Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
C’è il tempo presente, il tempo futuro e il futuro anteriore, il passato prossimo e quello remoto, i trapassati e si sa, tutto (è) indicativo. E nel nostro tempo imperfetto perfino la coniugazione porta difetto, rimane qualcosa di non detto, sospeso nell'aria come un dispetto?
Io lavoravo (Ex. Art. 1 della Costituzione Italiana)
Io manifestavo (Fino a quando qualcuno ha usato l'imperativo “Caricate)
Io avevo (Doveri e Diritti: i primi sono aumentati i secondi stanno sparendo - dal vangelo secondo Gerundio)
Io mangiavo (azione attiva, sostituita dall'azione passiva, #iovengomangiato)
Io studiavo (alla scuola pubblica, resisterà?)
Io credevo (nella giustizia, nella verità, nella parità)
Io votavo (su una scheda elettorale, ora mi fanno fare il televoto)
Io ero...una coscienza, singolarmente si ha una coscienza, collettivamente si è coscienza. La coscienza collettiva, su scala sempre più grande: famiglia, paese, città, regione e così via, fino ad arrivare alla coscienza collettiva di uno stato e poi a quella di tutti gli stati messi insieme, per obiettivi comuni, per tutele crescenti per tutti. Ma come? Se mentre qualcuno pensa, con una sigla da spot pubblicitario “COP21”, di cambiare il declino del pianeta, parlando di “lotta al cambiamento climatico”, quando invece la lotta è da farsi contro di noi, contro le nostre abitudini, i nostri modi di vivere, di stra-produrre, di stra-consumare; altri si inventano una stupida guerra, sfoderando forze e arsenali, dichiarazioni e pugni di ferro...come??? Dov'è la coscienza di ognuno, quando nella morte, il discrimine lo fa la latitudine? Dove è quando passiamo oltre, scavalchiamo, chi ci tende una mano?
Dov'è finita l'energia di quel lontano novembre del 1989 quando veniva buttato giù un muro? se ora sorgono muri e fili spinati ...un tempo passato senza imparare, da capo si deve ricominciare? abbattere i muri per tornare a cantare. Dov'è finita la memoria di quel che abbiamo passato e quindi imparato? Non possiamo assuefarci, anestetizzare l'anima per non sentire più il dolore, la vista per non vedere più l'orrore…dov’è finita la capacità di indignarci? Quella capacità che poi che fa agire, che ci trasforma in militanti, in persone capaci di contrastare modelli di vita ingannevoli, il degrado morale, culturale e politico che ci circonda.
E non credo proprio che sia la crisi economica ad aver generato/alimentato questo diffuso senso di indifferenza e impermeabilità, questa apatia e poca propensione alla discussione e alla contrapposizione. Al buio tutti i gatti sono bigi, dice un vecchio adagio, ecco non so quando abbiamo iniziato, ma noi abbiamo iniziato a spengere le luci, piano piano, poco per volta, abbiamo cominciato ad abbassare la conflittualità tra le diverse parti politiche, abbiamo cominciato a dire che la destra e la sinistra sono categorie del passato che non interpretano più il presente, abbiamo cominciato a costruire un mondo dove tutto è diventato molto uguale…chi insegnerà alle nuove generazioni la capacità di critica, di reazione, il valore dell’indignazione, del resistere?
Ma in tutto questo poi, nei fiumi di parole che scorrono ogni giorno sulle tv, sui giornali, sul web, qualcosa mi sfugge, c'è sempre una fretta strisciante nel dire, quasi come a non voler far capire. Notizie, informazioni, immagini che vengono lasciate scorrere ad alta pressione, tanto da non dare tempo ad alcuna riflessione, rimane come unica via, il tasto Off, in ognuno di noi, liberalmente arbitrato: lo schiacci, spegni e da lì puoi cominciare a riflettere.
Il tempo imperfetto cos'è? È quello di oggi, di ieri e di domani purtroppo e non importa se coniugazione e attualità fanno grammaticalmente a scozzi.
Nella settimana in cui si celebra una nascita, il tempo privilegiato è quello del futuro, un futuro che però stiamo negando a generazioni di giovani e rendendo difficile a quelle dei meno giovani, e chi nasce ora o non è ancora giovane che futuro avrà?
Della notte dei tempi ci han detto una fiaba
che in mezzo al deserto, qualcuno vagava
in cerca di un posto, un giaciglio perfetto
per far nascere il bimbo che ci avrebbe protetto
bussaron alle porte, ma nessun gli apriva
si sa, eran stranieri e poveri in canna
e si adattarono ad una capanna
col freddo e col gelo restarono vicini
scaldati soltanto da un bue e un asinello
i protettori del bambinello
In questo Presente, negli anni 2000
migliaia di gente si trovano in fila,
nel mezzo al deserto, nel mezzo alle guerre
che li fanno fuggire dalle loro terre
cercano forse per i loro figli,
una vita di pace e tanti giacigli
ed un futuro che non vada perso
anche se fosse un Futuro Imperfetto