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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di - Mazzarri (Lista Boggi Sindaco)
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Il raccontino
'Incontro'
di Santino Gabrielli

22/11/2015 - 17:55

 
INCONTRO
Sono in fila ad un supermercato anonimo, fuori zona; mi sono fermato a comprare il pane per la cena.
Sto tornando da un incontro di lavoro in Valdicecina.


D'un tratto sento chiamare il mio nome, nel frastuono generale.
Mi giro si scatto.


Un signore dietro me, con gli occhiali, si sbraccia e mi sorride.
Penso subito sia qualcuno che mi ha riconosciuto, fa l'amicone e poi mi chiede qualcosa.

E’ una scena che in questi venti anni ho visto e rivisto.
Sorrido anch'io, alzo una mano e faccio il vago.


Lui insiste. E' abbastanza lontano. Urla- "Ma come stai? Non sei cambiato".
Ecco, mi piglia anche per il culo.


Perché quando uno ti approccia deve dire sempre cose scontate.
-"Aspettami!!!!"- Insiste.


Ma chi cazzo è questo qui, a quaranta chilometri da casa mia, cosa  vuole?


Lo aspetto. Paga e si avvicina sorridente.
Ha in mano solo una bottiglia di vino.
-"Oh, ma che si andava a scuola insieme te lo sei scordato???"
Non riesco a metterlo a fuoco
Sono il Nami. Ricordi?


E in un attimo, un lampo. Mi torna tutto a galla
Gran figlio di puttana, simpatico come pochi. Invecchiato ma con l'occhio più vivo di un tempo.


Noi a sognare la rivoluzione e lui grande giocatore di tutto, cavalli, biliardo e carte.
Ci insegnava trucchetti scabrosi su tutto ciò che nel gioco era illecito.
Frequentava ambienti detestabili, ma quando ci raccontava era uno spasso.


Era felice quando noi facevamo sciopero, perché lui restava a letto.
Stava d’incanto, in una classe politicizzata  come la mia, con una leggerezza che ha fatto epoca.


Era amico di tutti e alla fine, quando non c'era, mancava.
Riusciva a dire alla rovescia ogni parola che gli proponevi.


Per esempio il suo nome Nami era diventato  subito Iman. E noi Iman lo chiamavamo, come fosse il capo della moschea. Anche alcuni professori si divertivano a chiamarlo così. E lui rispondeva.
-Oggi interroghiamo l’Iman.
E lui andava impassibile.


Ma qualsiasi parola gli dicevi, la traduceva al rovescio, al volo senza pensare. Un istinto inspiegabile.


-"Mi viene così!" diceva.
Gli chiedo se riesce ancora in questo esercizio.
Mi risponde sorridendo. -"Certo mica smettono queste cose".


Poi mi guarda a furbetto -"Hai fatto il sindaco eh, ti ho seguito dai giornali e dalle tele private.... Brutto birbante!!"- "Chi l'avrebbe detto; tu che volevi fare la rivoluzione tutte le mattine.... Ti sei sistemato ehhhh"! E fa un gesto con la mano e un suono,.... ahum ahum!!!!


Poi aggiunge- Io comunque sto con Berlusca; perché è il meglio di tutti, anche con le donne... dai!!" E ride.


Non mi meraviglia che  il Nami pensi questo della politica. Anzi, sono certo che ha sempre pensato così.
Era buffo, ma stronzo e pensava solo a se stesso. Il prototipo di una moltitudine che nel futuro è diventata maggioranza.


Lo guardo senza parlare . Chiacchiera a macchinetta. Mi dice che sta facendo il costruttore, che porta avanti l'azienda del padre e che non se la passa male.-"Anche se con questa crisi il mattone è fermo e- sospira, quasi affranto. Sta diventando un problema per i miei operai. Alcuni li ho messi a casa.


Non avevo dubbi che lui la crisi sappia a chi farla pagare.
Poi indicandomi nel parcheggio, un macchinone  nero, un ammasso di lamiera orrendo, aggiunge -"Io per ora non mollo, visto che mezzo? Mica  posso andare la sera a Montecatini con la Panda 4x4 del cantiere!"


Sarebbe facile dirgli che spero, "almeno paghi tutte  le tasse”, ma non dico una parola per non sprecare fiato.
Invece lo guardo e lo riguardo negli occhi e lo abbraccio. Lo stringo forte a me. Lui ricambia con trasporto.


 A quel punto gli sussurro in un orecchio -"Nami,io sono rimasto komunista con la cappa!”-poi dopo averci pensato un po', ho sillabato - “ISTINUMOK, ricordi? Ci chiamavi così. Quelli con le bandiere rosse e i manici piccoli piccoli, così capisci al volo ?".


-"Sei il solito estremista di un tempo”.- risponde- “Non ti ha cambiato nemmeno il Comune”.
 “Ma ahum ahum!" , e fa lo stesso gesto di prima con la mano.
 
Poi si perde in una risata che mi riporta indietro di quarant’anni anni.

S.G.

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27/11/2015 - 11:12

AUTORE:
Pluto

Credo che quasi ognuno di noi abbia avuto in classe o nella nostra cerchia di amicizie un tipo/a simile.
Va riconosciuto che non si avviliscono né cambiano mai tipi del genere e che non si lasciano mai sopraffare dai dubbi.
L'importante è restare in auge anche a scapito degli altri e appagare qualche barlume di incertezza con i beni materiali.
Ammiro la tua capacità di reazione che nonostante tutto non ti ha tradito.
Io invece avrei reagito come uno stoccafisso, avrei potuto rispondere al saluto ma non all'abbraccio.