Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
In risposta alla Foto del Giorno in cui si vedono i monti dal centro della Pineta.
Foto 1 e foto 2 mostrano abbattimento dei pini lungo il viale e la loro frantumazione.
Il primo incontro con uno di questi grossi camion telonati mi ha fatto domandare cosa ci facesse e cosa trasportasse sul viale dei Pini ma quando mi ha sorpassato dopo il vento caldo della motrice sono stato avvolto per un centinaio di metri dall’odore dolce e inconfondibile di ragia, di pino, di macchia. Della nostra macchia. Capisco che definire nostra la macchia non sia corretto ma lo dico lo stesso perché quel profumo di ragia di pino mi porta indietro negli anni quando la macchia era il rifugio di noi migliarinesi, delle passeggiate lungo i viali, dei primi incontri amorosi all’Immaginetta, delle partite “alla morte” al Troncolo, della raccolta dei funghi, del mare raggiunto in bicicletta attraverso i viali ombrosi della Tenuta.
Questo nostro vissuto fa capire quanto i migliarinesi siano legati al mare e alla macchia, diciamo un po’ come i nodichesi al loro candidato!
Ora i pini sono arrivati alla fine della loro vita ed è giusto che vengano abbattuti e utilizzati, ma la loro scomparsa non lascia indifferenti chi li ha conosciuti da molti anni come noi più anziani e sempre un po’ nostalgici.
Dobbiamo rassegnarci alla loro scomparsa come ci si deve rassegnare alla scomparsa di un parente anziano, di un nonno o uno zio che sappiamo che ci deve lasciare anche se non vorremmo mai accadesse, e quando accade ci lascia nello sconforto.
Ci sembra anche che questa decimazione (la chiamo così a ragion veduta) sia eccessiva. Togliendo così tanti pini e in così poco tempo non solo si modifica radicalmente e di getto il panorama centenario della pineta ma si rischia di distruggere il sottobosco e tutta la sua vita animale e vegetale (insetti, funghi, piante eccetera, l’humus quindi) che lo rende vivo. Una popolazione che vive all’ombra si trova improvvisamente in pieno sole e questo può rappresentare un grave danno all’ecosistema.
Foto 3
L’olio esausto lasciato da qualche maleducato lungo il ciglio della strada è stato travolto da qualche mezzo e si è sversato, anche se non completamente. Non credo sia un grosso danno per l’ambiente, solo un grosso esempio di inciviltà.
Foto 4
E’ la Mandria, un insieme di locali di civile abitazione e di architettura industriale abbandonati ormai da tempo alla loro funzione e parcellizzati in piccole attività. Sono ancora in piedi e ancora in grado di essere utilizzate in qualche progetto di ripristino e di rilancio di tipo turistico ricettivo essendo in una zona di pregio, a due passi dal mare, dalla Versilia e da un Aeroporto Internazionale. Speriamo che la nuova Amministrazione ne capisca finalmente il valore sotto questo punto di vista e decida di occuparsene in maniera più incisiva e fattiva della precedente.
G.P_