Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Tolgo, a malincuore, la “posizione“ di Primo piano all’amico redattore, ma ritengo corretto dare la parola a MdS nella persona di Fabio della Tommasina:
Metti una sera al circolo Arci, dove non ci sono più le slot e al loro posto è stata aperta una biblioteca, allora trovi persone che parlano di libri, di biblioteche, letteratura, militanza politica e trovi inaspettatamente anche Papageno, dal Flauto Magico di Mozart, ottimamente eseguito a cappella da un trio tutto femminile. E’ quello che è successo Venerdì 20 giugno al circolo Arci di Migliarino e, detto così, potrebbe sembrare lo stringato resoconto, di una delle tante sere che i circoli Arci organizzano in tutta Italia, invece quello che è andato in scena l’altra sera è uno di una serie episodi che il nuovo consiglio direttivo ha fortemente voluto e sul quale la presidente Daniela Vanni ha investito meritoriamente molte energie, e questa piccola grande storia merita di essere raccontata per intero.
Da tempo l’Arci nazionale aderisce al protocollo no slot e chiede ai propri circoli di eliminare le macchinette mangiasoldi che alimentano l’illusoria speranza di trovare il colpo di fortuna che cambia la vita. Facile a dirsi: il rifiuto di queste macchine truffa è in linea con i principi fondativi di questa storica associazione della sinistra, ma in questi Tempi difficili, alle prese con problemi di bilancio è facile fare “come tutti”.
E invece no, ci dicono dall’Arci di Migliarino e lo dicono con i fatti, nel sommesso primato del fare che però ha la potenza di un urlo. Deve essere sembrato a Daniela Vanni, la presidente, a Mina Canarini, a Giancarlo Pardini, una rinuncia a se stessi, un’abdicazione dei principi e deve tutto questo, essere sembrato loro inaccettabile; così col consiglio direttivo hanno preso la decisione di togliere le slot e per ribadire che la scelta è conseguenza e premessa di un nuovo orizzonte culturale hanno aperto un biblioteca che già ha ricevuto donazioni da privati e che ora aspetta solo di essere accudita e rifornita.
Per l’inaugurazione della biblioteca siamo stati invitati a parlare della nostra attività che, essendo quella di un editore non a pagamento, aderisce idealmente a protocollo di cui si è detto in linea quindi con un precetto morale di non truffare chi è in uno “stato di bisogno”. E’ venuto poi naturale regalare alla neonata biblioteca una dotazione di libri, una parte del catalogo MdS, una parte nostra e di amici che hanno accettato di buon grado di privarsi di libri a loro cari per un piacere più grande, quello di poterli condividere con gli altri.
La serata si è dipanata con Silvia Belli che ha spiegato le caratteristiche della collana “Storie” che dirige da qualche mese e che per l’occasione ha avuto un restyling grafico. Due degli autori della collana erano presenti: Vittorio Cotronei ha parlato del suo Andalù e della vita di provincia segnata dal pettegolezzo, da “ Dice che…”, che comprende approssimazione menzogna e maldicenza, e l’ha paragonata ad un’altra narrazione parziale e ascientifica quale è quella dell’ufologia.
Otello Chelli storico militante del Partito Comunista di Livorno ma anche giornalista al "Tirreno" e scrittore, ha parlato di militanza politica e di come questa sia stata una leva per emanciparsi da una condizione di minorità, ma anche della sua passione sfrenata per i libri la letteratura e la scrittura.
In perfetta sintonia con la decisione di aprire una biblioteca, sono state ricordate le parole di Marguerite Yourcenar; “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado vedo venire”.
Una scommessa vinta dunque, e punto segnato a favore dei responsabili del circolo Arci di Migliarino, che ha terminato la serata con le canzoni di un trio vocale femminile che oltre al già citato brano del Flauto magico e con un repertorio molto ben eseguito a cappella, ha anche proposto la versione tradizionale scozzese della canzone resa popolare da Paul Simon e da Art Garfunkel, “Scarborough fair", colonna sonora del film “il Laureato”.
Ecco, è bastato chiudere alle slot-machine che si è aperto un altro mondo e possiamo dirlo incomparabilmente migliore e, dicendolo, non temiamo di sembrare partigiani: lo siamo.
Fabio della Tommasina