Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Da Filettole: un popolo, una pieve.
[…] Un capitolo tutto a parte merita il Crocifisso ligneo che si trova nella nostra Chiesa e che si lega all’antico miracolo della liberazione dalla peste che ogni filettolino grande o piccolo può raccontarti.
Se capiti a Filettole la seconda domenica di Marzo, quando la stagione ti offre timida i primi accenni di primavera, troverai un paese in festa: è la giornata del ringraziamento.
Mentre il profumo d’incenso si smorza sotto le navate del tempio, un odore di vainiglia si spande nell’aria confondendosi in un capriccio di nubi, di profumi e di luci primaverili. In quel giorno nessuno ti rifiuterà una saporosa e croccante frittella di riso come partecipazione al mistero di una salute recuperata per un dono del cielo. E’ il ricordo di un fatto, come ho detto, ancora vivo nella memoria dei filettolini che si perpetua ogni anno in gesti semplici, ma non per questo meno preziosi, in un mondo che si fa sempre più frettoloso e distratto.
Se mi vorrai seguire ti condurrò alle origini dei fatti dai quali è scaturita la festa. Cammineremo a ritroso nel tempo sfogliando i grossi volumi di carta pecora racchiusi in Archivio, e, seguendo il filo dell’elegante scrittura dei Don Lorenzo Bocca, dottore nelle due leggi civile e canonica, ne conosceremo le cause; ma consultiamo il diario che si inizia proprio con la nomina del novello parroco:
...<< Dirò con il nome di Nostro Signore e della sua Madre Maria SS.ma per perpetua memoria, come sotto il mese di Dicembre alli 15 A.D. 1631 passò a miglior vita, come si crede, Messer Pier Felice Nelli, Pievano di S. Maurizio Pieve di Filettole, nel qual anno in Pisa e Fiorenza e molti citta d’Italia et luoghi adiacenti patirono crudel morbo di contagio. Sotto di 29 dicembre feci concorso alla presenza dell’Ill.mo Arcivescovo Giuliano De’ Medici e il sottoscritto Lorenzo Bocca subentro al suddetto pievano e spesi in tutto scudi 180....e siamo alli 20 di Luglio 1632 non si può dire che sian rese franche dalle calamità, le città e i luoghi predetti, ma si spera in bene la liberazione. A Filettole e luoghi di qua dal Serchio per grazia del Signore non han sentito contagio. ma si sta co-n paura grandissima con pregar continuamente per aver buona sanità. Il di 12 agosto vi fu il contagio al luogo detto l’Orbachi si distese fino al Chiasso di S. Maurizio, ma ........... non ebbe gran progresso per la ........... buone... Morse in tutto 43 persone di contagio fra grandi e piccoli...>>.
La cronaca breve e scarsa di dettagli, non va oltre. In più dove sono i puntini, due macchie di umido ci impediscono di leggere il manoscritto nella parte che più ci sarebbe interessata. In quei vuoti, però, veritiera e ricca di particolari si inserisce la tradizione orale.
”e si sta in pena grandissima e con pregar continuamente”.
Era l’ultima speranza alla quale i Filettolini si attaccavano. Gli uomini della compagnia si consultarono con il novello parroco e fecero istanza affinché si portasse in processione il Crocifisso grande, Egli avrebbe accolto le preghiere di tanti figli in lacrime.
Nella mattinata di quell’afoso 12 agosto il sacerdote uscì, salmodiando, per le vie del paese. La Croce apriva il mesto corteo, i filettolini più validi seguivano rispondendo alle implorazioni del sacerdote:
<< a peste fame et bello >> — << Libera nos Domine >>.
I malati affacciati alle finestre con gli occhi lucidi di piantoe di febbre alzavano al cielo la loro preghiera
<< Parce Domine Parce populo tuo >>
e avvenne qualcosa forse la pioggia benefica e purificatrice. In fretta allora si ritornò a casa, mentre la campana suonava i 12 tocchi del mezzogiorno. Il desinare fu frugale: un pugno di farina, del riso, freddo avanzo dalla sera precedente e di queste frittelle se ne portò a tutti, anche ai malati come viatico di speranza.
La festa dal ringraziamento fu poi spostata alla seconda domenica di Marzo par inserirla più liturgicamente nella attività dalla Quaresima. In preparazione, il venerdì precedente, viene fatta per le vie del paese, sul mezzogiorno, una processione.
Questo accade ormai da 345 anni, tanti ormai ne sono passati da quel triste 1632. Questo popolo che ha ancora la grazia di percepire i miracoli delle stagioni che meravigliose si alternano sulle pendici di questi colli in riva al Sarchio, ti racconta il fatto come sa lo avesse vissuto di persona, e, offrendoti le sue frittelle te ne vuol fare in qualche modo partecipe. […]
Il volumetto: “Filettole, un Popolo, una Pieve” fu scritto da Don Giorgio Barachini nel 1977, 39 anni fa, e quindi la durata della ricorrenza della festa oggi è arrivata a 384, un bel numero di…frittelle!