Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Cosa urge per i parchi, se ne è discusso in un incontro a Migliarino, una sala con buon numero di persone che hanno trovato un motivo per uscire di casa. Migliarino è un buon posto per discutere di parco e di ambiente, qui c’è il Dna del parco mi dice Moschini, qui c’è un retroterra da rivitalizzare. Ha ragione Renzo Moschini.
Migliarino è anche il ricordo di Tiziano Raffaelli, un ricordo che parte dalla testa e dal cuore, un ricordo che si deve trasformare nell’impegno di tenere fede alla lezione che ci lascia in eredità Tiziano Raffaelli, vivere attenti alle cose del mondo, partecipare con consapevolezza intellettuale e morale alle battaglie politiche, tenere viva l’attenzione e la sensibilità sui temi che riguardano l’ambiente e il territorio con onesta e competenza. Migliarino cercherà di tener fede a questa lezione magistrale intanto dando vita ad una sezione del Gruppo di San Rossore intitolata proprio a Tiziano Raffaelli.
E ancora a Migliarino ci sono i semi di un buon inizio e lo ricorda con passione civica Mauro Tolaini nel suo intervento che ripercorre le vicende che hanno portato alla nascita del parco, che indica quello che urge ora, la capacità di andare oltre la denuncia e ritrovare la spinta e il coraggio di agire, il protagonismo delle istituzioni e della politica. Infatti manca la politica della regione, urgono adeguamenti legislativi idonei e coerenti, la risoluzione di problemi gestionali e finanziari. Manca una visione.
Il Parco di San Rossore è un parco naturale o un parco urbano? Chiede un rappresentante di Confesercenti, perché se è naturale, è troppo antropizzato e bisogna chiedersi che incidenza hanno l’aereoporto e Ikea ad esempio, oppure la realizzazione del porto e la programmazione della centrale a biomasse. Se è un parco urbano, ci sono troppi vincoli soprattutto per la crescita economica.
Ecco credo che in questa domanda ci siano dentro molte visioni anche contrapposte, una domanda che chiede di essere o di non essere, una domanda che parte da una prospettiva sbagliata, che però evidenzia contraddizioni che ci sono e che occorre mitigare e non ripetere, contraddizioni che fanno dire a voce ancora più alta che urge la politica e il protagonismo delle istituzioni, una politica e un protagonismo dei parchi, o meglio dell’ambiente e del territorio.
Una domanda che non tiene conto, o fa finta di non tenere conto di quello che il parco è realmente a cominciare da un punto di vista territoriale. Il nostro parco non è né urbano, né naturale, è la sfida di tenere insieme le due componenti, è la sfida di Cervellati con il suo grande e lungimirante piano di provare a dire cosa si fa dentro i confini del parco, provando a produrre un’invasione “verde” che avrebbe potuto occupare e conquistare spazi esterni.
Una domanda che sembra non tenere conto della complessità del nostro parco, della sua enorme diversità da Coltano a Pisa, a Migliarino, a Viareggio, una diversità non solo di flora e di fauna o di paesaggio, ma anche culturale e sociale, oltre che economica, rappresentata da due province ricomprese nei confini del Parco.
Un parco d’acqua, disse Cervellati, che deve ancora costruire i ponti che lo colleghino al suo interno e con il fuori, ponti anche mentali che ci aiutino a costruire la consapevolezza che dobbiamo rovesciare la domanda, non cosa fa il parco per noi, ma cosa facciamo noi per il parco. Siamo noi che abbiamo bisogno della sua bellezza e della sua grandezza.