Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
UN SEMPLICE GESTO CHE RIVOLUZIONÒ LA STORIA
Rosa Parks era una sarta. Come ogni sera, il primo dicembre 1955, finito il suo lavoro, prese l'autobus per tornare a casa. Aveva dolore ai piedi. Stanca si siede nell'unico posto a disposizione. Dopo tre fermate l'autista le chiede di alzarsi e di lasciare il posto ad un passeggero salito dopo di lei. Rosa non si scompone: mantenendo un atteggiamento calmo e dignitoso rifiuta di lasciare il posto. L'autista ferma il veicolo e chiede l'intervento di due agenti di polizia che arrestano Rosa. L'accusa fu di condotta impropria. Rosa aveva una sola colpa: quella di essere 'nera' e di non aver voluto cedere il suo posto ad un passeggero ‘bianco’ salito dopo di lei.
Le norme cittadine in vigore a Montgomery, la capitale dell'Alabama dove viveva Rosa, imponevano infatti una rigida divisione dei posti sui mezzi pubblici: un settore era riservato ai bianchi, uno agli afroamericani ed uno condiviso. Il regolamento non si limitava a proibire persone di colore di occupare i posti riservati ai bianchi: se saliva un bianco e i posti riservati erano tutti occupati, gli afroamericani che occupavano posti del settore comune erano obbligati ad alzarsi.
Era questa la situazione in cui si trovò Rosa: lei occupava un posto del settore comune e l’autista voleva che si alzasse per lasciare il posto ad un passeggero bianco. Nel marzo dello stesso anno un episodio simile aveva avuto come protagonista l’allora quindicenne Claudette Calvin.
L’arresto di Rosa fu la classica goccia che fa traboccare il vaso: la popolazione afroamericana di Montgomery reagì con violenza, provocando la risposta altrettanto violenta della polizia. Il 5 dicembre il futuro premio Nobel per la pace Martin Luther King e altri attivisti della comunità afroamericana decisero di operare una forma di protesta non violenta basata sul boicottaggio: da quel giorno nessuna persona di colore doveva più viaggiare sugli autobus. La comunità dei tassisti afroamericani, per sostenere la protesta, adeguò le sue tariffe a quelle degli autobus, mentre alcuni cittadini mettevano a disposizione le loro auto.
Il 26 gennaio 1956 una volante fermò l’auto di Martin Luther King con una scusa banale e lo arrestò. Il 21 febbraio l’azione di boicottaggio venne dichiarata illegale in attuazione di una legge del 1921: ancora una volta King venne arrestato. Nonostante queste ad altre intimidazioni la protesta però continuò.
Il 19 giugno 1956 la Corte Distrettuale competente stabilì che la segregazione forzata sui mezzi pubblici imposta a Montgomery violava la Costituzione degli Stati Uniti d’America: una sentenza che venne confermata il 13 novembre 1956 dalla Corte Suprema.
Il 21 dicembre 1956, 382 giorni dopo il suo inizio, il boicottaggio dei bus a Montgomery terminò: sul primo autobus in partenza, fianco a fianco, il reverendo bianco Glenn Smiley sedeva fianco a fianco a King e agli altri leader del movimento afroamericano. La segregazione razziale sui mezzi pubblici era ormai fuorilegge.
Rosa Parks passò un anno in carcere, diventando una vera e propria icona del movimento per i diritti civili: il suo ‘piccolo’ gesto era diventato un macigno in grado di sgretolare anni di discriminazioni, umiliazioni e silenziosa sofferenza. Rosa, che dovette abbandonare Montgomery per trasferirsi a Detroit, è stata insignita del premio Martin Luther King e della medaglia Spingarn, ha ricevuto dal Presidente Bill Clinton la medagli d’oro del Congresso ed è stata inserita nella lista delle venti persone più influenti del XX secolo: il giorno del suo funerale 50.000 persone le resero omaggio sul posto, mentre le televisioni trasmettevano l’evento in diretta.
Mi è difficile immaginare i sentimenti, le emozioni che Rosa provò quel 1 dicembre 1955. L’amore per la giustizia e la fratellanza, valori a cui nessuna società che vuol essere veramente libera e democratica può rinunciare, la spinse a infrangere quel muro di arrendevolezza e di passività dietro cui erano state relegate le persone di colore. Rosa disse no alla diseguaglianza. Una lezione che dobbiamo mantenere cara e impegnarci ad applicare tutti i giorni, a cominciare dalle azioni più semplici.
Il sindaco Sergio Di Maio