Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Ho finito di leggere il bel libro di Carlo Lucarelli, PPP Pasolini un segreto italiano, edito da Rizzoli. La classe investigativa dello scrittore, avvezzo a queste inchieste,consente di riflettere su quelli che troppo spesso furono derubricati nella categoria dei misteri italiani. L’Italia invece nasconde molti segreti spesso dimenticati facilmente.
Lo scrittore insiste sul perché 1975 un intellettuale “scomodo e profetico” come Pier Paolo Pasolini fosse stato ucciso e l’accadimento relegato “all’omicidio di un finocchio”. Perché anche se questo oggi fa inorridire, allora la morte del poeta fu liquidata in questo modo.
Lucarelli evidenzia come si muoveva allora la vulgata dell’epoca e di come anche molti giornali nazionali affondarono la lama nel torbido, senza porsi nessun altro problema.
Nell’incedere delle argomentazioni lo scrittore riporta a galla quasi a corredo, una serie di segreti irrisolti. Il caso Lavorini; le bombe di Piazza Fontana e Valpreda; la pista fascista e i servizi; Pinelli e l’uccisione di Calabresi; l’Italicus, la strage di Piazza della Loggia; Le BR, l’assassinio di Moro e le sue lettere (Sciascia dedicò un libro su questo), la morte di Impastato; le mafie ; Falcone e Borsellino, gli attentati e l’agenda rossa sparita.
Mentre leggo e prendo appunti mi chiedo dov’ero e quanti anni avessi ogni volta che sono successe queste tragedie.
Ne cito alcune. So con certezza che sentii parlare del caso Lavorini la prima volta dalla mia maestra. Facevo le elementari. Ho memoria che fecero anche un disco che ne raccontava la storia, che si sentiva suonare in ogni dove.
Ero invece in una albergo a Parigi nel 1980 quando appresi della strage di Bologna. Ricordo come fosse ora le immagini alla tv francese e una bimba di Bologna che piangeva sugli scalini dell’alberghetto del quartiere latino.
Ero giovanissimo quando assassinarono Pasolini. Avevo diciassette anni. Me lo disse un’amica piangendo. Mi pare fosse un giorno di festa perché ero in discoteca a San Giuliano. Avevo già letto Ragazzi di vita e visto il Decameron e la notizia mi intristì. Inorridivo allora, reagendo male, nel sentire nel mio bar linguaggi violenti nei confronti di uno dei miei riferimenti culturali. Con gli anni mi sono vendicato. Pasolini ancora oggi è considerato uno dei più grandi intellettuali del Novecento. E gli “Scritti corsari” mi fanno ancora compagnia. Avevo ragione da vendere nel piangere.
Questa è l’Italia dove mi sono formato, alzando pugni al cielo in manifestazioni bellissime senza spostare il mondo di una virgola e cercando di fare qualcosa quando me ne è stata data l’opportunità.
Mentre riflettevo su questo, La Repubblica del 9 marzo scorso, spara in prima pagina un articolo di Liana Melilla, che mi cambia l’ordine del giorno.
Non si può non parlarne. Anzi non si può tenerlo “segreto”.
Il tema sono i tanto vituperati immigrati. In una fase in cui in Europa si alzano i muri e nelle piccole comunità si raccolgono “beneficenze per indigenti, purché siano italiani”, il giornale più letto d’Italia, ci fornisce numeri che non possono passare in secondo piano.
Questi dati stanno nel “Libro dell’anno del diritto” presentato all’accademia dei Lincei edito dalla Treccani, di cui Roberto Garofali che ne parla insieme a Tiziano Treu ne dirige la parte giuridica. Roberto Garofali oggi capo di gabinetto del ministero dell’economia. Li riassumo “alla grossa”.
1-Dal 2011 ad oggi la crescita degli immigrati giunti in Italia è aumentata in maniera considerevole: 153.842 quelli giunti via mare.
I numeri dicono che 77mila sono i migranti ospitati nelle strutture governative e 1800 strutture temporanee.
11.921 sono i minori arrivati senza genitori.
Garofali di fronte a questi dati sottolinea che le migrazioni sono un tema epocale e vanno affrontate in una dimensione sovranazionale, senza cedere a paure e senza fare passi indietro sul processo di integrazione, naturalmente rispondendo ai legittimi problemi legati alla sicurezza.
Poi aggiunge che l’Italia ha speso 3,3miliardi di euro per affrontare l’emergenza immigrazione e che le spese sono salite molto negli ultimi due anni.
Infine dopo un lungo elenco di attività svolte dagli immigrati in Italia,conclude che l lavoratori immigrati hanno versato all’Inps nel 2014 la cifra di 8 miliardi di euro. Il saldo positivo è riassumibile in 5 miliardi. I calcoli fatti ulteriormente dimostrano che questo saldo attivo permette di pagare le pensioni a oltre seicentomila italiani, contribuendo alla tenuta del sistema previdenziale.
Conclusione
C’è da lavorare molto per abbattere il muro di ignoranza. Gli immigrati non sono un costo, anzi da questi dati parrebbero una risorsa. Chi si ostina a insistere con lo slogan “prima gli italiani” sappia che se lo crede lo fa solo per razzismo. Se poi la questione si sposta sul terreno della delinquenza, ci sono le leggi che devono sanzionare secondo il diritto penale. C’è però un razzismo inconsapevole (molto pericoloso) che alza muri e crea conflitti. Eppure non dovrebbe essere difficile immaginare che un rifugiato che scappa dalla guerra affrontando viaggi folli, rischi e angheria, possa arretrare davanti alla semplice chiusura di una frontiera. Quando si scappa dalla paura si può stare acquattati davanti a una sbarra abbassata anche per mesi. Niente sarà peggio della morte certa che li aspetterebbe nel paese da dove fuggono.
E allora mi chiedo perché, a persone perbene, a cui affideresti il tuo portafoglio debba scattare questa diffidenza primordiale della razza contro un’altra.
Perché non immaginare e investire in un percorso di integrazione che non può che essere quello.
Il grande Umberto Eco, Intellettuale osannato in ogni parte del globo,, che ci ha lasciato poche settimane fa, ha scritto-
"In un periodo abbastanza breve l’Europa sarà un continente multirazziale o, se preferite, colorito. Se vi piace, sarà così,e se non vi piace sarà così lo stesso.”
Di questo si tratta. Serve allora un processo culturale forte, di integrazione che disarmi l’odio e tolga alimento al fondamentalismo. Quello sì pericoloso. Un processo al quale le comunità devono contribuire a partire dal basso.
L’Italia dei segreti e dell’ignoranza deve essere superata. Ho ragione di credere che lo faranno le nuove generazioni. E sarà una rincorsa a perdifiato. Resistere farà solo del male al futuro.
Pasolini l’aveva capito e scritto tanti anni fa. E qui si chiude il cerchio.