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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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"Diario di un musicista errante"
di Sandro Ivo Bartoli

29/5/2016 - 12:31

Sono capitato a Neumarkt in der Oberpfalz due volte, e per il medesimo motivo: incidere dischi nella meravigliosa Reitstadel, una sala da concerto ricavata da un vecchio deposito di cereali. Siamo nell'Alto Palatinato, una regione a nord-est della Baviera che poco si distingue per risorse naturali o attrazioni turistiche di richiamo; anzi, è considerata una zona depressa, ma siamo in Germania, e le cose, qui, o funzionano o le si fanno funzionare! Vittima di tremendi bombardamenti durante l'ultima guerra, questa cittadina storica è stata ricostruita mattone per mattone così com'era.
La stessa sala da concerto dove sono venuto a lavorare era ridotta ad un rudere: niente tetto, mura pericolanti, macerie ovunque. La Reitstadel fu ricostruita fedelmente, migliorata nell'acustica e nei sistemi di sicurezza, e dalla sua riapertura nel 1980 ha ospitato i più grandi musicisti del pianeta nella sua brava stagione concertistica che vede i settecento posti disponibili puntualmente esauriti ad ogni appuntamento.
Oggi, grazie ad una politica intelligente di competitività imprenditoriale, compagnie discografiche di tutto il mondo vengono ad incidere in questo tempio sacro della grande musica a condizioni, mi dicono, molto vantaggiose. Tra l'altro, in questa bella sala risiedono due magnifici pianoforti Steinway da concerto, uno meglio dell'altro.
La Reitstadel è nel bel mezzo della città vecchia, un paesello poco più grande della mia Vecchiano; questa è attraversata da una strada maestra che funge, come un tempo, da piazza degli affari: vi sono negozi d'ogni tipo, costose boutiques, deliziose birrerie, ristoranti alla moda, ma non mancano cinque librerie, la biblioteca comunale, due cinema ed un centro ricreativo aperto a tutti: giovani e vecchi.
La gente è cordiale, educata, e pare avere dipinta in volto una soddisfazione misteriosa. Mi viene spontaneo volare con la fantasia a come potrebbe essere la vita da noi se solo avessimo lo spirito etico dei nostri cugini tedeschi: qui i teatri chiudono, la cultura langue, siamo il Paese che meno di tutti in Europa investe in queste cose, e i risultati si vedono. Lì, anche nei posti meno celebri, si respira la Cultura ad ogni passo. Se solo avessero il nostro caffé, vivrebbero in un'oasi felice.
Poco fuori città c'è un grande centro sportivo con campo da calcio, piste da fondo, campi da tennis e piscina olimpionica.
Torno a casa di domenica mattina; devo prendere un treno alle 6:45, e proprio alla stazione incontro un balordo che mi disegna nella memoria l'unico neo in quella che altrimenti sarebbe stata un'esperienza perfetta: è un tifoso di calcio, ieri sera si è ubriacato a dovere (non so se per festeggiare o se per dimenticare una sonora sconfitta), ed ora è qui che agita la bandiera della sua squadra e cerca di cantare uno di quegli inni che si intonano negli stadi. Ma non ce la fa: avrebbe bisogno di un bel caffé.
Peccato non abiti qui: gli avrei offerto volentieri un sorso della nostra civiltà, dopo aver goduto per qualche giorno della sua.

 

 
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4/6/2016 - 11:38

AUTORE:
lorenzo

al massimo si vanno a sona' i campanelli!!!

31/5/2016 - 14:15

AUTORE:
Allegro

Ora. Con tutti i treatri che c'enno in provincia, cosa c'incastra nda a sona' in Germania.
Ir teatro di vecchiano e' più chiuso che aperto.
Vai e sona. Ir piano lo porti te.. Un va bene?!

30/5/2016 - 20:07

AUTORE:
si(e)mpatica

Caro Sandro, per chi ha la Cultura nel cuore, i paesi tedeschi costituiscono fonte di frustrazione. Con l'indole mediterranea che ci ritroviamo, a cui è difficile rinunziare, siamo attratti da quella perfezione, da quella voglia di fare, da quella organizzazione, che sembrea funzionare senza fatica, ma come un meccanismo scontato e così dispiaciuti e impotenti di fronte allo sfacelo dei nostri beni culturali, dal menefreghismo, dal trionfare di talk show e sceneggiati di pessima fattura. Giusto il caffé non hanno...ed il mare, i pomodori, il basilico, e tanto altro. Ma le strutture, perdio, quelle ce l'hanno davvero...e non calpestano i mosaici, ristrutturano le chiese, costruiscono le piste ciclabili...noi, al massimo, gli stadi ed i campi sportivi...con gli appalti giusti, si intende. Con questo, empaticamente, bevo un forte e caldo caffé con te.

30/5/2016 - 10:27

AUTORE:
Frank

O che dici sandrino.
Ora te voi paragonà Piazza Garibardi con Neumarktstrafgdh?!

Ci s'à anche la gelateria noi! Un pò più la..ma ci s'ha!

In cuffia alla bira.