Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Nella giornata di oggi, domenica 6 marzo, si aprono le Case del Popolo di tutto il Comune per le primarie del Partito Democratico che porteranno ad eleggere il nuovo candidato alla carica di sindaco del comune di Vecchiano. Sono già iniziati, per tempo, su questo giornale, commenti e prese di posizione da parte dei vari partiti e di singoli cittadini in merito alle capacità dell’uno, dell’altro, e più in generale sulla politica amministrativa del comune vecchianese. Ho visto che si torna addirittura a parlare della vicenda Ikea attribuendo alla scelta di bocciarne l’insediamento l’errore più grande dell’Amministrazione vecchianese. Una scelta infelice che ha gettato al vento cento (ma non erano di più?) posti di lavoro e altrettante opportunità per le imprese del territorio. Si da a questa scelta negativa per l’insediamento un valore politico ma ci si dimentica che la scelta fu soprattutto su base popolare perché solo il popolo aveva il diritto (e anche il dovere) di bocciare un insediamento di tali dimensioni a ridosso della comunità. Una scelta che avrebbe portato un enorme Centro Commerciale (di cui Ikea era solo una parte, piccola per giunta) a ridosso di un paese e di un Comune che non avevano le dimensioni sufficienti per potere assorbire un tale colosso senza averne gravi conseguenze sulla qualità della vita dei cittadini. Ma si sa, siamo in campagna elettorale e di ogni erba si cerca di fare un fascio.
Il sindaco Lunardi si prestò alla rielezione alla carica di sindaco proprio per evitare una grossa frattura nel partito come conseguenza della difficoltà della scelta Ikea (non fu una scelta facile e soprattutto divisiva), precisando però ufficialmente che la sua permanenza sarebbe durata una sola legislatura.
Ho il sospetto che avrebbe anche potuto, e forse anche desiderato, non tener fede al suo impegno ma il rispetto per la sua parola, per le Istituzioni in generale e soprattutto per il desiderio del partito di un rinnovamento nella componente politico-amministrativa lo hanno convinto a lasciare definitivamente la guida del Comune.
Se guardiamo infatti la vita politica degli attuali amministratori vediamo infatti curricula di anni, di decenni per qualcuno, per cui il desiderio di rinnovamento venuto dal partito (ma anche da molti cittadini) appare una conseguenza sufficientemente logica e sicuramente motivata.
Il partito ha quindi deciso per un nome e lo ha indicato come successore di Giancarlo Lunardi. Capogruppo da una legislatura, sufficientemente consapevole delle meccaniche amministrative, abbastanza giovane ma non giovanissimo. Di sicuro può vantare un apporto non significativo nelle scelte amministrative del Comune negli ultimi anni o negli ultimi decenni. Un volto nuovo, forse un po’ pittoresco ma certamente innovativo nella sua presentazione pubblica, come si può dedurre dalla diversità nella forma dei comunicati affidati alla stampa. Forse anche un po’ presuntuoso nella sua esposizione di intenti ma che può far ben sperare in un cambiamento reale e non solo elettoralistico della politica amministrativa del Comune. Il nuovo quindi, anche nella forma, che può anche spaventare.
Tutto bene dunque: Lunardi non si ricandida, il partito sceglie il proprio candidato e si può andare al voto tranquillamente per cercare di mantenere il Comune alla sinistra di fronte all’avanzata di forze di opposizione che appaiono comunque, al momento, più deboli di quello che ci si aspettava. Ma naturalmente i giochi non sono ancora fatti per cui diventa importante la scelta di un candidato forte e appoggiato convintamente da tutta la coalizione.
Ma ecco che una parte di cittadini-elettori rifiuta questo passo in avanti, questo rinnovamento. Non si fidano del nuovo, confidano invece nel vecchio, forse un po’ stantio ma sicuro, garantito, la continuazione di una linea che si è sdipanata negli anni senza grandi trionfi e nemmeno grande fantasia, con uno zoccolo duro però di sicurezza amministrativa, condizione non di poco conto in questi momenti di crisi economica. Non un tuffo in un futuro incerto, che può andare dal radioso al disperato, ma la sicurezza di un passato se non particolarmente glorioso almeno accettabile. La normalità e la sicurezza dell’ordinario.
Il nuovo autocandidato infatti si pone come il perfetto continuatore della politica Lunardi. Anche nelle anticipazioni appare fautore di un ritorno ad un passato sicuro piuttosto che proiettato verso un futuro incerto. Non sappiamo delle sue capacità amministrative, né siamo a conoscenza delle sue idee e dei suoi programmi ancora, ma si pone, si vuole porre, come un’alternativa di sicurezza nel solco della continuità facendosi forte della sua esperienza amministrativa come assessore per più legislature.
Le dichiarazioni televisive sulla priorità riguardo la sicurezza dei cittadini sono di entrambi e appaiono più come un appello agli elettori, sempre più preoccupati dall’aumento dei furti nelle abitazioni, che come carattere distintivo dei loro programmi.
Ambizioni personali di entrambi? Sicuramente hanno il loro peso ma non dovrebbero influenzare gli elettori. La scelta qui è fra un vecchio garantito, magari senza grandi slanci in avanti ma sicuro, e un nuovo incerto ma con grandi possibilità di cambiamento.
Il giudizio di ogni elettore si dovrebbe basare su questo principio per decidere a chi dare il proprio voto. Nessuno può andare molto oltre, nessuno può conoscere veramente il valore e la capacità amministrativa di entrambi i contendenti, la loro autorevolezza, le loro potenzialità umane e politiche, il loro valore come guida di un’Amministrazione complicata come quella, oggi, di un Comune.
Anzi, c’è proprio da domandarsi, cosa spinga a volersi candidare ad un compito impegnativo, gravoso, difficile, faticoso e giuridicamente pericoloso, come quello di fare, oggi, il sindaco di un Comune.