Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Oggi, come era facile ipotizzare la vicenda dell'hotel Granduca vive un ulteriore stop: è andata deserta l'asta per l'acquisizione dell'immobile. Al di là dei facili proclamI la certezza è che i tempi si stanno allungando e, mentre l'immobile si sta degradando, tutti i soggetti ad esso legati incrementano il credito nei confronti della fallimentare conduzione della proprietà e dei gestori. Un debito non solamente economico, seppur importante, bensì devastante dal punto di vista sociale.
Per questo motivo noi pensiamo che sia giunto il momento di abbandonare la strada che ha visto tutti subire supinamente il lento declino causato da una proprietà che ha sempre speculato sulla struttura alberghiera. Per un serio utilizzo dell'immobile esistono reali e serie possibilità, basta volere! Oggi per questo motivo siamo di nuovo qua. Non per piantare una bandiera o fare propaganda. Vogliamo avanzare una proposta, la nostra proposta. Può essere accolta, integrata, aggiustata, modificata e fatta propria di chiunque vi si impegni con volontà e punti alla valorizzazione sociale di un immobile che si erge oggi a monumento della violenza della diseguaglianza. Ognuno può fare la sua parte! In sinergia con gli altri soggetti Istituzionali si può preparare il terreno per un utilizzo in tempi brevi dell'immobile.
L’idea che lanciamo è quella di spacchettare l’immobile (ovvero procedere a una revisione della disciplina della scheda norma dell’unità che già prevede possibilità di utilizzo a carattere pubblico) realizzando un frazionamento che nei fatti potrebbe attirare più soggetti interessati a rilanciare l’uso dell’immobile.
Al tribunale per contro spetterebbe di recepire quanto prima questa disposizione e, cosa consentita dalla legge, metterla all'asta in più lotti.
A questo punto l'Amministrazione Comunale dovrebbe coordinare quanti più soggetti possibile. Irrealizzabile? Non scherziamo!
Pensiamo ad esempio al DSU (l’azienda regionale per il diritto allo studio) che, facendosene carico, metterebbe a disposizione, a pochissimi minuti da Pisa, oltre 130 posti letto per universitari fuori sede che troverebbero qui non solo un luogo per dormire, bensì un ambiente tutto da vivere: impianti sportivi a pochi passi, sentieri e ville da scoprire sui monti pisani.
La parte centrale della struttura potrebbe rimanere albergo cosi da soddisfare, con un adeguato numero di posti letto, la domanda relativa all’accoglienza turistica, sia pur essa collegata a convegni o eventi sportivi. Ovviamente le ex lavoratrici e gli ex lavoratori dell'hotel che, ricordiamolo, debbono legittimamente ancora riscuotere molti stipendi, dovranno essere protagonisti nella rinascita dell'hotel.
Infine, nell'ala dove oggi c’è un grande ristorante, potrebbe sorgere una sorta di mensa centralizzata (ovviamente assegnata alla gestione di Geste) che si ponga al servizio degli studenti ma anche ad altri utenti (dipendenti comunali, scuole, cittadini inviati dai servizi sociali).
Una rimodulazione e ridimensionamento delle attività interne aprirebbe la pista a decine di ulteriori utilizzi. Perché non pensare, negli spazi ai piani superiori, a uffici che oggi sono assenti nel nostro territorio a cominciare da quelli della ASL che costringe i cittadini sangiulianesi a rivolgersi a Pisa (medicina sportiva) o a Vecchiano (servizi sociali)?
E ci sarebbe anche spazio per sportelli gestiti dalle organizzazioni che si rivolgono a soddisfare il diritto al lavoro, alla casa, alla riduzione dell'inquinamento ambientale e così via.
Esistono tra l'altro anche utilizzi temporanei che non ostacolano il progetto finale. Ad esempio la struttura si configura come soluzione ideale, nel periodo coincidente alla ristrutturazione del polo scolastico “Concetto Marchesi”, in alternativa all’uso dei prefabbricati previsti attualmente dal progetto di ricostruzione. Quanti bus navetta si pagherebbero con i costi dei prefabbricati ad oggi programmati, senza contare l’eccellenza del collegamento ferroviario dell’abitato sangiulianese con il centro della città?
Siamo consapevoli che questa proposta ha bisogno di una grande convinzione e grande forza di volontà per raggiungere la sua attuazione ma solo chi osa raggiunge obbiettivi importanti.
San Giuliano Terme, 25 febbraio 2016