Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Caro Giancarlo, perché l’hai fatto?
Oggi avevo in mente di scrivere del Romanzo della Nazione di Maurizio Maggiani, ero andato a trovarlo a Fosdinovo Maggiani, ti avevo anche telefonato, ti avevo detto che sarebbe stato bello farlo venire a Vecchiano e tu avevi subito risposto al volo: “Potremo aprirci alla letteratura e invitarlo al Consiglio comunale aperto del 25 aprile”. A Fosdinovo Maggiani era con Remo Ceserani, hanno dialogato al Museo della Resistenza in onore dei vent’anni de Il coraggio del pettirosso. È stata una giornata bellissima, ottimo il pranzo e ottima la compagnia e davanti a tutte quelle persone Maggiani ha detto: “Le cose importanti siete voi, il romanzo quasi non me lo ricordo, le cose che ho toccato mi dicono che niente finisce mai, rimangono, per l’eterna vergogna dei traditori e per l’allegria di chi porta la memoria come un bene”.
Ero lì a due passi, scattavo foto e scrivevo. Prima un amico mi aveva presentato a Maggiani e io che mi emoziono facilmente in queste occasioni, senti che bischerata gli ho detto: “Mi ha mandato il Sindaco di Vecchiano per invitarti a parlare dei tuoi libri e dei tuoi rapporti con Tabucchi”. Il Maggiani ha ribattuto: “Come, sei venuto fin qui perché ti ha mandato il Sindaco?”. Allora ho pensato di aver detto una scemenza. “No, scusa, sono venuto qui perché mi piaceva partecipare a questa giornata organizzata dai ragazzi degli Archivi della Resistenza e per chiederti se ti fa piacere venire a Vecchiano il 25 aprile a parlare dei tuoi libri, della storia italiana e di Tabucchi”. Maggiani mi ha risposto: “Il 25 aprile sto a casa mia”. E ha detto: “Ma tu sei quello che veniva nel ristorante vicino a Vecchiano?”. “No, ho conosciuto Tabucchi tardi”. Maggiani ci vede poco e forse mi ha scambiato per Athos Bigongiali, ho pensato. “Sì a Vecchiano ci vengo, ma in settembre, scrivimi”, e mi stringe la mano attorniato da amici e amiche che lo salutano e lo abbracciano. Beato lui. Il Maggiani mi è rimasto simpatico subito, a pelle.
Dunque, Giancarlo, volevo scrivere del Romanzo della Nazione, ma ho pensato che questo pacco di carta, duecentonovantasette pagine per diciassette euro, non può attrarre molti vecchianesi, seppur generosi nel privarsi del loro tempo quando si tratta di letteratura, e poi sulla copertina c’è il nome del suo autore, Maurizio Maggiani, che parla e scrive bene, e il suo romanzo si legge che è una meraviglia, ma non è Dostoevskij. “Io non sono nessuno, non mi chiamo Tolstoj, non mi chiamo Obama, però ho una vita e ho una storia, come voi”. E poi Maggiani precisa: “Questo non è il Romanzo della Nazione, il vero Romanzo della Nazione dovrebbe avere un milione di pagine, questo è solo l’incipit”.
Chissà quanti autori di questo monumentale romanzo ci sono tra i lettori della Voce del Serchio, forse anche tu Giancarlo potresti scriverne un capitolo, sicuramente un bel capitolo come amministratore di un Comune della nazione italiana. “Non era questa l’Italia ch’io sognava”, disse già Giuseppe Garibaldi in visita al Parlamento d’Italia. In visita al Parlamento Garibaldi c’era andato con il solito poncho da combattimento e il cappello piumato dei banditi lucani. Tu da anni ti vesti sempre con la solita divisa da ferroviere: pantaloni blu, camicia azzurra, scarpe nere e la fascia tricolore del Sindaco. Ma potresti scrivere anche un capitolo fatto di ricordi, di riflessioni cercando di catturare episodi e memorie di Vecchiano, della Val di Serchio, di Pisa.
Intanto però giovedì sera che era già tardi, ho letto Il Tirreno e con sorpresa ho capito che nei prossimi anni Vecchiano non avrà più il suo Sindaco naturale. Naturale perché in tutti questi anni in cui hai dato molto alla comunità vecchianese mi sembrava naturale che tu concludessi con un altro mandato un’esperienza amministrativa che non si è ancora esaurita.
