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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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PARCO: Ricostruzione
ultima parte

15/3/2016 - 6:29





Ecco l’ultima parte dell’articolo ripreso, come già detto, da “Realtà Illustrata” un settimanale di politica, cronaca e cultura nel numero 53 (1 dicembre 1955), dal titolo “Rivedremo a San Rossore il Quirinale in pantofole”.
Per non stancare il lettore nella lunga lettura avevo pensato di dividere lo scritto in tre parti, e anche forse più sinceramente, di avere “materiale” da proporre in questa difficile sezione della Voce.
Comunque chiudiamo le premesse di far vivere, o rivivere, il “nostro” parco.
 
TERRA ABBANDONATA
Una volta messa a disposizione dei beni dello  Stato, nulla vieterebbe che specificatamente la villa del Gombo e lo intero territorio di San Rossore  venissero assegnati alla dotazione del Presidente della Repubblica. Una soluzione questa a cui neppure i monarchici, di solito così ligi al proprio istituto, si opporrebbero perché ciò ripristinerebbe quella severa disciplina e vigilanza, che sono necessarie per tenere in vita una tenuta di così grandi dimensioni senza contare che la presenza del capo dello Stato porterebbe un contributo, anche morale, alla rinascita sul piano agricolo-economico di questa terra che per tanti anni è rimasta nel suo isolamento.
Oggi, chi volesse visitare la tenuta, ha la possibilità di rivolgersi all’Amministrazione dei beni demaniali già della Corona —Palazzo Vitelli, Pisa — dove gli verrà consegnato un permesso scritto, nominativo e valido soltanto per i giorni festivi, il rilascio è assolutamente gratuito, e una volta ottenuto il permesso, si può girare in lungo e in largo. L’unico divieto è per l’accesso al mare, ma si tratta di un divieto per misura prudenziale, perché le acque del mare, in quella zona, sono da considerarsi pericolose, e sulla spiaggia manca qualsiasi attrezzatura balneare e di pronto soccorso. Prima della guerra l’ingresso invece vi era sempre consentito, senza nessuna speciale formalità, a meno che, si intende, non stessero soggiornando nella tenuta i membri della famiglia reale.
Tocca perciò al Governo e al Parlamento prendere una decisione definitiva sull’uso da farsi della tenuta; decisione che, specie dopo la proposta formulata dal Consiglio Comunale di Pisa, che ha espresso con unanimità il voto che il demanio intervenga a ricostruire e a destinare al Presidente della Repubblica la villa del Gombo, non può che essere favorevole.
V. Lupo Borghini
 

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