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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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"Mamma, dai, racconta!"

25/1/2016 - 22:37


"Dai mamma, racconta!"


"L'ho sentita cosi tante volte dal tuo nonno e dal mio, che mi sembra di saperla a memoria. Allora, intanto finisci la minestra e ascolta.


Letta camminava dietro il carro dei buoi bianchi con la manina in quella della nonna. Camminava già da giorni, con parenti ed amici, in una lunga fila che era partita dalle paludi dell'Etruria per andare a nord, in cerca di terre fertili e prative e boschi ricchi di selvaggina. Mangiavano castagne che i cercatori avevano trovato molto a est, focacce di grano cotte sulle pietre arroventate sui fuochi che la notte venivano sempre accesi e qualche agnello che le pecore avevano partorito prima di partire; i buoi erano troppo utili per essere sacrificati.
Dopo settimane di viaggio avventuroso, difficile ed incerto, la carovana arrivò davanti a un grosso fiume che scorreva in una bellissima pianura ricca di prati. In lontananza una catena di colline verdi di boschi si tuffava, a sinistra, in un golfo di mare che ricordava loro l'amata Populonia.
Con un paio di giorni in più, spesi per la ricerca di un guado per i carri ed il bestiame, gli etruschi arrivarono alle montagne.
Le dolci pendenze, un limpido fiume, la campagna fertile, i fitti boschi, incantarono i nuovi coloni che vollero subito salire, anche se stanchissimi, sulla cima più alta per ammirare la nuova terra.
Il viaggio aveva però sfinito gli uomini ed in particolare i bambini e i vecchi.
La prima persona che lasciò questo nuovo mondo per la vecchia aldilà, fu la nonna di Letta. La bambina, a differenza dei grandi, abituati alla morte, non accettò di separarsi dalla defunta e la disperazione e il dolore della perdita lasciarono in lei un indelebile segno.
L'anziana donna non poteva avere una sepoltura nei luoghi sacri della atavica terra e fu cercato un riparo che facesse da tomba. Le pietre del luogo non si scalfivano come il tufo dei lontani nativi monti, terra per costruire tumuli non se ne trovava e fu utilizzata per lo scopo una delle numerose grotte che si aprivano sulle pendici della collina. Dopo la cerimonia il gruppo salì ancora più in là, verso nord, e il superbo spettacolo che si presentò loro confermò ancor di più che quella era la terra promessa.
Lontanissime, irraggiungibili, c'erano montagne alte come il cielo, con le cime tinte inspiegabilmente di bianco, dovevano essere per  forza le dimore degli dei. Una grande vallata verde si stendeva sotto di loro e fra le cime di monti che la chiudevano a sinistra, si intravedeva il blu del mare, mentre il fiume, che avevano visto prima di salire, si perdeva in lontananza come se nascesse da quei monti divini e si snodava serpeggiando e gorgogliando.
La decisione fu presa all'unanimità e fu subito cominciata la costruzione delle prime case, ai piedi di quel monte che aveva loro donato per primo la vista della nuova patria. Gli anni correvano, i figli di Letta, che raccontava sempre a tutti dell'antico viaggio e della nonna sepolta sui monti alle loro spalle, chiamarono il paese Filiiletta, nome che è arrivato fino a noi cambiato in FILETTOLE.
L'allora bimba, rimasta ormai unica sopravvissuta dell'antica gente, aveva cominciato a proporre già da tempo di ritornare di là dal monte e fondare una nuova città in onore della nonna con la quale, diceva, parlava ogni volta che andava sulla collina.
Nessuno pensava che Letta fosse una visionaria e il luogo della sepoltura divenne allora un luogo misterioso e sacro e la cavità, con le ossa della vecchia, venne chiamata "Buca delle Fate".

Si volle dunque costruire il paese sulla direzione dalla quale erano provenuti i capostipiti della loro gente, ma Letta era ormai alla fine. Erano passati quasi cento anni, i suoi ricordi erano vivi per la gente, ma nebulosi per l’orientamento. L'avere salito il monte, tirata per mano dal padre, rivolta indietro per vedere il panorama che si allargava ad ogni passo ai suoi occhi (era la prima volta che saliva tanto in alto) e averlo ridisceso sempre con la testa rivolta indietro per non lasciare, almeno con gli occhi, la nonna sepolta, le avevano stravolto la posizione delle cose, quello che sembrava destro era sinistro e viceversa.
Molte delle figlie e delle nipoti si erano nel frattempo unite in matrimonio con soldati romani che avevano incontrato nella pianura, mandati dall'imperatore a pattugliare i contini dell'impero ed a contrastare il pericolo delle invasioni dei Liguri. L'antica lingua etrusca, senza scritti e senza regole, si stava esaurendo con i vecchi, come un dialetto; il latino prendeva il sopravvento e così, oltre al luogo da scegliere per la fondazione, c'era anche il problema del nome da dare alla nuova città.
Si fecero discussioni, persino delle lotte, si divisero le famiglie e le parentele e fu così deciso di costruire due paesi. I più anziani scelsero la parte a mare, loro più familiare, gli altri l'ansa che il fiume faceva per entrare dalla pianura nella valle.
La prima citta fu chiamata Nocna, nome etrusco di nonna e l'altra Ava, con il  nome latino.
Passarono ancora degli anni, tanti non si ricordavano neanche più di Letta, ma l'orgoglio di essere nella citta prescelta divideva ancora gli uomini, fintantoché i lucumoni e i senatores decisero di fondare una terza città.
Al posto di Ava, ora tramutata in AVANE, e di Nocna, divenuta NODICA, nacque così un paese che doveva non sostituire, ma unire gli altri due.
Il nome prescelto fu quello che avevano in comune gli altri due, lo stato in cui si trovava la persona che aveva dato loro l'origine: l’età o meglio la vecchiaia.
Allora non si ebbero discussioni per chiamare il nuovo paese dominante e in posizione centrale Vecchia, passato poi in VECCHIANO." 


"Lo posso raccontare a scuola?"


"Prova. Caso mai la colpa dalla a tuo nonno e dì che  è rincitrullito!"
 

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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

26/1/2016 - 9:21

AUTORE:
Ultimo

............. non dire che te l'ha detto il nonno che è rincitrullito .......... perchè non diresti il vero. Digli: se un ci credete chiedetelo a Ultimo ....... lui lo sa che ir mi nonno un dice le bugie. ........ Ultimo