Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
È caldo nella Piana e sono salito a cercar aria fersca sul Legnaio… però a caccia questa volta!
Emulo campanilisticamente di quel pisano, tal leggendario Giovanni detto Nanni, uccisore nel 1109 di un terribile serpente che sputava zolfo dalla bocca proprio qui nella Selva Palatina, e che per questo avrebbe ricevuto onori e ricompense dall'Imperatore Enrico III, o sacrilegamente di San Giorgio in Libia o più credibilmente dei fantasiosi cacciatori delle creature sputafuoco di Disney, ho dato la caccia ai draghi: tre ne ho catturati!
Non c’erano pulzelle da salvare, semmai puzzette delle capre del pastore e proprio a costui, esperto in biacchi, ho chiesto di che razza fossero le mie prede. Anche lui, incredibilmente conoscitore del latino, mi ha dato risposta soddisfacente:
il primo a sinistra, quello piccolo, è un “dragus laurelenzis”, localmente chiamato “draghetto spazzolino”, il grande è un magnifico esemplare di “dragus rincefalodentatus” meglio detto “biacco granganascia” e il terzo, a terra, è il classico “biaccus stallerenzis” maliziosamente chiamato “biacco di Eva” o “biacco del primo corno”.
Fra poco è un uovo mese e… qualcuno allora, diplomaticamente, dirà: agosto, caro mio non ti conosco!
Beh, fin qui ho retto!