Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ritorniamo al primo marzo, alla sirenetta un po’ pazzerella (ma marzo è o non è pazzerello?) e colleghiamo un ultimo tassello a quella foto.
A destra un evento straordinario di un caldo, anche se freddo, corpo di ondina, (Ondina non trasecolavo!) che sembrava uscire realmente da un sogno, a sinistra una visione ancora più straordinaria di una cosa che mai nessuno aveva visto tanto vera come il sogno di una storia irreale del tempo dei mitici déi: la nascita dell’Arcipelago toscano.
Tutti conoscono la leggenda di Afrodite, la dea greca della bellezza e dell’amore. La dea sarebbe nata, come narra Esiodo, dalla schiuma (afros) del mare, emergendone già donna. Nella fretta di raggiungere la riva la collana che Paride le aveva donato si slacciò. Il filo si ruppe e le perle caddero e sette scivolarono nel mare, proprio davanti alle coste toscane, ma, anziché sprofondare negli abissi, si fermarono sulla superficie incastonandosi nel blu dell'Alto Tirreno: Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona.
Ebbene, neanche nelle più belle giornate di aria tersa, neppure dalla cima dei nostri monti, forse solo nella fantasia, si possono vedere così tante perle come fossero ancora attorno ad un roseo collo di una grande Dea, così, in un tramonto del primo marzo.
Uno spettacolo unico e penso anche ad una immagine unica.