Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
GOLINO
Lett: nc.
Il termine dialettale golino indicava comunemente un forte pugno, un cazzotto, che poteva colpire la gola del malcapitato, da cui il nome, ma anche un’altra parte del corpo o del volto.
In origine tuttavia era un colpo meno violento, una specie di colpo di avvertimento che veniva portato con la mano tesa ed il pollice divaricato alla gola dell’avversario, un anticipo e una minaccia di una possibile punizione più consistente.
"Ti schiocco un golino!” era quindi una minaccia, molto decisa e concreta, di ricevere un grosso pugno. Considerazione secondaria riteniamo, per chi la riceveva, la correttezza della definizione : se si trattasse cioè di un vero golino, di una puntata oppure di un bel muglione!
GOVONE
Lett: COVONE. [Fascio di paglia segata o altro che fanno i mietitori nel mietere].
In dialetto è diventato govone con la sostituzione della c iniziale.
Govoni erano quei fasci di grano che i contadini lasciavano nei campi, legati con steli dello stesso frumento, man mano che avanzavano nel terreno tagliando a mano le messi.
Era un lavoro duro ma era bello vedere i contadini in lontananza al lavoro, in cima alle file rettilinee dei govoni, segno tangibile della loro fatica.
Con l’avvento delle trebbiatrici il grano viene tagliato e nello stesso tempo sgranato con grande rapidità, passando all'istante da una massa ondeggiante di belle spighe dorate ad un semplice cumulo di fasci di paglia. Le macchine moderne tendono a fare dei grandi rotoli di paglia legati con spago o ricoperti di plastica. Le vecchie mietitrebbia pressavano invece la paglia in forma di piccoli cumuli quadrangolari, che venivano chiamate presse e che avevano il vantaggio di essere più piccole e quindi maneggiabili anche dal contadino sprovvisto di macchine agricole.
La dimensione dell’agricoltura ha subito un cambiamento radicale con l’avvento delle macchine agricole e dell’agricoltura intensiva. Si è modificato completamente l’ambiente rurale che ha progressivamente perduto la vecchia dimensione familiare per proiettarsi in una competitiva dimensione industriale, con molti indubbi vantaggi in termini di fatica e produzione ma anche con inevitabili svantaggi per la qualità della vita.
Govone era anche chiamata una persona di bassa statura e piuttosto rotonda.
GOZZATA
Lett: GOZZATA. [Vecchio rancore].
Completamente diverso il significato del termine dialettale che indicava invece una grossa bevuta di liquido. Tipica la gozzata fatta in mare od in Serchio durante un bagno, ma anche una normale bevuta con il significato di un’unica ma cospicua deglutizione.
“N’ho dato solo ‘na gozzata” : ne ho bevuto un unico sorso.
Esiste anche un diminutivo per indicare una piccola quantità:
“me n’ha dato solo‘ na gozzatina!” a significare l’assaggio solo di una quantità modesta, e del tutto insoddisfacente, del liquido in questione.
“Mi raccomando, danni solo‘na gozzatina” esortazione al prelievo di una ben misera dose.
GROPPONE
Lett: GROPPONE. [Parte che resta fra le natiche e le reni, dorso].
In dialetto ha un significato anatomicamente meno preciso e indica genericamente la parte posteriore del corpo, adatto a sopportare un peso fisico.
E’ accrescitivo di groppa, la parte posteriore dei quadrupedi, atta al trasporto di persone e carichi.
“Mettimelo qui, sul groppone” dà all’altro un’indicazione di tipo fisico su dove poggiare il carico.
Può essere utilizzato anche in senso più figurato: “m’è rimasto sul groppone”, ad indicare il disagio per una cosa non riuscita, un’offesa non lavata, ed anche per una cosa inutile di cui non siamo riusciti a disfarci.
Il termine è utilizzato anche in una tipica frase dialettale di diniego:
“mi dai ‘n po’ la tu bicicletta, devo andà ar circolo?” “si, ner groppone!”
è un modo per affermare, in maniera non troppo gentile, l’indisponibilità del mezzo richiesto.
GROVIGLIOLO
Lett: GROVIGLIO. [Ritorcimento che fa in sé un filo quando è troppo torto].
Usuale distorsione dialettale (come in conigliolo), da cui deriva il verbo aggrovigliolare (ital: aggrovigliare).
“S’è tutto aggrovigliolato” : si è tutto arruffato, attorcigliato.
Il distorto termine dialettale che allunga la parola ripetendone la finale, in questo caso appare assai più efficace dell’italiano, come se il filo, o la matassa, si fosse ingarbugliata ancora di più, fosse ancora più difficile da sdipanare.
Grovigliolo di merda era un’espressione molto volgare ed offensiva, attualmente un po’ in disuso.
GRUBBE
Lett: CLUB. [Circolo].
Il termine inglese “club” diventa prima l’italiano clubbe ed infine il dialettale grubbe, ad indicare il Circolo od il Bar del paese. A Nodica vanno oltre e chiamano grubbino e grubbone i due circoli paesani, diversi anche per l’orientamento politico dei frequentatori.
Foto: Bar Cacciatori