Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
MAIALINI
Lett: nc.
"Fare i maialini" significava vomitare, rimettere, rigettare, dar di stomaco.
Forse era un modo più gentile per indicare un’azione di per sé sgradevole e sgradita.
Riferito prevalentemente ai bambini, serviva a dare un significato di minore gravità alla circostanza, attribuendole un senso quasi gioioso. Molto incerta ne rimane, invece, l’origine semantica.
Altro termine dialettale per indicare l’atto del vomitare era gomitare, con la sostituzione cioè della v iniziale con la g tendente a rendere più gutturale la parola ed amplificarne il senso di sforzo del conato.
MALACCIO
Lett: nc.
Non esiste in italiano un termine corrispondente ma l’origine della parola è facilmente intuibile, derivando sicuramente da male, malattia, di cui malaccio esprime la malignità, la estrema crudeltà.
Ancora oggi viene usato, al pari di tumore, per indicare il cancro.
Tumore deriva dal latino tumor, tumefazione, e porge l’accento esclusivamente sul fenomeno della presenza di una massa, che può avere varie tipologie di diversa gravità, mentre malaccio contiene un forte valore predittivo, evidenziando maggiormente l’evoluzione infausta della malattia.
Si può tranquillamente considerare un termine superato.
I moderni progressi della medicina, lo sviluppo di indagini diagnostiche sempre più sofisticate, i programmi sempre più partecipati delle campagne di screening di massa, ed anche un certo superamento del principale ostacolo alla prevenzione rappresentato dal fatalismo, ha portato a tali vantaggi sulla prevenzione e cura del cancro da rendere la parola addirittura falsa. Se solo pochi decenni or sono cancro era quasi sinonimo di morte, oggi vuol dire battaglia, con probabilità di vittoria tanto maggiore quanto prima si iniziano le azioni per il riconoscimento e la cura della malattia.
Bisogna quindi abbandonare questo termine obsoleto, che non rende giustizia all’uomo ed ai progressi della medicina, e usare magari il termine neoplasia, molto più asettico, formato da un prefisso neo: nuovo e plasia: forma. Una cosa nuova, da valutare ed eventualmente combattere, ma senza quella visione negativa e negativista del brutto termine malaccio.
MALLEGATO
Lett: BIROLDO. [Budello ripieno di sangue di vitello o maiale, condito. Sanguinaccio].
Veniva fatto in maniera diversa a seconda delle tradizioni (in lucchesia per esempio è senza uvetta), o dei gusti personali. Era comunque sempre derivato dal sangue residuo della dissezione del maiale, che veniva raccolto e mescolato con pezzi di grasso, spezie e uva sultanina, talvolta anche con aggiunta di cioccolata.
Il maiale era un animale che forniva una fonte formidabile e indispensabile di proteine animali.
Veniva allevato nel mandriolo, o nel castro, uno stanzino di solito posto sopra la conserva e nutrito con scarti alimentari della cucina, dell’orto o dei campi e con un composto di patate e crusca, o semola.
Le patate erano le più piccole, quelle di scarto o più difficile da vendere, che venivano bollite con la buccia in grandi recipienti ricavati da bidoni vuoti o in qualche massaia. Una volta cotte erano mescolate con la crusca che aveva la funzione di addensarle e farne lievitare il volume, creando un miscuglio che poi veniva dato in pasto all’animale.
L’occasione dell’uccisione del maiale era una festa per tutta la corte perché c’era molto lavoro da fare per sistemare l’animale e servivano molte braccia. Veniva chiamato il norcino che portava con sé gli attrezzi del mestiere: coltelli molto affilati per sistemare la carne ed un punterolo o puntarolo per uccidere l’animale. Il puntarolo o punteruolo era un ferro a punta piatta, sufficientemente lungo per raggiungere il cuore dell’animale. Il maiale veniva legato e sdraiato a terra e già cominciava a lamentarsi come se sapesse cosa lo aspettava, poi il norcino lo pugnalava al petto cercando di centrare il cuore. I lamenti che l’animale lanciava erano veramente strazianti e facevano star male. Il maiale poi era un animale domestico, spesso viveva libero nel cortile come il cane od il gatto, diventava parte della famiglia, e la sua uccisione era sempre traumatizzante. Nonostante questo nessuno si sentiva colpevole per quello che stava facendo. Era una cosa naturale e veniva affrontata come tale poiché l’animale rappresentava una quantità e qualità di proteine di cui la famiglia aveva assoluto bisogno. Più il norcino era bravo, meno l’animale soffriva, e i lamenti duravano solo alcuni minuti. In tempi successivi il norcino arrivava munito di una specie di pistola da cui fuoriusciva un punteruolo di ferro che, appoggiato sulla fronte dell’animale, lo uccideva sul colpo con grande sollievo per tutti. Una volta morto veniva appeso ad una trave, o ad una scala appoggiata al muro, e lavato con acqua molto calda per privarlo delle setole, i peli ispidi che aveva su tutto il corpo. Poi il norcino iniziava la vera e propria dissezione dell’animale, badando bene a non buttar via niente: il sangue, le budella, la coda, la testa, ogni cosa veniva raccolta ed aveva poi la sua destinazione. Ne uscivano prosciutti, spalle, pancette, salsicce, carne della bigongia, mallegati, soppressate. A fine serata tutti i partecipanti si riunivano per una grande e festosa cena, naturalmente a base di carne di maiale.
Con semola si solevano indicare anche quelle piccole macchie brune sul viso, le efelidi, tipiche delle persone con la pelle chiara, accentuate dall’esposizione alla luce solare. Il motivo è sicuramente dovuto alla somiglianza delle macchioline con i piccoli grani della crusca.
Aneddoto
Rolando del Masoni chiamò Amerigo dell’Antonelli per ammazzare il maiale col punteruolo.
Amerigo lo pugnalò al cuore ed il maiale cadde a terra, come morto.
Accesero il fuoco e cominciarono a strinarlo ma improvvisamente il maiale si riprese, si rimise in piedi e corse via andando a nascondersi dietro al pagliaio che prese fuoco.
Fu necessario chiamare i pompieri per spengere l’incendio che si era sviluppato.
MANDRIOLO
Lett: nc.
Era lo stanzino dove veniva tenuto il maiale.
Aveva una porta di legno con il chiavistello esterno per chiuderla, una piccola finestra e una o due mangiatoie (trugolo) dove veniva messo il cibo per l’animale. Le mangiatoie erano fessure quadrate di interruzione del muro, in basso, dove si ricavava un recipiente in muratura che sporgeva all’esterno e all’interno per nutrire il maiale anche senza dover entrare nel mandriolo. Talvolta erano formate da grosse pietre, scavate al centro in maniera artigianale e poste proprio sulla perpendicolare del muro esterno.
FOTO.
Un giovane Francesco Morini alla Festa dello Sport alla Conchiglia