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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Gli abissi del voto inglese
di Francesco Gesualdi

26/6/2016 - 14:39

Alla fine gli inglesi hanno deciso di lasciare l’Unione Europea. Gioirne o rattristarci? La risposta dipende dalle ragioni che hanno spinto gli inglesi a questa scelta. 

Me ne sarei rallegrato se le ragioni dell’abbandono fossero state dettate dalla volontà di non voler più stare in un’Europa che ha assunto come atto di fede il credo mercantilista ponendosi come solo obiettivo quello di trasformare l’Europa in un’arena a disposizione delle grandi imprese per gareggiare fra loro a chi fa più soldi sulla pelle dei lavoratori, della salute dei consumatori, del benessere collettivo. Nell’intenzione dei padri fondatori, l’Europa doveva essere una grande unione politica tesa a colmare le differenze economiche, a garantire a tutti il medesimo livello di vita, gli stessi diritti, gli stessi livelli di sicurezza sociale, sanitaria, culturale. In una parola doveva essere l’Europa dell’uguaglianza sociale, politica ed economica. Invece è diventata l’Europa della concorrenza e del saccheggio sociale perché l’idea è stata scippata dal potere economico che ha trasformato l’Europa in uno spazio senza frontiere per quanto riguarda le merci, gli affari, la possibilità di sfruttare i lavoratori e depredare i cittadini, ma con muri altissimi per ciò che concerne l’elevazione umana, sociale ed economica dei suoi cittadini. L’emblema di questo mostro è la gestione del debito pubblico, strumento perfetto per permettere alle banche di arricchirsi saccheggiando la ricchezza collettiva, di creare quel tanto di disoccupazione che serve per costringere i lavoratori ad accettare ribassi salariali e precarietà, per demolire ogni forma di intervento pubblico e mettere a disposizione dei privati nuovi spazi di affari.

Quest’Europa è diventata insopportabile e avrei gioito dell’uscita della Gran Bretagna se fosse stato il segnale di un popolo che dichiara di non poterne più di questa politica. Invece no. Gli inglesi hanno deciso di uscire dall’Unione Europea perché vogliono alzare muri ancora più alti da un punto di vista umano e sociale. I sostenitori dell’uscita hanno usato come motivazione prevalente i flussi migratori. Hanno attaccato il solo aspetto su cui l’Europa chiedeva condivisione sociale che è la ripartizione dei richiedenti asilo. Hanno dipinto i migranti come ladri che vogliono rubare ciò che è nostro, che vogliono impoverirci, che ci porteranno tutti nella disperazione. Un misto di paura e di istinto primordiale a difendere ciò che pensiamo sia nostro ha prevalso e l’Inghilterra se ne va per non essere costretta a condividere con nessuno la sua ricchezza. È la logica della Lega e speriamo che non sia anche quella del 5 stelle, che su tutto ha espresso opinioni, fuorché sull’equità e la solidarietà sociale.

I mercati hanno risposto negativamente al voto inglese, ma solo perché sono in preda all’incertezza. Quando si renderanno conto che nulla cambierà sul piano dei rapporti economici, perché l’Inghilterra indipendente si affretterà a stipulare con l’Unione Europea un trattato di libero scambio tipo TTIP, chissà che il potere economico di tutta Europa non soffi per la totale disgregazione politica dell’Europa per lasciare in piedi solo trattati commerciali. Soluzione perfetta per la costruzione di un mondo che trasferisce tutti i diritti dalle persone alle merci.

Francesco Gesualdi

Coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano

 

Fonte: Il ritratto di Jo Cox è di Muro Biani
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2/7/2016 - 9:58

AUTORE:
anto61

Gli inglesi sono rimasti nell’unione fin quando non ha cominciato costargli, in termini economici e di identità. Alla Germania rimanere in Europa gli conviene poiché le sue industrie hanno avuto enormi vantaggi ed è stata fino ad ora una manna. Gli Italiani ci stanno perché sanno benissimo che è il solo modo di continuare a vivere sulle spalle dei propri figli sperando che i conti li paghi, almeno un po’, “l’Europa”. Ognuno ha propri interessi di bottega e nessuno è spinto dalle ragioni dei creatori dell’unione, riportate sopra da Francesco.
Chi ha il compito di proseguire il progetto iniziale, cura unicamente i propri personali interessi elettorali, talvolta da una vera e propria sfrenata ambizione di potere, mentre nel canale di Sicilia muoiono migliaia di disperati ogni anno.
E’ spaventoso.

27/6/2016 - 11:01

AUTORE:
Idealista?

L'Inghilterra, ha sempre sfruttato i paesi poveri sentendosi padrona del mondo .Ora che potrebbe dimostrare un poco di umanità verso quei popoli che devono migrare,si tira indietro.
Allora fuori.

26/6/2016 - 23:59

AUTORE:
gio'

Condivido molto di quello che è stato scritto, anzi ko condivido in toto, ma vorrei fare alcune precisazioni che non sono distinguo, ma che inquadrano meglio il problema Europa,

La crisi non è iniziata ieri, ma negli anni 80 e 90 , quando si è esaurita la spinta propulsiva della volontà politica di procedere ad una vera integrazione politica, si fa strada il concerto delle piccole patrie e di fronte alla paralisi delle iniziative politiche si sceglie di procedere con l'unione monetaria ed economica, il libero commercio di merci e spostamento di capitali, circolazione di uomini e idee.

Probabilmente nella speranza e nobile intento che ciò avrebbe spinto in seguito l'integrazione vera.

si perché, nessuna moneta, ed economia possono fare a meno di un controllo politico e governo economico unitario, politiche industriali coerenti, scelte di priorità ed indirizzo.. cioè di un ministro che incarni le necessità e le esigenze della società.

inoltre concentrarsi su una dimensione puramente finanziaria ha acuito il risveglio di egoismi e tutela di interessi locali facendo perdere la bussola ideale, impantanando il dibattito e le energie su questioni meschine e vili oppure ridicole come stabilire la curvatura delle melanzane.

innestandosi poi sui nuovi indirizzi del WTO, il revival delle politiche liberiste, la globalizzazione mondiale, la crescita tumultuosa di nuovi protagonisti economici, fenomeni di migrazioni epocali e populismo montante hanno reso la situazione esplosiva....

Per quanto riguarda gli inglesi, sono inglesi e si comportano nel bene e nel male come sanno e hanno sempre fatto, bisognerebbe ringraziarli per aver stanato, questa pavida Europa, costringendola a scegliere se procedere o implodere....dandole una chance per ritrovare se stessa...