Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Non c’è più il Principe Lorenzo (si chiamava Laurence), ora c’è un povero barbone, ma lei c’è rimasta, la dolce bruna Ballerina Marilina (si chiamava Marilyn ed era bionda).
Il film non è romantico fino in fondo (si lasciano senza una certezza di ritrovarsi) e questo rifacimento neppure, usi e costumi diversi per un unico scopo: cosa si fa pur di mangiare!
Scendiamo in campo sulla parolina del piccolo Matteo che non ha inventato niente come niente inventano i bambini: espandono solamente e verbalmente la loro fantasiosità.
Si sono mobilitati i media e i social network, ma noi della Voce del Serchio ne siamo già pieni di parole strane, non c’è bisogno di far tanta pubblicità.
Provate a dire qualcosa del frasario dei vostri figli, provate a ricordare qualche parola strana che sul momento vi ha fatto ridere e poi che avete cercato di correggere senza la velleità di farla diventare di uso comune. La Crusca? Un buon pisanaccio direbbe che hanno bisogno della semola semmai, anzi… della sembola!
A proposito della rete che stranamente invece di chiappare e vagliare fa passar di tutto, crognoli e tonni, e i social lavoratori che vi navigano e che se fosse acqua davvero dopo due minuti affogherebbero (forse no perché pieni d’aria come sono galleggerebbero), ma perché non lasciate la rete agli avanesi che la sanno usare e il lavoro sociale lo andate a fare sulle strade?
L’oso suffisso aggettivante lo usiamo da una vita: se parli tanto sei noioso (questo il correttore automatico lo passa) oppure sei palloso, ampolloso (anche questi) e se invece dici cazzoso ti segna di rosso e se ti allarghi a petaloso pure, ma quest’ultimo, caro scolaro estense, non è tuo, è mio e non mi riferisco all’olezzante contorno della corolla di un fiore, ma al mefitico effluvio dell’aria che passa dalla parte opposta della bocca, come i miei discorsi a corredo delle foto o come tanti commenti che appaiono sul giornale.
Per chi non ha capito: peta = discorso col culo!