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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Tommaso Labate
La spaccatura tra FI e alleati Berlusconi: fatta una figuraccia

19/12/2015 - 16:29

   La spaccatura tra FI e alleati Berlusconi: fatta una figuraccia


L’ultimatum di Lega e FdI: senza sfiducia al governo si ridiscute tutto. Il capogruppo Brunetta smentisce di aver votato e annuncia di aver chiuso i battenti del «Mattinale»

 «È una cosa indecente. Questa storia doveva essere un problema di Renzi e invece la figura peggiore l’abbiamo fatta noi, mettendoci a litigare sui giornali». Al tramonto, quando dal voto sulla mozione di sfiducia contro Maria Elena Boschi sono passate parecchie ore, un Silvio Berlusconi amareggiato prende mestamente la via del ritorno ad Arcore. Lasciando idealmente dietro di sé a Roma, foss’anche solo per il fine settimana, un partito spaccato a metà su tutto e una coalizione praticamente disintegrata.

Probabilmente nemmeno sa che poco prima, a Montecitorio, dopo aver smentito il suo voto a sostegno della mozione del Cinquestelle, Renato Brunetta ha appena chiuso i battenti del Mattinale, la pubblicazione del gruppo di Montecitorio messa sotto accusa per una linea politica troppo eterodossa, che l’ex premier aveva avocato sotto il suo controllo. Proprio così, chiusa. Almeno è quanto avrebbe detto il capogruppo a uno dei suoi principali collaboratori, Renato Farina. «Via, chiuso, il Mattinale non si fa più...». 
Doveva essere il giorno nero della maggioranza, che invece si fa confortare dall’aritmetica di Montecitorio. Finisce per essere il giorno nero del centrodestra. La prima picconata la dà di buon mattino Matteo Salvini, da Mosca. «Se Forza Italia non vota la mozione di sfiducia al governo ci incazziamo e ci sarà da rivedere tutto, anche la coalizione per le amministrative». Il riferimento non è soltanto alla mozione di sfiducia contro l’intero esecutivo, che il centrodestra ha presentato al Senato e che sarà discussa dopo le feste. Ma anche a quella contro la Boschi, diventata il pomo della discordia di una guerra senza quartiere tra Brunetta e Romani.

 Il leader del Carroccio, a sorpresa, sconfessa Berlusconi. E dice, senza troppi giri di parole, che «al vertice di Arcore (martedì, ndr) abbiamo fatto un documento comune in cui ci impegnavamo a votare mozioni di sfiducia nei confronti del governo. Avevamo detto - aggiunge - che avremmo votato sia quelle individuali che quella collegiale». Una netta smentita, insomma, al «non possumus» sulla mozione anti-Boschi pronunciato mercoledì da Berlusconi alla presentazione del libro di Bruno Vespa. Lo spettacolo del centrodestra diviso che va in scena a Montecitorio finirà per rispecchiare fedelmente il canovaccio della vigilia. La Lega vota contro la Boschi. E lo stesso farà Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni che prende di mira il ministro delle Riforme con gli stessi toni del Cinquestelle. «Suo padre è stato commissariato non dal governo ma da Bankitalia. E il decreto salvabanche è stato congegnato per salvare i truffatori».

Forza Italia, invece, abbandona l’Aula. Col tabellone luminoso della Camera che, come unico votante forzista alla mozione anti-Boschi, indicherà proprio Brunetta. Che poi però, con una nota di Forza Italia, smentirà di aver preso parte alla votazione.Le ferite degli azzurri, in serata, non fanno altro che aggravarsi. Meloni dà ragione a Salvini, mettendo a verbale che «se Forza Italia non voterà in Senato la mozione di sfiducia contro il governo, l’alleanza sarà compromessa».

Ma il partito è in frantumi. Da Toti a Romani, passando per Gelmini, il blocco di quelli che pretendono dall’ex premier «la composizione di una direzione nazionale del partito» si allarga. Come il divario tra questi ultimi e Brunetta. Unica nota positiva, per Berlusconi, il biglietto ricevuto nel pomeriggio dal Quirinale, con Sergio Mattarella che l’ha invitato per il ricevimento di Natale. Resta da capire se il presidente di Forza Italia deciderà di fare tappa a Roma prima delle feste oppure se rimanere ad Arcore. Nel primo caso si ritroverà faccia a faccia con Renzi. Proprio nel momento in cui lo spettro del vecchio «Patto del Nazareno» è tornato ad agitare le notti dei parlamentari azzurri. 

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20/12/2015 - 14:33

AUTORE:
fede e.

la figura l'avete fatta bella voi, sì una bella figura di m....