E non solo, te lo dico seriamente, mi sembri un gigante, per il tuo modo di amministrare e i risultati ottenuti in questo contesto difficile visti i tagli del governo centrale e ancor di più i quadri amministrativi che la politica esprime. Per esempio, in questa fase in cui i comuni svendono i loro immobili sapere che l'Amministrazione vecchianese acquista un edificio simbolicamente importante come la casa in cui ha vissuto Tabucchi per portarci la biblioteca a lui dedicata, in questo panorama sconfortante, solo questa mi sembra una di quelle notizie che dovrebbe essere sulle prime pagine dei giornali. Come si fa a non apprezzare poi, non solo la posizione che hai assunto sull'elettrodotto di Terna, la tua attenzione all’impatto paesaggistico e in difesa della salute dei cittadini, e il lavoro fatto per coagulare mentre la società stessa tende a dividere i comuni favorendo uno a discapito di altri?
C'è poi un fatto che ho sempre apprezzato di te ed è il tuo non apparire, i tuoi discorsi semplici ma precisi e i tuoi silenzi, l'atteggiamento di ascolto vero e il saper raccogliere le critiche sino a farle diventare patrimonio comune e un blocco di popolo capace di arrivare al traguardo come avvenne per la questione Ikea. Hai studiato filosofia e mi azzardo a dirti che in questo ci ho visto Hegel, la tesi, l’antitesi e la sintesi. Se ti dovessi immaginare in un quadro ti vedrei nel Quarto Stato di Pellizza da Volpedo: lento, forte, in cammino verso l’orizzonte. E così via.
Non passi in secondo piano l'autorevolezza che negli anni ti sei conquistato in area pisana frutto sicuramente di un tuo attaccamento al paese, ma anche di una cultura ed esperienza ben radicate nella migliore tradizione politica, fatta di giustizia sociale, collegialità nelle scelte, antifascismo. Già, l'antifascismo. Costante, presente a ogni cerimonia con Giorgio Vecchiani, a ogni 25 aprile al Consiglio comunale aperto sei solito invitare i cittadini a una riflessione comune con personaggi e studiosi come Maurizio Iacono, ci hai provato anche con Stefano Rodotà e quest’anno con Salvatore Senese.
Sono anche dispiaciuto perché tu sei stato garante di un tipo di coalizione che va dai repubblicani a Rifondazione comunista, per me è come riunirmi a mio nonno fervente repubblicano mazziniano e mentre ti scrivo ho davanti il quadro di Mazzini che fu di mio nonno, ti dico che ho sempre ammirato questa esperienza unitaria, che io sappia ultimamente è più unica che rara, e che senza la tua presenza c'è il rischio che, come nella stragrande maggioranza se non la totalità dei casi, finisca. Niente muore mai dice Maggiani, così come dice di Hegel, di Garibaldi, dei mazziniani e dei partigiani.
Veniamo in ultimo alla ditta, il tuo partito: nonostante che io abbia una cultura politica diversa dalla tua mi piace molto il tuo attaccamento alla ditta, il tuo rimanere fedele al Partito, all'organizzazione, alle sezioni, ma una fedeltà che in più di un'occasione non ti ha tolto la libertà di esprimere posizioni autonome, in un dissenso ponderato che non poche volte si è discostato dalla linea ufficiale, sempre su questioni territoriali. Per quanto riguarda questa storia della “volontà forte del partito di lavorare al rinnovamento”, come scrive Il Tirreno, non capisco perché ti abbia portato a una rinuncia della tua candidatura, forse per la volontà di fare largo ai giovani, ma non ci ripetono ogni giorno che in pensione ci si deve andare sempre più tardi, dunque i giovani del Pd avrebbero potuto aspettare altri cinque anni.
Forse esagero e la mia stima nei tuoi confronti non mi ha fatto vedere alcuni elementi critici che sicuramente ci saranno, ma per me il bilancio finale e l'esperienza complessiva dell’Amministrazione da te guidata sono sicuramente positivi. Dunque, non so spiegarmi come si possa essere arrivati fino a questo punto e mi domando: Giancarlo, perché l’hai fatto? Pur non credendo ai miracoli, “il mondo gira, un po’ fa giorno e un po’ fa notte”, scrive Maggiani e conclude: “Questo tanto per dire che la storia non finisce mai, e va dove deve andare”, non mi aspetto nessun miracolo, ma so che la politica a volte può riservarci delle sorprese: una bella sorpresa per me sarebbe quella che tu rifacessi naturalmente il Sindaco di Vecchiano.