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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Valeria Fedeli senatrice
Referendum. Ha perso chi cercava lo scontro ideologico

19/4/2016 - 13:03

Con un'affluenza del 31,18% il referendum cosiddetto "sulle trivellazioni" non ha visto raggiunto il quorum necessario, e lascia pertanto immutato quanto deciso dal Parlamento sulle scadenze delle concessioni per l'estrazione di gas o petrolio, che resteranno in vigore fino all'esaurimento dei giacimenti in uso.

 Va subito detto che i referendum sono momenti di discussione e partecipazione importanti per la vita democratica di un Paese, specialmente per un Paese come il nostro in cui, purtroppo, è ancora grande la distanza tra la politica e i cittadini. E a proposito di referendum, vale la pena sottolineare il prossimo appuntamento di ottobre, quando gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla riforma costituzionale portata a termine, dopo anni di tentativi falliti, dal Parlamento.

Investire sullo strumento referendario, mettendolo al riparo dagli abusi e aprendolo anche ad elementi propositivi, è anche un modo per ricucire la distanza tra cittadini e politica, per dire che la politica è cosa di tutti che riguarda tutti, per estendere le dimensioni della partecipazione e del coinvolgimento. Anche da queste considerazioni e con questi obiettivi è nata la riforma costituzionale, una riforma che, tra le tante cose, modifica e rafforza proprio gli strumenti della democrazia diretta rendendo vincolante e con tempi certi l’analisi della proposte di legge d’iniziativa popolare, introducendo il referendum propositivo e di indirizzo, aggiornando, per rafforzarne la portata, le norme che regolano quello abrogativo.

Passi in avanti importantissimi e attesi anni, di cui poco si parla, ma che offriranno ai cittadini spazi nuovi di partecipazione fino a ieri insperati e apriranno ancora di più le nostre istituzioni alla loro voce.

 Per questo credo sia veramente importante accantonare allarmismi ideologici e demagogia. Dopo aver descritto il referendum di due giorni fa come l'occasione per liberare il Paese da chi lo vorrebbe inquinato o dominato da affaristi e petrolieri, saranno in molti a spacciare il prossimo referendum come l'occasione per abolire una riforma che mette in pericolo la nostra democrazia, quando invece rappresenta un'opportunità per migliorare i processi decisionali e gli strumenti della partecipazione e della rappresentanza.

Così come la demagogia e la disinformazione non hanno avuto la meglio ora, mi auguro che anche ad ottobre si possa tutti partecipare, liberamente e nella piena consapevolezza, al cambiamento del nostro Paese e al miglioramento della vita di tutti.

Nessuno escluso. I poco più di 13 milioni di italiani che hanno votato Sì e i più di 2 milioni che hanno votato No meritano il pieno rispetto di tutti, a cominciare dalle istituzioni, così come lo meritano coloro che, non recandosi al voto, hanno scelto di esprimere la propria contrarietà al quesito referendario in altro modo, un modo comunque legittimo trattandosi di un referendum che prevedeva il quorum e che il Pd ha scelto come indicazione di voto.

L'astensione, peraltro, proprio in quanto strumento anch'esso di espressione di voto nei quesiti referendari, in passato è stata sostenuta anche da molti tra coloro che in questi giorni hanno ritenuto una gravità l'invito del premier Renzi o del Presidente emerito Giorgio Napolitano a non recarsi al voto. Sono stati in molti, purtroppo, specialmente sui social network, a usare contro di loro linguaggi impropri e non poco offensivi, certamente poco utili ai cittadini per fare propria una posizione nel merito e chiarire a tutti quale fosse la reale posta in gioco. Ma non si può dire che in questo referendum non ci siano vinti né vincitori.

I vinti, schierati per il Sì, farebbero bene a riflettere sul grave errore che alcuni media e alcune forze politiche hanno compiuto trasformando questo referendum in un test politico sulla politica energetica o, cosa ancora peggiore, sul governo, su Renzi e sulla legislatura in corso. Sono incomprensibili gli atteggiamenti di chi, anche nel Partito Democratico e con importanti incarichi regionali, ha voluto strumentalizzare il referendum cavalcando a tutti i costi la campagna per il Sì per esigenze personali e rivendicazioni particolari.

Un autolesionismo che il PD e l'Italia non meritano. Era importante stare al merito delle cose e comprendere che non si poteva dare a questo quesito un significato che non aveva. Con uno schieramento per il Sì che andava da alcuni democratici alla Lega, dal M5S a partiti di destra ed estrema destra, l'esito di questo appuntamento non era poi così scontato, e la loro sconfitta ravviva l'idea di un'Italia che crede veramente di poter voltare pagina davanti al falso binomio "ambiente o lavoro" che ci siamo portati dietro per tanti anni.

Ora è più chiaro a tutte e tutti che il problema non può essere mai "ambiente o lavoro", ma "ambiente e lavoro", e questa legislatura ha certamente contribuito a rendere il nostro Paese ancora più avanzato sul piano della tutela del nostro ecosistema e degli investimenti sulle energie rinnovabili. Non è stato un referendum contro le trivellazioni o che avrebbe potuto portare ad una svolta ambientale del nostro modello produttivo: la norma che si intendeva abrogare prevedeva solo che le concessioni per le trivellazioni già in atto fossero prorogate non temporalmente ma fino all’esaurimento del giacimento.

La maggior parte delle piattaforme coinvolte estraggono gas naturale, la più pulita delle fonti fossili, che è individuata come necessaria alla transizione in tutti gli scenari di riconversione elaborati dalle agenzie internazionali per l’ambiente, risorse che altrimenti andrebbero importate dall’estero con un aggravio di costo e anche di carico ambientale, che fa il pari con i benefici che ne avremmo.

 Le modifiche introdotte allo Sblocca Italia, che hanno accolto, secondo me giustamente, gran parte delle richieste dei comitati referendari e delle Regioni che li avevano promossi (i quesiti sarebbero dovuti essere 6, ma 5 sono stati superati grazie alle recenti norme approvate in Parlamento) hanno dato bene l’idea di un cambio di rotta nelle strategie del Governo e questo è senz’altro una vittoria per chi tiene all’ambiente nel nostro Paese. Abbiamo ora normative sull’estrazione che sono tra le più avanzate d’Europa, per questo bisogna continuare a investire sulla tutela dell'ambiente e sulle grandi opportunità occupazionali che le energie rinnovabili possono offrire nei prossimi decenni, nel solco degli impegni presi alla Cop21 di Parigi.

Senza inutili polemiche e senza dividere gli italiani con scontri ideologici che non fanno bene a nessuno. Grazie



























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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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20/4/2016 - 19:46

AUTORE:
fabiano corsini

e nel sottofondo la cavalcata delle Walkirie...