Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Tardive riflessioni mattutine.
La Luna, l’ultima luna piena dell’anno, la luna risplendente al massimo la notte di Natale, stamattina mi ha fatto (ri)andare al mare per vederne il tramonto.
Bella, non poteva non esserlo, ispiratrice di pensieri che ti portavano lontano e non poteva anche questo non esserlo dopo avere visto e sentito Roberto Benigni la sera prima.
Come ha scherzato il “giullare” per eccellenza anche nella mistica spiegazione dei Dieci Comandamenti, anch’io mi son messo a ridere di un famoso detto, riferito a questi giorni, quello che celebra la brevità di certe cose.
Se solamente si invertissero i nomi sarebbe esattamente il contrario: da poche ore ad un anno intero.
Mentre penso e me la ridacchio fra me e me ecco che incontro un altro malato di “insonnia naturalis”. Un saluto dovuto, due parole di circostanza, una improvvisa imbarazzante stretta di mano da parte dello “straniero" e la sua presentazione:
“Piacere Stefano”.
Io ho smesso di sorridere perché stavo per rispondere con il mio nome e non ho saputo altro che dire:
“Buon Natale”.
Poi lui si è allontanato verso nord.
Ciao Stefano, ci rivedremo fra trecentosessantacinque giorni?
Certo che sì, anche senza Luna Piena.