Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Due foto del lago, o meglio della vita del lago di Massaciuccoli.
Nella prima una delle grandi barche che viaggiavano fino a Vecchiano per caricare le pietre delle cave e trasposrtarle fino a Viareggio per la costruzione del molo.
Riportiamo un brano de "Le Parole di Ieri" dove si parla appunto di queste barche (e di alzaia e di Barra)
Lett: ALZAIA. [Fune che serve a condurre battelli per fiumi o canali, controcorrente].
Deriva probabilmente dal greco elkion (tirare, trascinare) da cui il latino helcium con l’aggettivo femminile helciaria da cui , per assonanza con il verbo alzare, si hanno alzara ed infine alzaia: [quella fune che attaccata all’albero dei navicelli serve a condurli pei fiumi contro corrente].
Era anche il soprannome di una famiglia vecchianese che per mezzo di due cavalli trainava i battelli, carichi delle pietre estratte nella cava di Legnaio, lungo il fosso della Barra fino al lago di Massaciuccoli. Arrivati al lago le grosse barche issavano una vela (rossiccia, perché fatta bollire con scorza di pino tritata per renderla più resistente) e navigavano per i canali fino al mare per arrivare a Viareggio dove le pietre venivano utilizzate per la costruzione del nuovo molo.
Le barche pesanti di pietre venivano trainate lungo il fosso mediante delle funi attaccate ai cavalli che tiravano dalla riva. Il compito di dirigerle senza che urtassero le sponde era arduo ed era necessario un sapiente utilizzo delle spranghe (pertiche di legno che si puntavano nel terreno) e della barra, ossia del timone dell’imbarcazione, da cui si pensa prenda origine il nome del fosso.
Altra ipotesi del nome Barra è che in origine fosse Bara, come Malaventre indice d’elevata mortalità in quella zona un tempo malsana per le numerose paludi (Bertolini S.).
Le barche dal lago non tornavano vuote ma cariche di falasco, l’erba palustre che serviva per impagliare fiaschi e sedie ed erano talmente cariche che, come dice Umberto, sembrava che “sul lago navigassero le pagliaia”.
Il molo di Viareggio poi fu completato e le fabbriche di sedie cominciarono a comprare in maremma o al sud la rafia per impagliare, materiale più morbido e malleabile del duro e tagliente falasco nostrano. Questo portò ad un lento abbandono della via d’acqua a favore di quella terrestre verso Lucca, via che passava per la salita di Radicata.
Foto. Collezione P.C.