Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
In questo piccolo racconto di vero c’è solo il contesto. Il periodo della Resistenza e i partigiani, il monte pisano, la Valdiserchio e il mare in lontananza. Luoghi che ci hanno cresciuto, dove continuiamo a vivere e che amiamo. I personaggi sono frutto della fantasia, Questo è il primo 25 Aprile senza Giorgio Vecchiani. L’anno scorso lo passai con lui. Questo piccolo racconto gli è dedicato.
Astro è sdraiato per terra. Pare riposarsi. Ha appoggiato lo Sten al castagno, il mitra che gli ha dato Italo, il Comandante. Si stiracchia e guarda giù nel canalone. Fissa i piccoli tornanti del sentiero con ossessione.
–Non ti distrarre mai- gli hanno ripetuto mille volte- una svista e zac, siamo del gatto!-
E lui non molla; occhi dritti e orecchie alzate. In fondo ha diciassette anni e può permettersi di riposare poco. Il suo fisico regge, anche se la fame a volte lo assale. Fa parte della generazione “dei piccoli maestri”, costretti a diventare adulti prima del tempo, per salvarsi la vita.
Sa che c’è un solo passaggio per arrivare lì, e lui lo tiene d’occhio. I tedeschi non potrebbero mai scoprirlo, ma certo di fascisti pronti ad accompagnarli o a fare gli spioni ce ne sono, eccome. Li conosce uno per uno gli infami. E lì nelle selve fra i castagni, “sfollati” nelle baracche , ci sono centinaia di persone fuggite per ripararsi dagli orrori della guerra. Gente inerme, mamme con bambini, anziani. Qualche ragazza è pure incinta. Gli uomini, stanno intorno, ma sono guardinghi. La paura della rappresaglia è sempre nell’aria.
E’ la fine di Luglio. Da quando il comando partigiano ha deciso di far nascere un distaccamento sui monti più a nord, la fibrillazione si è fatta forte. Alcuni giorni prima, lo scontro a fuoco a pochi chilometri di distanza nella valle accanto, ha obbligato tutti a soffocare la tristezza nel sangue e alzare il tiro. Ha voglia il compagno che ha studiato, quello col nome di Lenin, di dirci che bisogna essere lucidi. Anche se l’odio andrebbe soffocato, in certi momenti è difficile da reggere, specialmente se si hanno pochi anni d’età e sai che alcuni tuoi coetanei sono stati uccisi in uno scontro a fuoco coi tedeschi.
–“Andranno vendicati tutti. I fratelli che hanno versato il sangue per la libertà dovranno avere soddisfazione.”-
E Astro se lo dice stringendo i denti, mentre guarda di sotto, fra i castagni. Se lo giura!
Dalla sua postazione riesce a vedere la Valle, le anse del fiume e i paesi. Senza gli invasori, quell’estate come sempre, avrebbe ballato sul greto del fiume, la sera alle feste. Sono belle le ragazze nel pieno dell’estate e Astro ha nel cuore Lucia, che ormai non vede da giorni.
E’una meraviglia il Monte Pisano nel pieno dell’estate. Un immenso giardino regalato dalla natura ad una popolazione che ha fatto della semplicità del vivere la sua dignità. Gente gaudente, sagace. Scarpa grossa e cervello fino, come dice il detto popolare.
E ai piedi dei monti, altri luoghi di bellezza; la valle col fiume e laggiù a pochissimi chilometri il mare. Un posto unico.
Astro sa che sta perdendo pezzi della sua gioventù, ma è cosciente che essere lì, significa difendere quel che resta e garantire a chi verrà di poter sorridere e amarsi in libertà. E questo lo sogna anche per sé.
La sera prima, mentre consumava una minestra alla buona nel cascinale della Anna, moglie di uno dei compagni più vecchi, Giorgio il suo amico del cuore, salito sui monti con lui, ha fatto una battuta forte e leggera nello stesso tempo; che solo un giovane ragazzo può fare in momenti drammatici.
–“Ci hanno privato di tutto. Del nostro poterci divertire, innamorare, essere ragazzi. Quest’anno anche le feste dei Santi Patroni non sono state fatte.” -
E che bellezza le feste dei paesini lungo la Valle del Serchio. Con i suoi mercati, le fiere, le mangiate con il lesso prima delle lasagne e le processioni serali e tutti i lumini accesi e le ragazze in gruppo in giro per il paese e la ricerca di uno sguardo, un sorriso, come aveva da tempo fatto la Lucia ad Astro, promettendogli di aspettarlo. E poi la torta coi bischeri, il dolce che tiene insieme la Valdiserchio.
– “Quest’anno non ci è toccata nemmeno la torta, maledetti fascisti!”-
ha aggiunto con un sorriso amaro.
E adesso sdraiato al suo turno di guardia Astro chiude gli occhi e insieme a Lucia sogna la torta coi bischeri e la voglia di mangiarla con lei.
-“Che belli i baci al sapore di cioccolata.” pensa fra sé.
Quel dolce unico, nato per accogliere e non certo dividere. Pensato centinaia di anni fa per i pellegrini che giungevano in Valdiserchio, per ricordare un miracolo. Quel dolce che tiene insieme cioccolata, riso uova e pasta frolla; e poi i pinoli, la frutta candita, l’uvetta, la noce moscata, e quel tocco col liquore. Quel dolce tondo con la corona, perché i dolci del popolo fanno tutti re. Quel dolce che ad Astro ricorda un amore acerbo, da costruire.
-“Ce la faremo!”- pensa –“Ce la dobbiamo fare per forza. Per il futuro dei nostri figli, per la bellezza delle nostre terre, per chi ha versato sangue.”
Chiude un attimo gli occhi e immagina la fine dell’invasione e la libertà. E una grande festa con la musica, che non finisce mai. E la fiera del suo paese, dove tutte e tutti saranno liberi e belli e col vestito nuovo. Prende in mano il mitragliatore e guarda il piano in lontananza e ancora una volta il suo paese, sul fiume, “tenuto da loro”. Poi pensa – Per poco!-
Gabriele Santoni 19.4.2016