renzi difende senza tentennamenti la manovra di stabilità  e le scelte fatte sinora dal governo all’ assemblea dei gruppi parlamentari del Pd riunita all’auletta di Montecitorio.  Difende l’innalzamento del tetto dei contanti, “non esiste correlazione con l’evasione”, e l’aspetto “sociale” della manovra: “Sulla sanità è demagogico dire che mettiamo meno soldi” dice rivolto alle regioni con cui oggi è previsto un incontro. E su questo punto annuncia: “Tra una settimana faremo un decreto per salvare le regioni dall’intervento della Corte dei Conti”.
La distanza con la minoranza Pd è però incolmabile e il premier-segretario dà l’altolà alle “continue critiche” della minoranza, avvisando che “le regole in un partito valgono sempre”. L’appello all’unione non convince tutti. Il fossato con la sinistra interna, però, si allarga e i tre bersaniani D’Attorre, Galli e Folino annunciano l’addio. “Rispetto chi ci lascia: Pippo, Stefano e se non ho capito male Alfredo. Ma anche chi è entrato” – chiarisce Renzi che aggiunge: “E’ facile fare un elenco di nomi dei parlamentari acquisiti”.
Al centro dell’intervento resta, comunque, la manovra “Siamo al bivio: o prendiamo l’occasione della stabilità come l’accelerata decisiva, oppure buttiamo tutto quello che abbiamo fatto. È una scommessa sulla fiducia”, ha affermato, elencando i 25 punti chiave della legge. E, in vista del voto sulla norma, risponde ancora alla minoranza: “La legge di Stabilità è di sinistra come la nostra impostazione. Non è che la ditta è di sinistra se il congresso lo vince tizio o caio. Cari amici e compagni, le regole valgono sempre o non valgono mai”.
Tasse
Sulla questione delle tasse, Renzi chiarisce: “L’82% dei proprietari di prima casa è costituito da pensionati, dipendenti o disoccupati. Si può dir tutto, ma non che togliere la Tasi aiuti i più ricchi. Se volete un premier che alzi le tasse, cambiate paese o cambiate premier. Io penso che le tasse in Italia debbano andare giù: è la caratteristica di questo governo”. E ancora: “Se qualcuno ha nostalgia della sinistra che diceva anche i ricchi piangano, sappia che non è la mia linea. Io non condanno il mio partito al suicidio né il mio paese alla stagnazione”.
Evasione
Nessuno spazio al cambiamento nemmeno sull’innalzamento del tetto dei contanti che, secondo lui, non è correlato all’evasione: “Il primo che mi dimostra che l’aumento dell’evasione è collegato all’aumento del contante, sono pronto a ripensarci. Ma questo collegamento non esiste”.
M5S e Berlusconi. 
Renzi non è stato tenero con i suoi avversari. “Il M5S è la più grande occasione perduta per chi ha creduto nel cambiamento: a Imola hanno discusso del leader, non del cambiamento”. “Sono patetici”, dice alludendo alla proposta Lauricella favorevole al premio alla coalizione duramente contestata da grillini, proposta che il premier dice di non condividere. Molto duro anche con Silvio Berlusconi, il premier che lo definisce da “uomo del fare” a elemento che blocca l’Italia, facendo “capriola totale”. “Con la partecipazione alla manifestazione della Lega Berlusconi conclude la sua parabola”.
Alla fine dal premier, che si era presentato all’assemblea con un sigaro ‘Romeo y Julieta’ portato da Cuba per Pier Luigi Bersani, arrivano toni pacati: “Il punto è lasciare un po’ di margine al parlamento per rafforzare nella manovra i punti buoni che ci sono e correggere le cose che non vanno. Suggerirei di essere disponibili a una discussione tra gente seria per affrontare qualche problema”.

Fonte: Maddalena Carlino da l'Unità TV .it
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