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È possibile dipingere il silenzio?
Gavia ci prova con le immagini dei mondi che lo evocano.

In un tempo fatto di parole, porre l’attenzione sul silenzio è riflettere su quello che forse più manca oggi: l'ascolto, il saper ascoltare. 
Questa nuova mostra di Gavia vuole essere come l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Intervista a Maria Elena Boschi
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di Mario Lavia
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di Massimiliano Ghimenti
Sindaco di Calci"
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Unione Comunale PD Cascina
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Intervista a Matteo Renzi per «La Stampa» del 2-09-2024 di Paolo Griseri
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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E settembre vien danzando
vien danzando alla tua porta:
sai tu dirmi che ci porta?
Tante uve, bianche e nere
fichi e mele con le pere
e di zizzole .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
LIBRI
Le emozioni letterarie di Lily

25/7/2016 - 14:36

Il libro è “arrivato”, come quasi sempre, per “caso”.
Forse era di Umberto, forse di qualche altro della “Voce”. Chissà. Già la copertina, rigorosamente in bianco e nero ed il titolo “Il lido verde” hanno risvegliato il mio “sesto senso”. Quello che anticipa un’emozione, qualcosa che sai che ti appartiene prima ancora che ti sia rivelato. L’autore è un avvocato, che fa il terzo dei 3, dico 3, che al momento stimi. Per quello che dice onestamente della sua professione, cioè che per farla tutta la vita è stato necessario non voler sapere se i clienti fossero colpevoli. Dando per scontato la loro innocenza. Comunque nel libro e nella realtà, perché questa è una storia vera anche se in certi punti “romanzata”, è certamente stato l’avvocato più umano e perbene del mondo.

Bisogna però non essere troppo “giovani” perché questa storia ti emozioni. Altrimenti bisogna che “qualcuno” ti racconti le vicende e le persone che sono i protagonisti, che hanno vissuto tra di noi di Migliarino e di Vecchiano.

Bisogna che ti ricordi la “passione” che ci fu dietro.

Bisogna che ti “sollevi” la giusta nostalgia dei padri, dei nonni, di chi fu dietro di te, della comunità che eravamo. Di come molti di noi abbiano “sospinto” a calci chi ci voleva togliere il nostro “Lido Verde”, Marina di Vecchiano. Perché questa è la storia di Natale, della Lina (Lia), di Ascanio e aggiungo io, di Foresto, di mio zio, di Argante, di me. Che non sono nel libro ma c’ero, sulla spiaggia, nella nostra “baracca”, abusiva come le altre, che sul lido davano e offrivano ristoro ai bagnanti. L'avvocato fu colui che fece, come si direbbe oggi, una class- action, per fare in modo che questo “gruppo selvaggio” che occupava il lido non venisse spazzato via, non tanto dalla legge come poteva anche essere giusto, quanto dalla speculazione edilizia e dalla corruzione (anni 60, secolo scorso). Il sindaco del Comune si chiamava Rubino Orsetti e credo di non aver mai riso tanto, conoscendone il vero nome. Che fantasia questo avvocato! Sta di fatto che vinsero loro, i pezzenti, rimanendo per 7 anni oltre il dovuto sul lido verde e impedendo che la “cordata scellerata” , che voleva trasformarlo in una nuova Viareggio se ne appropriasse. Poi se ne andarono.

Mi piace pensare che fummo “noi” e non la politica a fare in modo che il “buco” che vedi alla fine dello stradone si apra ancora per tutti verso il frizzante del salmastro, che possiamo passeggiare e far passeggiare gli altri sulla nostra spiaggia (detta appunto del sindaco) e godere liberamente di cielo, mare, dune e fiume. D'altronde dai “Rubini” non nascono i fior mentre il “gruppo selvaggio” fu il letame che concimò il seme della libertà e dell’uguaglianza.
Altri tempi…

Nota della redazione

Mi scuserà, Lily, ma non ho resistito alla tentazione di mettere le foto autentiche (recuperate da vecchi negativi in b&n) proprio di quelle baracche di cui si parla nel libro. (red 3)

 


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27/7/2016 - 8:58

AUTORE:
Red 3

Tranne questo piccolo libro e qualche ricordo niente era rimasto di questi insediamenti per cui ritrovare, sia pure in precarie condizioni, alcune foto mi è sembrato "storicamente" utile pubblicarle.

26/7/2016 - 21:36

AUTORE:
Lily

Caro red 3, grazie ma...nessuno si sarebbe scandalizzato se le sue foto fossero state messe a seguito della conclusione della mia storia: "il buco che vedi alla fine dello stradone si apra ancora per tutti verso il frizzante del salmastro".
Io pensavo a questo.
alla prossima