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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
La Foto
Spaccatori di pietre

27/2/2016 - 10:23

Spaccatori di pietre o scalpellini come venivano comunemente chiamati.

C'era una notevole tradizione di scalpellini a Filettole, si trovavano anche lungo l'autostrada che sagomavano le pietre e ne facevano mucchietti che poi vendevano ai costruttori.

Non se ne vedono più, forse il mestiere è scomparso a Filettole o sta scomparendo, come anche quello delle tradizionali ceste.

Mestieri antichi che stanno scomparendo, spesso addirirttura senza lasciare traccia come quello della lavorazione del corallo di cui abbiamo foto a testimonianza, ma di cui nessuno si ricorda.

Speriamo che in questi giovani spaccatori di pietre qualcuno si riconosca per datare e localizzare la foto.

 

Collezione P.C.

 

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

28/2/2016 - 23:53

AUTORE:
gio'

Filettole è sempre stata territorio di confine, reale e metaforico, terra povera e avara di risorse.... gioco forza inventarsi un'attività per sbarcare il lunario, magari fra quelle trascurate da altri perché dure , faticose, difficili......
Con poche risorse, grande talento, maestria ed inventiva, spirito di sacrificio ed iniziativa, fiorivano i corbellai, che si trasmettevano l' arte, le conoscenze, i segreti del mestiere di generazione in generazione e non è infrequente, durante i lavori di ristrutturazione di vecchi fabbricati,scoprire le vasche di lavorazione usate al tempo per inumidire i polloni di castagno.....
gli scalpellini erano numerosi e conducevano una esistenza durissima per lo sforzo fisico e l'impegno profuso,mentre la valentia necessaria , il colpo d'occhio per individuare le vene del taglio, ed il talento nel plasmare la pietra, selezionavano inesorabilmente i candidati.....
Poco note sono le conseguenze nel tempo di un mestiere svolto per lo più all'aria aperta in balia degli agenti climatici.
Ancor più gravi gli esiti per la salute, respirando polveri finissime veniva compromesso il sistema respiratorio ed i polmoni...
Credo di aver conosciuto l'ultimo scalpellino in attività , vicino di casa, ed abilissimo virtuoso, negli ultimi tempi si dedicava esclusivamente ai rivestimenti di pregio, ed era ricercatissimo....alla stregua di un sarto alla moda o uno stilista....

28/2/2016 - 18:43

AUTORE:
P.C.

Sì, a Filettole lavoravano molti scalpellini che facevano il cosiddetto "filaretto", pietre del Legnaio per fare, fra l'altro, muretti e caminetti.
Anche il "corbellaio" era un mestiere tipico e antico dei filettolini. Uno di questi era Ricciardo Cola, detto il corbellaio, che fu sindaco di Vecchiano.

28/2/2016 - 18:02

AUTORE:
Redattore 3

Una cosa che non sapevo, li ritenevo scalpellini, quelli che sagomavano le pietre in forme quadrangolari per farne piccole colonne o rivestimenti per esterno.
Ne avevo conosciuti diversi a Filettole durante il censimento della popolazione del 1971, quando il mestiere esisteva ancora, come pure la costruzione dei cesti di fibre vegetali intrecciate, mestieri forse ora del tutto abbandonati.

28/2/2016 - 16:35

AUTORE:
P.C.

Gli impresari che avevano in appalto la manutenzione della viabilità del comune di Vecchiano compravano barrocci di pietre che venivano scaricate a piccoli mucchi lungo i bordi delle strade dove gli spaccapietre (detti popolarmente "manovali del sasso sperso", dove sperso si associava a disperso, sparso, ma il termine giusto era “sasso spezzo”, sasso spezzato) le frantumavano in ghiaione e le spargevano (le sperdevano) sulla strada. Gli spaccapietre usavano speciali martelli e alcuni si dotavano di occhiali antischegge che si costruivano da soli con filo di ferro, grosso per la montatura e fino per la retìna che stava al posto delle lenti.
I sei operai della foto sono, da sinistra: Rodolfo Noferi, Tosello Gabbani, Libertario Cima, Rigoletto Noferi, Gino Spinabella, Albano Loni. Tutti vecchianesi.