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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Cosecosì

9/3/2016 - 7:31


C’era in giro fra noi ragazzetti una stupida barzelletta (a quei tempi addirittura osé) che ora farebbe fare un risolino di commiserazione:
“Una signora, pittrice,  esce nuda dal bagno perché sente dei rumori e dei guaiti del suo cagnolino che si chiamava Cosecosì. Non trovandolo corre a cercarlo fino nel corridoio del palazzo nel quale abitava e prende un quadro di quelli che aveva nella stanza e se lo pone pudicamente sul davanti.
“Cosecosì, Cosecosì –chiamava-, avete visto Cosecosì?”
Un giovanotto, uscito fuori richiamato da quel trambusto, dice meravigliato:
“Sì, cose così le avevo già viste, ma in cornice mai!”
Al quadro mancava la tela!


Ora lo domando io a voi: “Le avete mai viste cose così?
Lo avreste mai pensato che una natura bella (come bella era quella della pittrice)  improvvisamente diventasse una natura morta come un quadro senza tela?
Una pineta ombrosa e piena di fascino che ora lascia intravedere cose mai pensate?
In poche parole: chi aveva mai visto i nostri monti dal mezzo del nostro bosco?
Santa Francesca Romana (la santa del giorno) e Donna Francesca Salviati (l’eponima della strada che fiancheggia) pensateci Voi!

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10/3/2016 - 22:47

AUTORE:
Gio'

Riconosco di essere un ignorante, probabilmente inanellerò' una serie di buscherate , ma voglio comunque manifestare il mio dispiacere.....
Lo spettacolo della pineta diradata, o meglio, massacrata, che non si può far a meno di notare sull'Aurelia, a nord di Migliarino, è una gran brutta panoramica su di uno scempio, di cui nessuno sentiva il bisogno.......
Anche in Amazzonia, c'è chi facendosene scrupolo, sperimentalmente taglia un kilometro quadrato alla volta, poi piantando, con l'illusione di ricreare la foresta e il suo habitat originale, ma rompendo delicatissimi equilibri ecologici, riescono solo a sfregiarla ed espandere un futuro deserto.......

10/3/2016 - 14:57

AUTORE:
Roki

Il nostro paese, la nostra città, la nostra provincia, la nostra regione o la nostra patria...i nostri figli o i nipoti, si dice così perché ci vogliamo illudere che ci appartengano ma in realtà di nostro ci abbiamo ben poco.
Il bosco così spelacchiato mette un po' di tristezza è vero perché noi non riusciremo a rivederlo florido e fitto ma i pinacchiotti che si danno da fare a rinascere ovunque ci assicurano che il turnover c'è e che anche noi dobbiamo pensare in prospettiva.

10/3/2016 - 6:50

AUTORE:
autore

A volte chi scrive si fa grande andando a copiare sul dizionario il significato di una parola che è il succo centrale di un intervento precedente. Ora lo faccio anch’io spulciando il significato di “nostro”.
Nostro:
che appartiene a noi (quello inteso nel commento e al quale nessuno può dirne niente), ma ci sono anche:
che ci riguarda da vicino, che è parte di noi, pertinente a noi, a noi peculiare, abituale, familiare, solito (quello inteso dall’articolo).
Nessuno mette in dubbio la Proprietà e le scelte di conduzione, ci mancherebbe, nessuno fa e da colpa a nessuno, ma… come si gode e si è goduto di un bene così grande come il bosco (alla vista intendo), ora si piange alla vista della sua distruzione e non certamente senza capirne la necessità.
Si è peccato introducendosi all’interno? Ne prendo atto! Mi “incazzerò” con lo scempio che tutti vediamo quando transitiamo sulla nostra Via Aurelia andando a Torredellago, basta quello.
Un’altra cosa: sperare che il bosco agricolo lo rivedremo come adesso affidandosi a quei rabacchiotti di pinacchiotti che si vedono in primo piano, mi sembra un’utopia!