Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Ti sei seduto sul divano da poco. E’ domenica, quasi l’ora di cena. La giornata l’hai passata a sistemare casa e giardino. –“Difficile tenere a posto una casa quando è vissuta. Se poi c’è il fuori…”- dice da sempre tua madre. E la tua lo è: giardino, cane bizzarro, studentesse su e giù e settimane frenetiche di lavoro.
Le tue ragazze a quest’ora risolvono le passioni in altre stanze. Il cane dorme dopo la sgroppata del pomeriggio. Hai in mano il libro che ieri sera hai chiuso a dieci pagine dalla fine. La tv è rigorosamente spenta come il computer. Il cellulare è in un’altra stanza. Ti guardi intorno, luce giusta e copertina. Ci siamo, concludere la domenica con una sana lettura e poi una piccola cena.
Suonano alla porta. Chi sarà? Stai in silenzio. Tenti di capire. Senti schiamazzare di sotto. Ridere, fare festa. Non resisti. Ti alzi e ti affacci dal soppalco. Quattro amici carissimi intorno a G ti salutano alzando la testa tutti insieme. Sono gli amici di una vita, non vi siete mai abbandonati, nemmeno quando le strade si sono fatte tortuose. Scendi e li abbracci. Dicono che sono passati a salutare al volo. Ma tu sei contento di vederli e realizzi che si può dare una svolta alla serata. –Restate qui? Loro dicono va bene. E cambia il programma.
Pentola sul fuoco e spaghetto con pomodorini pachino e olio novo del lungomonte. Fuori le acciughe comprate al mercato contadino, pronte per essere fritte. Anche G. si mette in azione. Intanto si parla di un Renzi micidiale e di un Pd nelle sue mani, della nostra cara Sinistra che non è mai pervenuta ma sognata ad occhi aperti, di Travaglio che non ci piace, di Grillo che la butta di fuori, dei fascisti in Francia.
-“Quanta pasta, siamo in sei. Otto etti vanno bene?” -“Troppa, dicono tutti”- come sempre. Ma tu sai che non è mai troppa e la metti tutta a disposizione della pentola. Spaghetto trafilato al bronzo e padellina con l’olio a friggere; i pomodorini tagliati in due e pronti per essere tuffati. Intanto prende forza la pastella leggera per le acciughe.
Si beve? È morto Gelli. Non possiamo essere macabri- dici, comunque beviamo Apri il frigo. Mai essere sprovvisti di vino. E allora cominciate col Ferrari (se non puoi tenerne uno in garage, tienilo almeno in frigo, diceva un tuo amico squattrinato ma gaudente) . Poi controlli che il Vermentino stellato sia in posizione e richiudi.
Intanto le chiacchiere vanno avanti. Su Spielberg che ha fatto un nuovo film, e su Fabio Volo che giurate da veri snob che non lo leggerete mai. Ma Pasolini si, eccome. E l’Espresso fa bene a riproporre i suoi film. E la scuola? Siamo alla frutta dice una delle tue amiche, insegnante. E il lavoro che non c’è aggiungi te, pensando con un sospiro ai tuoi boscaioli. –“E’ dura ragazzi, non esiste più una “risposta collettiva come usava un tempo-.
Intanto una tovaglia fiorita comprata questa estate in Costa Azzurra a un mercatino,prende il suo posto e il pane di Ciapino comincia ad essere tagliato –“L’assaggiamo un formaggino della Garfagnana mentre bolle l’acqua?-“ dice G.-“Ma col Ferrari?”- “E perché no, mica è Sant’Orsola.”
Poi una considerazione affettuosa sulla solita foto del vostro amico del cuore che sta appesa nella tua cucina da anni e lo spaghetto viene tuffato. –“Al dente mi raccomando, che stiano ritti”. E anche questa non è nuova. I pomodorini gorgogliano e le acciughe sfrigolano. Ogni cibo ha il suo rumore. La pasta viene servita, fa due giri di campo e tira il fiato; se fosse stata di più sarebbe finita lo stesso. Le acciughe vengono mangiate come noccioline, una dietro l’altra. Intanto il vermentino è finito. Ragazzi ma quanto si mangia. “Che l’Isis ci trovi vivi”. E brindate battendo i bicchieri –“Vabbè dai apriamo anche quest’altro bianchetto”.
Vi guardate e realizzate nel medesimo momento che sono più di trent’anni che funziona così. Dai tempi del “Volevamo tutto”. Continuate a commentare il mondo intero e vi volete bene, senza il bisogno di vedervi tutte le settimane. Perché siate troppo strutturati e “il troppo stroppia” dice un detto popolare. E voi del popolo siamo tutti figli, anche se amate la nobiltà di Sinistra, di cui vi sentite parte.
Sono questi piccoli momenti di felicità presi al volo a cui non avete mai rinunciato. –“Hai ancora quel Rum agricolo ?-“ Certo! E la cioccolata? -Eccola.- E chi ci va a lavorare domani- dice uno. – “Nessuno domani è ponte.” –“Non per tutti dice il solito polemico.” Ma vada comunque ancora per il Rum e Forza Pisa. Caffè? Perché no”.
–“O ragazzi ho rimesso su le diapositive di quella volta in Corsica l’ultimo dell’anno, nel silenzio assoluto” –“No le diapositive no. Avevamo detto basta una ventina d’anni fa. Meglio un Risiko. “- -“Troppo lungo, vi ricordate quella volta in Camargue che si giocò una notte intera?-“ e giù raccontare quello che sapete a memoria da una vita, fino alla famosa diatriba su Gregory Peck e Gary Cooper che vi tenne una notte a discutere su chi fosse stato il protagonista di “Per chi suona la campana.” E pensi che se ci fosse stato Internet avreste esaurito la diatriba in dieci secondi perdendovi una delle più belle nottate di scontri e scommesse della vostra vita, che invece ora è lì nell’album .
Viaggiavate controvento e sorridenti, la vostra vita era un’utilitaria “scoperchiabile” che vi conteneva tutti. Nessuno restava a piedi, mai! E siete ancora qua.
La vostra rivoluzione ha resistito. A Cuba sareste decorati.
Dicembre 2016